Uno sfregio ai credenti, ma anche la testimonianza di un’integrazione al momento non riuscita. Due alunni della quinta elementare della scuola Parini di Torino hanno fatto a pezzi due crocifissi e li hanno gettati dalla finestra per provare a nascondere quanto accaduto. Un atto vandalico senza precedenti in quello che è considerato da sempre un punto di riferimento per l’integrazione dei bambini stranieri, tanto da ricevere un invito al Festival della Pastorale migranti per raccontare come lavora per l’accoglienza.
La scuola Parini fa parte dell’Istituto Comprensivo Torino II insieme alla scuola primaria Aurora e alla scuola secondaria di primo grado Morelli. In totale, i plessi dell’istituto ospitano 1.033 alunni divisi in 49 classi. Parliamo di un edificio storico, costruito nel 1882, che come riportato sul sito internet ha attraversato le varie stagioni della scuola italiana post-unitaria e i principali momenti della storia della scuola torinese, dalle scuole speciali al primo tempo pieno, dalla scuola per gli immigrati dal Sud Italia alle trasformazioni indotte dalla globalizzazione e dalle migrazioni dal Sud del mondo, soprattutto Nord Africa, Africa subsahariana, Asia.
La Parini ospita centinaia di studenti stranieri provenienti da diverse parti del mondo, come confermato anche dal preside Massimo Cellerino: dall’Egitto alla Nigeria, dal Perù alla Tunisia fino al Bangladesh. Al centro del progetto formativo vi è la convivenza e la creazione di una comunità interculturale che comprenda il rispetto delle fedi e delle altre differenze esistenti. Per centrare l’obiettivo è stato creato un Protocollo di accoglienza degli alunni stranieri neo immigrati che viene applicato in tutti i plessi per il loro inserimento e per il monitoraggio della loro inclusione all’interno delle classi.
Complice la presenza di studenti con differenti bisogni, l’istituto ha messo a punto molteplici modalità metodologiche di insegnamento e apprendimento, “realizzando un curricolo verticale inclusivo”. Ma non solo. Per facilitare l’integrazione dei ragazzi stranieri nel più vasto contesto sociale, coniugando “pari opportunità e rispetto delle differenze”, la scuola opera con servizi, associazioni di volontariato, organizzazioni, biblioteche, altre scuole e amministrazioni locali. Secondo quanto ricostruito, il caso dei crocifissi fatti a pezzi non sarebbe legato a un gesto oltraggioso ma a una bravata.
Da qui la sottolineatura del preside Cellerino: "Le implicazioni di un gesto del genere possono portare molto lontano, ma per noi quanto accaduto è piuttosto lo spunto per un approfondimento e una riflessione: non ci vediamo una guerra di religione, ma l’occasione di chiarire i termini dei comportamenti e rendere tutti più consapevoli". Senza però dimenticare la gravità dell'accaduto e la necessità di sensibilizzare, soprattutto in un ambiente così multiculturale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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