- State a sentire. Pare che gli studenti universitari siano in protesta perché, oltre a chiedere il “diritto allo studio”, ora pretendono pure “il diritto a uno studio che contempli la possibilità di fallire” e la “necessità di rallentare”. Praticamente dopo il 6 politico, vogliono “mettere in discussione l’intero sistema basato sul giudizio, la competizione e la performance”. I suicidi, tragici, di studenti universitari non c’entrano un fico secco (sono solo 10 in 3 anni): agli alunni odierni, spesso “de sinistra”, il merito fa schifo e vorrebbero il successo senza fatica per “tutt*”. Ma la vita, signori mei, non funziona così (fatta eccezione per quelli che a 30 anni si accontentano del reddito di cittadinanza).
- Leggo da Repubblica, sempre in merito a questa idiozia: “Ieri in un ateneo del Sud un ragazzo, bocciato per la seconda volta all'esame non ha retto, è andato in escandescenze, alla docente ha rinfacciato: "Vuole che la faccia finita?". Per calmarlo è intervenuta anche una psicologa in aula. È la fragilità degli universitari che spaventa (...)”. Cioè: questo non aveva studiato a sufficienza o male, non conosceva la materia insomma, e la colpa sarebbe del “sistema universitario” che ti chiede di essere performante? Siamo seri? Massì, regaliamo pure il 18 al futuro medico che un bel giorno non si ricorderà in che punto esatto passa la carotide: sennò, poverino, va in escandescenze.
- Io il sistema lo ripenserei così: alle superiori bisogna far capire ai giovani che l’Università non è per tutti, che per laurearsi bisogna stare piegati sui libri per giorni e giorni, senza distrazioni, e chi non si sente pronto può sempre fare un altro mestiere. Che di tecnici specializzati abbiamo bisogno. E spesso guadagnano pure bene.
- Nessuno più dell’autore di questa rubrica ha criticato e indagato sulle scelte del governo Conte nelle prime fasi del virus, come in quelle successive. Su queste colonne abbiamo scandagliato i verbali del Cts, quelli della task force di Speranza, abbiamo cercato di capire cosa successe col piano pandemico mai aggiornato, col report dell’Oms misteriosamente scomparso e con la mancata applicazione del piano anti-influenzale. Però, e dico però, una cosa è impostare una critica giornalistica al “modello Italia” che tale non fu; e un’altra e demandare il tutto alla magistratura. Le responsabilità e gli eventuali errori dei decisori si criticano politicamente, non sventolando le manette. Facciamo una commissione d’indagine parlamentare, se volete. Ma non lasciamo che siano i giudici a scrivere la storia di questa pandemia.
- Sulla zona rossa in Val Seriana, ad esempio. Che Conte abbia traccheggiato e tentennato appare ormai appurato. Speranza aveva firmato un provvedimento già il 2 marzo e lui decise di chiedere ulteriori chiarimenti al Cts, ritardando la chiusura. Una scelta politica, criticabile e contestabile. Ma siamo sicuri sia anche un “reato”? Non è troppo facile col senno del poi determinare che quella insana mossa abbia provocato il decesso di migliaia di persone? Sicuri che affidarsi alla consulenza scientifica di un virologo diventato senatore Pd sia saggio? Infine: siamo sicuri che Conte debba finire in carcere (di questo stiamo parlando) per tutto questo?
- Il cugino di Elly Schlein pare sia di centrodestra e faccia l’assessore a Siena. Chi dei due è la pecora nera?
- Un tizio russo voleva disertare e unirsi agli ucraini per combattere contro il suo Paese. Bene. Sapete come ha pensato di attraversare il confine per raggiungere l’Ucraina? A piedi? In auto? Macché: ha tentato di attraversare 180km di mare a nuovo dalla Crimea ad Odessa. Ha comprato pinne, muta e luce subacquea. Lo hanno pizzicato e condannato a 6 anni di galera prima che ci lasciasse le penne.
- Dice giustamente Galeazzo Bignami, viceministro Fdi, promotore della commissione d’inchiesta su Covid: “Il lavoro della magistratura è distinto dalla finalità della Commissione Parlamentare che dovrà accertare quanto avvenuto in questi tre anni, al di là della rilevanza penale degli stessi, non limitandosi al tema del piano pandemico e delle zone rosse, ma con riguardo a tutti gli eventi e le scelte correlate alla emergenza pandemica”. Ecco, questo lo trovo più logico: analizzare cosa successe, senza dare la caccia a presunti reati.
- A quelli che accusano Meloni e Salvini per il naufragio di Crotone, e che puntano il dito contro i bastoni tra le ruote che la politica avrebbe messo agli eventi Sar della Guardia Costiera, suggerisco questo passaggio dell’Intervista all’ammiraglio Vittorio Alessandro: la priorità alle azioni di polizia (GdF) rispetto ai soccorsi sono trasformazioni “introdotte con i decreti Salvini” ma “già dall’epoca di Minniti” (del Pd) “si era aperto un fronte su questo nuovo andamento delle cose”. Insomma: non fate le verginelle.
- La procura di Bergamo indaga sulla fuga di notizie che ha fatto trapelare sui giornali l’avviso di conclusione delle indagini sul Covid prima che arrivasse ai diretti interessati. Bene. Ma tanto sappiamo che non porterà a niente e che ormai il danno è fatto.
- Pubblicati i video del violento pestaggio commesso dai collettivi di sinistra di Bologna ai danni degli studenti di destra e di FdI. Calci, pugni, spintoni, insulti. Ne avete sentito parlare? No, ovviamente. Però domani Schlein, Conte e tutto l’ambaradan di sinistra saranno a Firenze per manifestare il loro “antifascismo” per una rissa (quella del Michelangiolo) che tutto è stato tranne che una “spedizione squadrista”. Vi pare normale?
- Piccolo suggerimento: perché domani in piazza non fate vedere quel filmato in cui si vedono democratici studenti di sinistra riempire di botte i militanti di destra? Perché non ci scrivete un bell’editoriale in difesa della Costituzione, del diritto di tutti di esprimere le proprie idee e via dicendo? Eh: perché?
- Ehm, Paolo Berizzi ci sei? Me lo scrivi un pezzo sulla “marcia sull’Università della gioventù di sinistra” (baby democratici) che fa gli agguati alle spalle e picchia la gente senza un perché?
- Sempre Berizzi a Forrest disse che “il pestaggio a Firenze davanti al liceo è sproporzionato, squadrista e fascista. Meloni è timida o distratta e non vede il rischio della copertura politica”. Bene.
Allora dicami, Paolo: il pestaggio di Bologna non è forse “squadrista e fascista”? Oppure le botte fanno meno schifo se a tirare i pugni sono quelli di sinistra? E ancora: quale è la “copertura politica” verso quegli 8 indagati? Il Pd? La sinistra italiana? Illuminaci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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