"Commozione tardiva". Lerner sputa veleno sulle lacrime della Meloni

Il premier si commuove al museo ebraico di Roma e pronuncia parole durissime contro le leggi razziali. Ma Lerner polemizza: "Non basta a rimuovere le colpe storiche..."

"Commozione tardiva". Lerner sputa veleno sulle lacrime della Meloni

Nemmeno le lacrime di Giorgia Meloni hanno fermato il veleno di Gad Lerner. Il giornalista ha infatti infierito sulla commozione mostrata ieri dal premier al Museo Museo Ebraico di Roma, durante la cerimonia di accensione delle luci dell'Hannukah. E pensare che, al di là del coinvolgimento emotivo, il premier aveva lanciato anche un messaggio chiarissimo: "Le leggi razziali furono una ignominia". Rispetto a quelle inequivocabili parole, uno si sarebbe aspettato il plauso dell'ebreo Gad, certamente sensibile alla questione. E invece no.

Il commento di Gad Lerner

Interpellato dall'Adnkronos, il giornalista libanese ha preferito commentare con una certa vis polemica l'atteggiamento del presidente del consiglio e pure quella sua sincera commozione. "Giorgia Meloni ha 45 anni. Diciamo come minimo che la sua è una commozione tardiva. Dichiararsi amici di Israele non basta a rimuovere le colpe storiche del razzista Almirante, di cui essa fino a ieri rivendicava l'eredità", ha affermato Gad Lerner. Ora, vorremmo sapere cosa mai avrebbe dovuto fare la leader di Fratelli d'Italia per scrollarsi di dosso quel pregiudizio politico rispetto al quale si era più volte e con fermezza smarcata. Non più di una settimana fa, Meloni aveva peraltro definito le leggi razziali "una ignominia, un’infamia che avvenne nel silenzio di troppi".

Le parole e la commozione del premier

E ancora, aveva chiarito: "Le leggi razziali del 1938 rappresentano il punto più basso della storia italiana, una vergogna che ha segnato la nostra storia per sempre, come ho detto più volte e lo ribadisco". Stranamente, non abbiamo registrato reazioni da parte di quegli esponenti di sinistra solitamente pronti a passare le affermazioni della Meloni a raggi x. Peraltro, lo sgradevole commento pronunciato da Lerner dopo la cerimonia al Museo Ebraico tralasciava il fatto che, oltre alle lacrime, il premier avesse speso anche in quella circostanza parole altrettanto esplicite a favore della comunità religiosa e civile lì riunita.

"L'identità non è escludente e gli ebrei più di altri rappresentano l'identità. Il popolo ebraico preserva la sua identità. Senza fede non siamo altro che numeri. Le tenebre del mondo non possono spegnere le luci dell'Hannukah, una festa la cui storia va divulgata", aveva affermato il premier, lasciandosi andare a un abbraccio con la Presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello. Quest'ultima ha poi sottolineato il proprio apprezzamento per le parole della leader Fdi. "Ritengo che contribuiscano a contrastare definitivamente le ambiguità che in una parte del Paese sono ancora presenti sul fascismo e sulle sue responsabilità", ha affermato.

Poi ha ringraziato il governo italiano per avere votato all'Onu la risoluzione a favore di Israele, mentre in passato - ha chiosato - "ci si asteneva per non rompere" la linea europea.

Così, il commento di Lerner è sembrato un isolato esercizio di livore politico. A esprimere apprezzamento per la Meloni infatti era stato anche il giornalista David Parenzo, solitamente non certo tenero con il premier.

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