"La destra mi preoccupa". Il solito Fazio: cambia canale ma non registro

Il conduttore attacca la destra e difende Saviano: "Triste che un premier possa mandare a giudizio un intellettuale". Poi rinnova l'invito a Patrick Zaki, tacendo però sulle sue frasi anti-Israele

"La destra mi preoccupa". Il solito Fazio: cambia canale ma non registro
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Fabio Fazio cambia canale, ma non registro. Forse è un modo per non destabilizzare i telespettatori, abituati ormai da decenni al suo buonismo di facciata in salsa progressista. Ora che si appresta a debuttare sul Nove con il nuovo Che tempo che fa, il conduttore ligure è pronto a riprendere il suo racconto a puntate, fatto di ospiti generalmente orientati a sinistra e di discorsoni impegnati sull'attualità. Al riguardo, il presentatore ha già dato un assaggio di quello che sarà il suo menù stagionale, rinnovando a Patrick Zaki (saltato alla première per motivi di opportunità) l'invito a esserci "sin dalla seconda puntata".

"Zaki avrebbe dovuto parlarci del suo nuovo libro, ma visto quello che sta succedendo a Gaza, abbiamo pensato che sarebbe stato folle non dedicare la puntata all'attualità. Quindi, avremo Liliana Segre e David Grossman", ha spiegato il conduttore, omettendo stranamente un dettaglio: ovvero le dichiarazioni choc che l'attivista egiziano aveva fatto contro Israele e il premier Netanyahu, proprio commentando l'attualità, e le successive riprovazioni nei suoi confronti. In compenso, al netto di quella curiosa dimenticanza, Fazio non s'è scordato di riservare giudizi (non altrettanto felpati) alla destra italiana, da lui descritta con attributi decisamente negativi.

"Mi chiedo perché si stiano facendo giganteschi passi indietro e perché ci sia una voglia così forte di sdoganare e recuperare atteggiamenti che hanno a che fare con i periodi più bui della nostra storia. Mi preoccupa che si guardi indietro anziché al futuro, che si intestino vie ad Almirante", ha affermato il conduttore in un'intervista rilasciata alla Stampa. E di nuovo: "Speravo che questa potesse essere l'occasione per la costruzione di una destra moderna: totalmente mancata". Che poi, non si capisce esattamente come dovrebbe essere questa "destra moderna" auspicata dai progressisti; forse una succursale del Pd, ma un po' meno di sinistra.

Invitato poi a commentare la recente sentenza di condanna per Roberto Saviano, il presentatore di Che tempo che fa ha chiosato: "Sostanzialmente è una sua vittoria. Formalmente è molto triste che un presidente del consiglio possa mandare a giudizio un intellettuale, peraltro sotto protezione, o chiunque di noi, per una espressione, anche dura. Vista la sproporzione dei mezzi mi sembra anche molto preoccupante". Del resto, non ci saremmo aspettati una posizione tanto diversa o meno di parte, vista l'amicizia che da tempo lega Fazio all'autore di Gomorra.

Più avanti, incalzato sulla televisione che dice "quel che tutti pensano ma che nessuno esterna", Fazio è sbottato: "Non esiste il diritto di dire tutto quello che si pensa. La libertà implica anche il non dire o non fare, perché la libertà non esiste disgiunta dalla responsabilità.

È molto di comodo questa lettura drastica e massimalista: serve a sdoganare l'aggressività". Perfetto. Ci chiediamo però se questa massima non valga allora anche per lo stesso Saviano, che in televisione insultò la Meloni (rivendicando peraltro quella scelta) salvo poi lamentarsi delle conseguenze.

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