Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari, pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.
Guerre lontane, ma anche vicine. Guerre interne, come quelle di casa nostra. Guerre fatte non da missili e colpi di cannone, ma di accuse, falsità. Di demonizzazioni nei confronti dell’altro, dell’avversario. Lo racconta bene Daniele Capezzone nel suo ultimo libro edito da Piemme dal titolo “Occidente, noi e loro”. Il direttore editoriale di Libero, che abbiamo intervistato in questa puntata speciale de La Buvette, parte proprio da una data significativa e divisiva: il 25 aprile. Non dovrebbe essere una festa di unità nazionale? Vi starete domandando e, invece, no. Non lo è! Le ragioni? Ci dice tutto Daniele…
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“Contro la resa a dittatori e islamisti, il sottotitolo è uno sfogo. Il nostro Occidente, le nostre democrazie sono piene di guai, piene di difetti, ci fanno disperare tutti i giorni però non possiamo buttare via il bambino con l’acqua sporca. Non è che possiamo confondere un modello come il nostro con dittature orrende o con regimi di integralismo islamico. Quelli che stanno qui e dicono che il nostro Occidente fa schifo mi domando: perché non prendono il primo aereo e non si trasferiscono a Pechino, Teheran, Mosca, scelgano loro la meta preferita…”
Poni i lettori difronte ad un bivio: noi e loro… chi sono loro?
“Guarda, loro non sono necessariamente “quelli che parlano una lingua diversa dalla nostra o hanno un passaporto diverso dal nostro”, è una questione di principi. Per esempio: tre giorni fa a Torino atroce fatto di cronaca tra due persone tunisine. Lei voleva vivere all’occidentale e lui l’ha atrocemente accoltellata, l’ha uccisa davanti ai loro bambini di 12 e 13 anni. Tunisino lui, tunisina lei, ma lei era con noi. Lui tragicamente con loro, con i nemici della libertà. Non si tratta di “inimicizzare” un’altra parte del mondo, si tratta di “inimicizzare” i nemici della libertà. Quelli che ci vogliono uccidere!”
Il tuo libro è una sorta di monito, di sveglia. Ci dobbiamo svegliare?
“Una parte del nemico sta nel nostro dormire, nel non voler vedere le cose. E anche nel non voler più vincere! Non vedo leader che abbiano la voglia di far vincere la libertà, di espanderne gli orizzonti. Vedo solo gente che da tutte le parti del mondo va a scusarsi per colpe che l’occidente non ha commesso, a vergognarci della nostra storia, a vergognarci di quello che siamo.”
Daniele, diamo un consiglio non richiesto a chi ci ascolta: come sopravvivere e come difendere l’Occidente.
“Intanto rispondendo ad una domanda semplice: mi piacerebbe andare a vivere in un regime autoritario? Lo dico a…”
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