Non ho dubbi. Elena Cecchettin voleva andare a Sanremo. Perché la mamma di Giogiò Cutolo, ammazzato per aver difeso un amico, c'era? Perché il maestro Allevi sofferente e commovente pure? Perché un comunicato degli agricoltori (così pare) verrà letto sul palco? E lei, un'eroina senza aver commesso gesta, no?
E quindi cosa ha fatto? Ha preso di mira il momento dell'Amore raccontato dai ragazzi di Mare Fuori. Lo hanno fatto da par loro. Con quelle facce sfidanti e fragili, amate e inquietanti usando termini quali: «Ascolta, accogli, accetta, impara, verità, accanto, no e insieme . Parole proiettate sul
vidiwall del palco perché ci rimanessero negli occhi. Parole che lei, Elena, la virago dei luoghi comuni, ha definito «da Baci Perugina». Saranno stati pure termini semplici, al limite del banale, ma sono proprio queste le parole che ci ancorano al rispetto. Alla presa di coscienza che un rapporto è fatto da due persone. Non da una sola che decide per entrambi. Ripeterlo aiuta. Lo hanno detto e ridetto anche lei e il padre Gino. Lo hanno ribadito in ogni intervista, in ogni evento, in Tv e in chiesa. Il rispetto. Pretendere il rispetto. Ora però, per Elena, chi ne parla fa «un siparietto intriso di pinkwashing», che sta per ipocrisia in nome della donna, o anche letteralmente per l'annacquare qualcosa di color rosa.
La verità è che la Cecchettin alla morte orrenda della sorella Giulia gridò, in prima battuta, all'omicidio
di Stato. Questo attacco insulso che sapeva di rabbia e solitudine fu scambiato dai benpensanti come acuta e coraggiosa riflessione di una ragazza dotata di spirito speculativo.
E adesso beccatevi i risultati. Non le sta bene niente! O parlano scrittori, intellettuali e Fazio o tutto fa schifo. Non vi viene però il dubbio che forse Elena ha aspettato un invito mai arrivato? Che Rai ingrata! Ergo che Stato omicida!- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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