Chiedete scusa ad Acerbi, i dolori della povera Schlein e Renzi: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: gli assalti nelle Università, l'attacco di Mosca e Juan Jesus

Chiedete scusa ad Acerbi, i dolori della povera Schlein e Renzi: quindi, oggi...
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- Francesco Acerbi è stato assolto dall’accusa di insulti razzisti rivolti a Juan Jesus. Giusto o sbagliato che sia, viene da chiedersi: perché allora la Nazionale lo ha cacciato "a priori" dal ritiro azzurro? Possiamo anche essere d'accordo sul fatto che il dietrofront del difensore puzzi lontano un miglio. Ma la giustizia non si muove, o non dovrebbe agire, per ipotesi. Per punire un "imputato", sia pure a livello sportivo, servono delle fatti su cui basarsi o almeno - come dice il giudice nel dispositivo - "indizi gravi, precisi e concordanti in modo da raggiungere al riguardo una ragionevole certezza". Non basta insomma la denuncia di Juan Jesus (la vittima) per formulare una condanna. Altrimenti si tratterebbe di un pericoloso precedente: domani chi volesse far squalificare un avversario per 10 giornate potrebbe inventarsi di sana pianta di aver subito un simile insulto senza che nessuno si metta lì a verificare se è avvenuto davvero.

- Questo non significa mettere "in discussione la buona fede del calciatore del Napoli", che potrebbe aver mal interpretato o davvero frainteso il contenuto della frase. Ma se anche avesse sentito bene, senza "il supporto di alcun riscontro probatorio esterno, che sia audio, video e finanche testimoniale" non è possibile irrorare una pena così severa.

- Resta dunque una domanda: se non è stato raggiunto "il livello minimo di ragionevole certezza circa il contenuto discriminatorio dell'offesa arrecata", per quale motivo la Nazionale ha cacciato Acerbi "a priori"? Tra la versione di Juan Jesus ("razzista") e quella del difensore ("non ho usato la parola negro"), si è dato credito alla prima "sulla fiducia". Tra qualche mese emergerà un video o un indizio che dimostra "con ragionevole certezza" che Acerbi quella frase l'ha detta eccome? Bene: solo a quel punto potrà essere messo alla gogna. Non prima. Non senza il pronunciamento di un giudice, come spesso accade in Italia. A volte al sistema occorre ricordare che non basta un sospetto per lapidare il mostro.

- I russi puntano ancora sulla pista ucraina e adesso ci ficcano in mezzo pure gli Usa e la Gran Bretagna. Ormai siamo nella fase della post verità: nessuno ha in tasca la certezza di come siano andate le cose, ma tutti portano acqua al loro mulino. Siamo di fronte a due o più propagande che si scontrano, ognuno a tirare per la giacchetta questo o quell’altro fatto. L’approccio più corretto al momento è quello di attenersi ai fatti: i terroristi urlavano “Allah Akbar”.

- Son tornati i violenti all’Università. Gira un video dall’Ateneo di Bari in cui si vede una studentessa “pretendere” la convocazione di un Senato Accademico straordinario per discutere della partecipazione ai bandi insieme ad Israele. Alla Sapienza ci sono stati i soliti scontri tra polizia e studenti che cercavano di entrare con la forza nell’edificio del Rettorato occupato. Colpisce un particolare dei discorsi dei centri sociali e affini: usano sempre l’imperativo (“L’Università deve ascoltarci, deve boicottare Israele, deve, deve deve”) come se fosse loro tutto dovuto. Se il nostro sistema di istruzione accademica ha un problema è quello di lasciare troppo tempo libero a certi soggetti, forse poco impegnati sui libri da potersi dedicare alle scorribande politiche.

- Il Pd ha deciso: Elly Schlein deve candidarsi. Come? Quando? Perché? È tutto da definire, visto che sono state presentate “diverse formule” sulle modalità di inserimento in lista. In ballo ci sono i famosi problemi sulle quote rosa e la rappresentanza di genere. Ho grande pena per Elly, costretta a barcamenarsi tra i politicanti barocchi dem, quando alla sua avversaria - Giogia Meloni - basta affermare “mi candido” per mettere più o meno in riga tutti.

- Ha ragione Meloni, e sbaglia Salvini a soffiare sul fuoco delle divisioni del governo. Il regalo migliore che il centrodestra può fare al centrosinistra è quello di azzannarsi a vicenda ridando speranza ad una opposizione al momento morta e defunta.

- Sia lode al rettore dell’Università di Genova che, al contrario di qualche suo collega (vedi Torino), non si piega agli insulti e alle richieste di Cambiare Rotta e dei pro-Palestina: l’Università porterà avanti i progetti con Israele. “È un momento difficile , gli atenei sono in prima linea e hanno la responsabilità di guidare la società verso una maggiore coesione.

È un ruolo importante quello che abbiamo oggi”. Chapeau.

- Magi, Bonino e Renzi sono vicini a formare un listone unico per le Europee dal nome, forze, Stati Uniti d’Europa. Mi immagino la fila per votarli.

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