Fedez si prende uno schiaffone, incubo migranti e Biden: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la visita di Biden a Kiev, la sparata di Francesca Michelin e Carlo Cottarelli

Fedez si prende uno schiaffone, incubo migranti e Biden: quindi, oggi...

- Due premier (Scozia e Nuova Zelanda) e un importante amministratore delegato (Youtube) hanno lasciato il loro incarico perché troppo impegnativo, troppo stressante o perché desiderano occuparsi della famiglia. La Stampa riesce a trasformarla in una “lezione ai maschi alpha” (ma perché?), quando invece altro non sono che segni di debolezza. Se ti fai eleggere per un ruolo apicale e poi scopri che non fa per te, dimetterti significa che non eri tagliato per il ruolo. Fai bene ad andartene, per te e per il lavoro che dovresti svolgere, e questo non fa di te un perdente ma neppure un eroe. Semplicemente, avevi sbagliato mestiere. Capita, ma con le “lezioni ai maschi alpha” che non si dimettono mai non c’entra un fico secco.

- Ps: un signore di nome Joseph e di cognome Ratzinger si è dimesso da un ruolo che in teoria, come dice Francesco, è vita natural durante. Roba divina. Fatemi capire: anche quella era una “lezione ai maschi alpha”?

- Uno studio di avvocati a Bari ha affisso un cartello con una offerta di lavoro per una segretaria. Un po’ rustico, ma arriva al punto: "No veline, se non avete voglia di lavorare non presentatevi". Ora, secondo una non precisata organizzazione questa frase “trasuda sessismo da ogni lettera, ci parla di una selezione delle donne nel mercato del lavoro legata a doppio filo col suo aspetto fisico, e che presume che una 'velina' non possa avere competenze in ambito informatico, malgrado il suo diploma”. Quindi, riassumendo: se cerchi un esercito di gnocche per far colpo sui clienti sei sessista; se cerchi segretarie competenti e non “veline”, sei sessista lo stesso. Diteci, care signore: che dobbiamo fare per non farvi infuriare?

- Oggi è la giornata mondiale della giustizia sociale. Quanto odio le giornate mondiali di…

- Bisogna dare pane al pane e vino al vino. Quando col governo Conte e Draghi l’hotspot di Lampedusa brulicava di immigrati eravamo i primi a denunciarlo. Stamattina a fronte di 400 posti ne dormivano nel centro di accoglienza 2.168. Non è umano. Bisogna fermare gli sbarchi o l'incubo migranti non lascerà dormire sonni tranquilli al governo.

- Anche Le Figaro dice che il bilancio dei primi 100 giorni del governo Meloni sono positivi. Bene. Ma chi se ne frega? Non possiamo infuriarci per i giudizi negativi dei quotidiani esteri e poi rilanciare quelli positivi. Un editoriale di un grande giornale straniero non conta nulla, come non conta nulla un fondo di Luciano Fontana sul Corriere della Sera. Se Repubblica condannasse le politiche di Macron, secondo voi, a qualcuno in Francia interesserebbe?

- La maggioranza di governo sta prendendo l’ottima abitudine di emendare le leggi solo in un ramo del parlamento, lasciando all’altra Camera solo la funzione di ratifica. Così si riducono i tempi di approvazione e soprattutto si arriva a una sorta di “monocameralismo di fatto”. L’idea è ottima, ma nasconde quel tipico approccio italiano di arrabattare soluzioni: anziché modificare la costituzione, sennò Benigni si offende, preferiamo disapplicarla con sagaci stratagemmi. Modifichiamo questa benedetta Carta e non ci pensiamo più. Non è mica il Vangelo.

- Marco Imariso sul Corriere oggi ci informa che il consenso verso Putin in Russia è pari ai livelli del 2008, quando era all’apice della sua popolarità. Scusate, ma qualche mese fa non ci dicevate che la popolazione russa si stava ribellando? Non eravamo lì a rilanciare la protesta dei cartelli bianchi, la nonnina arrestata, i giovani che non vogliono più lo zar? E, aggiungo: sbaglio o Putin doveva essere già nella tomba visti gli allarmi di pazzia, malattia, tumore e via dicendo lanciati e rilanciati dai media occidentali? Non sto facendo il tifo per Vladimir, sto solo spiegando che in questa guerra i nostri giornali ci sono entrati col piede di piombo in stile tifoseria. E a volte hanno preso degli sfondoni che solo nei prossimi anni, rileggendo tutto titolo per titolo, saremo in grado di valutare.

- Carlo Cottarelli, del Pd, dà ragione al governo sul Superbonus. Però lo fa dicendo che parla a suo nome e non a nome del Pd, che sulla mossa della Meloni sta sollevando critiche. Che meraviglia la politica italiana.

- Che a Milano, città dove le case costano 6-7mila euro al metro quadro e gli affitti sono da capogiro, sia in vantaggio la Schlein rispetto a Bonaccini non mi sorprende. Elly è di sinistra sinistra, molto chic, multigender, sardina per antonomasia, si occupa tanto di diritti e un po’ meno di doveri. È la bandierina perfetta per i compagni radical chic meneghini che si devono lavare la coscienza perché indossano abiti Prada ma vorrebbero essere “del popolo”.

- La visita di Biden a Kiev. Per essere storica, è storica: per la prima volta un presidente americano va in un contesto di guerra senza che le forze amate Usa abbiano il “controllo” aereo e militare dell’area. Il contenuto simbolico della visita è altissimo, quello pratico vedremo. La Nato invierà o no i caccia? Senza, riconquistare il Donbass sembra molto difficile.

- Il voto nei circoli del Pd certifica quello che in fondo sapevano pure i morti: ovvero che alle primarie si sarebbero sfidati Bonaccini e Schlein. Intanto però il Pd ha perso mesi dietro a discussioni, mozioni, analisi. Va bene, è il sale della democrazia. Ma non vi sembra di essere un po’ in ritardo coi tempi?

- Ho grande simpatia per Francesca Michielin, ma su Sanremo ha preso un granchio colossale. Sul fatto che i finalisti fossero cinque maschi ha detto: "Non è che forse c'è un po' di misoginia nel pubblico che preferisce votare gli uomini? Su questo bisogna riflettere. Non c'è una verità unica, ma ci sono dei dati che parlano. Ovvio che la qualità delle canzoni ci deve sempre essere, ma a parità di qualità, con le stesse canzoni, cosa succederebbe?”. Ma cosa diavolo c’entra? Al televoto avranno votato sia maschi che femmine, nessuno ha fatto più pubblicità agli uomini che alle donne, e non ci sono dietrologie di sorta: semplicemente, le canzoni delle cantanti in gara facevano più schifo di quelle portate dai maschietti. Mi pare semplice. Senza dover vedere sessismo ovunque.

- Una ricerca sui sentiment dei social nella querelle Fedez-Giordano certifica che oltre il 71% delle reazioni agli insulti del rapper sono negative.

Anche tra i quasi mille commenti sotto il post di Gay.it, dunque probabilmente afferenti alla comunità Lgbt, circa il 75% sono contro il rapper. Insomma: l’influencer si è preso un sonoro schiaffone dai suoi influenzati.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica