Ferragni vi incolpa, il silenzio di Mattarella e la brigatista: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la morte di Barbara Balzerani, il delirio woke della Columbia University e il dossieraggio

Ferragni vi incolpa, il silenzio di Mattarella e la brigatista: quindi, oggi...

- La non intervista di Fabio Fazio a Chiara Ferragni era pienamente attesa nella sua nullità, nel senso che mai ci saremmo aspettati un confronto incalzante sulle tante questioni irrisolte dei casi pandoro, bambola Trudy, uova di Pasqua eccetera eccetera. Certe comparsate tv sono limate al millimetro, non diventeranno materiale di scuola per giornalisti ma di sicuro aiutano ad alzare lo share. Il problema, semmai, è che la regina della comunicazione si è dimostrata molto povera di contenuti, decisamente limitata nella proprietà di linguaggio e quasi nulla nella capacità di “bucare lo schermo” quando si tratta di esporsi in diretta e non dietro il taglia e cuci di uno smartphone. Inoltre Chiara-la-santa ha deciso di non cospargersi più il capo di cenere, ma di accusare noi ascoltatori e consumatori. Dall’“all’errore di comunicazione” di quel famoso video in pigiama, siamo passati al “fraintendimento” del pubblico, colpevole di aver compreso male le intenzioni reali della campagna pubblicitaria. Tradotto: Chiara ha commesso sì un errore, ma non a di “comunicazione”, bensì di pensare che foste abbastanza intelligenti da intendere che non tutto sarebbe stato devoluto in carità. Non proprio il modo migliore per riconquistare l’amore dei fan traditi.

- Ieri sera a Milano una europarlamentare leghista doveva presentare un libro e, come già successo con Eugenia Roccella, antagonisti e centri sociali sono scesi in piazza per impedirlo. Non esiste comportamento più antidemocratico che “contromanifestare” cercando di zittire l’avversario politico e la “libertà di manifestare pubblicamente opinioni”. Peggio ancora se poi ci scappa pure l’aggressione alla polizia. Vista la gravità dei fatti di Milano e la solerzia con cui il Quirinale aveva definito “un fallimento” l’uso dei manganelli contro i ragazzi di Pisa, ci si sarebbe attesi una nota anche per esprimere solidarietà non solo agli agenti feriti ma anche all’Eurodeputata cui volevano impedire di esprimere il proprio pensiero. Se “ libertà di manifestare pubblicamente opinioni” va sempre difesa, come ha ricordato Mattarella, perché non spendere due parolone per difendere il corteo leghista dalle violenze antagoniste? Dal Colle, stavolta, tutto tace. In un silenzio che sembra fare figli e figliastri.

- Il 4 marzo del 2005 veniva ucciso Nicola Calipari a Baghdad. Anziché celebrare le influencer, sarebbe meglio ricordare un po’ più chi ha dato la vita per fare da scudo a Giuliana Sgrena.

- Gli Houti continuano i loro attacchi alle navi mercantili occidentali nel Mar Rosso. Dovete sapere che i miliziani yemeniti hanno affondato un mercantile britannico, Rubymar, che rischia di trasformarsi in una catastrofe naturale. Dove sta il paradosso? Vi spiego. Avete presenti i giovani antagonisti scesi in piazza per la Palestina nei giorni scorsi a Pisa, Firenze e Bologna? Ecco: sono gli stessi che si sgolano nelle manifestazioni green e pubblicano opuscoli tipo “Ambiente e capitalismo: la convivenza impossibile”. Bene: questi filo-arabi pro gree sono pure contrari pure “all’operazione militare Aspides dell’UE contro gli houthi”. Dunque sono amanti del verde ma non voglio che l'Ue fermi gli attacchi dei ribelli che rischiano di trasformare il Mar Rosso in un disastro naturale. Geniale, eh?

- Sia lode alla prof che tira un’ombrellata ai ragazzi che vogliono occupare il Parini di Milano.

- Bella l’intervista al comandante della nave Caio Duilio, però signori miei: questo di mestiere fa il militare e ha abbattuto un drone yemenita, mica una portaerei americana. Va bene celebrare, però senza esagerare. Sennò la prossima volta che il mio dentista mi toglie un dente sarò costretto a intitolargli una via.

