"Un disastro". Tedeschi ancora a gamba tesa sull'Italia ma i numeri li smentiscono

Dopo gli attacchi al nostro turismo del ministro tedesco, arriva il fango mediatico. E nel firino finisce il governo Meloni. I numeri però smentiscono la narrazione anti-italiana

"Un disastro". Tedeschi ancora a gamba tesa sull'Italia ma i numeri li smentiscono
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La delegittimazione prosegue. Dalla Germania arriva un nuovo attacco al nostro turismo, guarda caso proprio nell'anno in cui l'Italia ha registrato un record di presenze sul fronte vacanziero. Mettiamola così: fuori dai nostri confini sembra che qualcuno stia rosicando un po' e che fatichi probabilmente nasconderlo. Così, come accadeva nella favola esopica della volpe e dell'uva, quel che non si riesce a ottenere o a eguagliare viene contestato, snobbato, ridimensionato. È accaduta la stessa cosa alle politiche sul turismo del governo Meloni, che dalla Germania sono state nuovamente contestate, anche a fronte di numeri in grado di smentire quelle critiche.

Del resto, non pontendosela prendere con le nostre bellezze artistiche e naturali (oggettivamente uniche al mondo), certi osservatori tedeschi hanno concentrato i loro veleni sull'esecutivo in carica. In un articolo pubblicato sul quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, difatti, la politica italiana viene così accusata di aver "ostinatamente ignorato" il potenziale turistico del nostro Paese. "Per decenni, gli italiani hanno pagato questo disinteresse con la perdita di opportunità di crescita. Il sud Italia attira meno turisti internazionali delle Isole Canarie, che a loro volta hanno meno abitanti della provincia di Napoli. È difficile da credere. Il Mezzogiorno italiano ha un paesaggio culturale di incomparabile ricchezza. Si estende su più di un terzo dello stivale e si presenta con 5500 degli 8000 chilometri di coste italiane. Ma il potenziale giace incolto", si legge nell'articolo. Definire la suddetta descrizione ingenerosa è un eufemismo.

Le regioni del sud Italia, anche quest'anno, si sono mantenute su livelli importanti di presenze e - a proposito di potenziale "incolto" - a inizio agosto scorso il sito archeologico di Pompei ha registrato un record di visitatori paganti: 21mila in un solo giorno. L'Italia, in generale, si è confermata come una delle destinazioni preferite dai viaggiatori: la quarta più popolare per i turisti europei (che coprono il 12% della spesa totale). Gli stessi dati dati Istat e Eurostat avevano confermato come il turismo fosse tornato a essere una locomotiva per l'economia italiana dopo gli anni delle restrizioni dovute alle misure anti-Covid. Secondo le stime di Demonskopika, l’Italia accoglierà nel 2023 oltre 442 milioni di presenze (127 milioni prevenienti dall'estero) con un aumento del 12,2% rispetto all'anno precedente, già in forte crescita. Numeri che smentiscono la narrazione anti-italiana proveniente da oltre confine.

Non stupisce peraltro il fatto che il succitato quotidiano tedesco abbia specificamente preso di mira le azioni del governo Meloni in materia di turismo, dando idealmente seguito a un attacco choc che il ministro della Sanità tedesco, Karl Lauterbach, aveva fatto al nostro Paese dopo essere stato in vacanza in Italia. "Una campagna pubblicitaria multimilionaria si è trasformata in un disastro di marketing per l'Italia. Il Paese non può permettersi questa mancanza di strategia", ha attaccato il Süddeutsche Zeitung, riferendosi poi esplicitamente all'iniziativa promozionale "Open to Meraviglia". "Quando il governo guarda all'Italia come destinazione turistica, vede un paradiso vacanziero senza eguali. Quello che non vede è la necessità di agire", prosegue il giornale tedesco, stranamente evitando di menzionare il Piano strategico del turismo recentemente approvato dal governo, con tanto di cronoprogramma e obiettivi prefissati per valorizzare ulteriormente il settore. E ancora, giù critiche strumentali al governo: "Tanta propaganda patriottica poca competenza, la politica turistica italiana rivela le carenze dei populisti di destra".

Come mai tanta acrimonia? A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina: non vorremo che la descrizione offerta dal quotidiano tedesco sottendesse in realtà un tentativo di ridimensionare la costante crescita italiana nel turismo (superiore a quella registrata in altri Paesi, Germania compresa).

Facciamo inoltre notare come, secondo i dati, i maggiori flussi turistici nell'estate 2023 si siano registrati proprio da Germania, Svizzera, Stati Uniti, Regno Unito e Olanda. E i turisti tedeschi companiono anche nel novero di quelli che più spendono nel nostro Paese (il primato spetta comunque agli statunitensi). Come si dice "rosicamento" in tedesco?

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