Ermal Meta e l'appello alla Meloni: "Basta stupri, fermiamo questa mattanza"

Dopo il terribile caso di Palermo, Ermal Meta ha raccolto migliaia di testimonianze inviate da vittime di violenza sessuale. L'appello a Giorgia Meloni: "È giunto il momento di fermare questa mattanza"

Ermal Meta e l'appello alla Meloni: "Basta stupri, fermiamo questa mattanza"
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L'intervento di Ermal Meta a favore delle tante vittime di stupro ha infine portato a un appello al presidente del Consiglio Giorgia Meloni affinché certe atrocità non vengano più commesse. La certezza della pena potrebbe davvero fare la differenza, e questo renderebbe giustizia, almeno in parte, alle tante donne, ma non solo, finite nelle grinfie di aguzzini senza alcuno scrupolo.

Vite spezzate

Purtroppo le pagine di cronaca sono piene di casi di questo genere, donne, ragazzine, a volte addirittura bambine, divenute vittime di abusi abominevoli. Vite spezzate, distrutte, che finiscono nell'ombra, mentre in alcuni casi i loro carnefici neppure pagano per ciò che hanno commesso.

L'episodio di Palermo, una bestialità che fa gelare il sangue, è solo l'ultimo di una lista che continua ad allungarsi. Ermal Meta ha voluto farsi carico della sofferenza delle vittime di stupro e la sua presa di posizione contro i ragazzi che hanno partecipato alla violenza è stata dura e netta. A stupire, però, sono stati alcuni dei commenti ricevuti dal cantante da parte di persone che lo hanno criticato per le sue parole pregne di rabbia e sdegno. "Lì in galera, se mai ci andrete, ad ognuno di voi ‘cani’ auguro di finire sotto 100 lupi in modo che capiate cos'è uno stupro", è il post di Ermal Meta che ha fatto tanto discutere. Qualcuno, infatti, si è risentito per il suo sfogo. "Se c'è una qualche forma di responsabilità collettiva nei confronti dei carnefici, allora dovremmo provare a sentirci responsabili anche per quella ragazza e per tutte le vittime di stupro perché è a loro che dobbiamo veramente qualcosa", ha poi risposto l'artista.

I messaggi delle vittime

I messaggi di vicinanza e sostegno di Ermal Meta hanno però colpito nel profondo coloro che le violenze le hanno subite per davvero. Donne e ragazze che hanno sopportato e sopportano in silenzio, ma che hanno trovato la forza di condividere con lui le loro tristi storie. "Sono stata stuprata il 26 dicembre del 2000...dopo 23 anni non riesco ancora a confessarlo a mio marito, provo vergogna", è il messaggio di una donna. "Vivere con un trauma così non è facile, lavarti fino a farti uscire il sangue dalla pelle perché ti senti sporca è un orrore", scrive un'altra.

Esperienze drammatiche a cui non si può restare indifferenti, è tempo di dire basta. È il momento di fare qualcosa.

L'appello a Giorgia Meloni

In una diretta su Instagram, Ermal Meta, che in questi giorni ha raccolto migliaia di testimonianze, ha lanciato un appello a Giorgia Meloni, la prima donna a ricoprire l'incarico di presidente del Consiglio dei Ministri. "Devono sapere tutti perché questo silenzio degli innocenti deve finire", ha dichiarato il cantante. "Non ho votato per lei ma lei è la mia presidente, come lo è di tutte queste donne e mi rivolgo a lei con il massimo rispetto, in quanto carica istituzionale, donna, madre e cristiana: non crede che sia giunto il momento di finire questa mattanza?".

Un appello a cui sono stati tanti ad unirsi. Le vittime di abuso devono sapere che non sono sole, e che ci sarà qualcuno pronto a tendere loro la mano.

Molti strumenti sono già a disposizione, ma tanto deve ancora essere fatto per impedire a certi orrori di ripetersi e per dare nuova vita e speranza a chi, dopo aver vissuto simili atrocità, ritiene di averle perse entrambe.

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