Cup le dà la risonanza per il 2027. Ex operaio dell'Ilva: "Non so se ci sarò"

La denuncia di un ex operaio dell'Ilva mostra la tragica situazione delle prenotazioni di appuntamenti medici anche in regime di estrema urgenza

Cup le dà la risonanza per il 2027. Ex operaio dell'Ilva: "Non so se ci sarò"
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È uno di quei casi che fanno indignare e chiedersi come sia possibile che accadano cose del genere. E la storia di un ex operaio dell'Ilva di Taranto, Piero Vernile, che nel 2017 aveva scoperto dei linfonodi al braccio destro e due focolai tumorali benigni al polmone destro, tenuti sotto osservazione con Tac e Pet. Ma Vernile, aveva anche bisogno di una risonanza magnetica urgente.

L'appuntamento per la risonanza

Quando ha chiesto appuntamento al Cup (Centro unico di prenotazione) dell’Asl di Palagiano, il suo paese, a una ventina di chilometri da Taranto, si è sentito rispondere che la prima data disponibile era per il 27 marzo del 2027 all'ospedale di Castellaneta. "Grazie, ma tra due anni non so nemmeno se ci sarò" ha risposto l'ex operaio all'impiegato del Cup.

"Già sono stato costretto a sospendere Tac e Pet grazie alla emergenza Covid — racconta in un'intervista al Corriere —. Adesso, sentirmi dire che solo tra due anni potrò fare una risonanza magnetica mi ha fatto incazzare e provare schifo per questa Regione, questa nazione, questo sistema sanitario. Noi all’Ilva respiriamo ancora sostanze cancerogene, c’è ancora l’amianto non incapsulato, e questi che comandano, tutti, di ogni colore, alla Regione e al governo negli ultimi vent’anni, non garantiscono ai cittadini una assistenza sanitaria decente e non si vergognano di queste liste d’attesa per esami indispensabili, che possono significare la vita o la morte".

Il suo impegno nel sindacato

Vernile all’Ilva è diventato sindacalista e con questa intervista ha voluto denunciare apertamente quello che succedeva in fabbrica: "Una storia costellata di morti e malati di cancro, adulti e soprattutto bambini, la vergogna della malasanità qui è una doppia vergogna, la gente in lista di attesa non si conta più". E la sua denuncia non è stata vana, ma ha fatto in modo che tanta gente che è nella sua stessa situazione denunciasse a sua volta.

Quella che viene fuori è una situazione disperata dove la rabbia delle persone esplode con tutto il dolore che si porta dietro. Soprattutto nei confronti del presidente della Giunta regionale, Michele Emiliano - che più volte ha ripetuto come funziona bene la sanità pugliese - e dei dirigenti sanitari da lui nominati. La sua storia è letteralmente esplosa quando Vernile riceve poi una chiamata dal Cup dell’Asl di Taranto il 28 marzo che fa ancora più indignare l'uomo.

La telefonata del Cup

"La gentile signora dell’Asl - racconta - si scusa con me, mi dice che son cose che non devono accadere e si inoltra in una complicata spiegazione di “agende chiuse” e “agende aperte” per giustificare le liste di attesa. Poi mi dice: “Proprio un’oretta fa si è aperta la possibilità di fare la risonanza in una clinica di Taranto il prossimo 9 aprile. Guardi, in via eccezionale, le fisso già l’appuntamento”. In via eccezionale? Le rispondo che non voglio trattamenti di favore. La signora non “recepisce” e insiste per agevolarmi, dice che posso fare la risonanza anche privatamente e che poi basta che io invii la ricevuta di pagamento al Cup, dove loro valutano caso per caso il rimborso, “ma per lei sicuramente la pagheremo, non si preoccupi”.

Il racconto prosegue poi: "Mi sono arrabbiato e le ho detto: perché ciò che mi sta dicendo non me lo scrive e non me lo invia per mail? Che schifo. Fate schifo.

Ho anche una madre ultrasettantenne malata di cancro, che vive da sola e ogni due mesi necessita di farmaci che non può andare a prendere in farmacia perché non ce la fa a raggiungerla, e la farmacia della Asl non è in grado di organizzare una consegna delle medicine a domicilio, una volta ogni due mesi!". Una denuncia a sua che ora sta facendo rumore e ci si auguri continui a farlo e non solo per lui.

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