- Lo scandalo delle intercettazioni russe degli alti militari tedeschi è clamoroso, ovviamente. Intanto perché ha permesso a Mosca di cavalcare l’ipotesi (ormai quasi una certezza) della presenza di operativi americani, francesi e britannici sul suolo ucraino. Poi perché ha svelato il bluff sui Taurus, che Kiev potrebbe usare senza problemi ma che Scholz non ha intenzione di fornire loro. E infine perché ad oggi i tedeschi non sanno da quanto tempo si è aperta la falla nella sicurezza e quante informazioni siano state carpite dal Cremlino. Una domanda e una considerazione. Primo: ma davvero gli alti comandi dell’esercito tedesco fanno riunioni online sulla piattaforma Webex invece di vedersi di persona per parlare di argomenti scottanti riguardanti la sicurezza nazionale? Secondo: quando Meloni s’è fatta “fregare” dai due burloni russi, tutti a scandalizzarsi per la pochezza delle nostre istituzioni. Nessuno che prenda in giro parimenti quel vecchio socialista di Scholz?

- Se non piove, la chiamano siccità. Se piove o nevica titolano sul “Nord flagellato dal maltempo”. Se a inizio marzo vengono giù i fiocchi di neve non sarebbe una grande notizia.

- Facile fare le inchieste giornalistiche quando hai come fonte un tizio che compulsa un database riservato che non dovrebbe compulsare a casaccio, in cui è contenuta vita, morte e miracoli dei “potenti” che stanno antipatici a questo o a quel giornale. Soprattutto perché il dossieraggio avveniva - a quanto pare - su diretto impulso dei cronisti del Domani: chiamarlo giornalismo investigativo mi pare un tantino esagerato: se chiedo a un ladro di entrare dentro casa di Crosetto per fotografare tutto ciò che trova di sospetto, non somiglio al pool di Spotlight, ma a Diabolik.

- Guarda tu il caso: la perquisizione a casa di Straino, il finanziere che avrebbe cercato negli archivi i segreti dei potenti, è stata fatta solo “dopo” averlo interrogato. Perquisizione a babbo morto, lasciando il tempo di cancellare tante cose. Benvenuti nella giustizia italiana.

- Da quest’anno le donne non vogliono che l’8 marzo siano regalate loro mimose. Non ve ne va mai bene una.

- Allora, un finanziere viene accusato di aver creato dei dossier su politici, vip e imprenditori. Normalmente notizie simili diventano manna per la stampa, che cavalca l’indagine come fantini eccitati. Stavolta invece Corsera, Repubblica e La Stampa ci vanno coi piedi piombo e non se ne trova uno disposto a vergare un editoriale per parlare di “spionaggio fascista”, “deriva autoritaria”, “minaccia alla democrazia” e le solite scemenze che di solito scrivono. Stavolta, essendo spiati solo quelli di centrodestra, spesso a vantaggio dei giornali amici loro, nicchiano. Vabbè. Ma il Corriere raggiunge vette inimmaginabili e descrive così il presunto spione (innocente, fino a prova contraria): “Ticchettare sui tasti non lo affatica, fisare lungamente lo schermo non lo disturba: scrupoloso, infaticabile, curioso, Striano…”. Lo facciamo direttamente santo?

- Il pezzo di Federico Rampini sulla dittatura woke negli Stati Uniti andrebbe letto e riletto in tutte le classi, altro che la lettera a Giulia di Gino Cecchettin. Qui vi riporto solo alcuni passaggi di ciò che una 42enne veneta si è trovata di fronte quando si è iscritta a un master della Columbia University di New York, costretta a “camminare sulle uova, a dribblare le regole della cultura woke" perché "qualsiasi cosa dica o faccia può essere condannata come una micro-offesa rivolta contro afroamericani o latinos".

- Primo delirio: “Sono stata esclusa dal corso a cui ero più interessata, sull’assistenza ai tossicodipendenti, perché i non-bianchi hanno la precedenza”.

- Secondo delirio: “Nella settimana iniziale del Master dedicata all’orientamento dei nuovi iscritti, a noi studenti bianchi è stato chiesto di scusarci con i compagni di corso neri per il razzismo di cui siamo portatori

- Terzo delirio: “Ogni due settimane una bianca come me deve partecipare a una riunione di White Accountability (“responsabilità bianca”): due ore con una persona che ci interroga per farci riconoscere le nostre micro-aggressioni verso i neri e chiederci un pentimento”.

- Quarto delirio: “Non bisogna mai chiedere a un compagno di studi da dove viene: può suonare come un’implicita discriminazione etnica”. (Vi rendete conto??)

- Quinto delirio: “Guai a chiedere verso quale ‘campo’ di studi si orienta: se è nero quella parola può evocare una piantagione di cotone dove lavoravano i suoi antenati schiavi”. Se pecchi, devi “fare un’analisi del privilegio bianco che ti ha indotto in errore”. Nemmeno Orwell era arrivato a immaginare tanto.

- Questa è bella. Come detto, lunedì al Parini di Milano è scattata l’occupazione. Mentre gli studenti bloccavano l’ingresso, un eroico professore di italiano e latino ha provato a entrare lo stesso in classe e ha sfiorato con un ombrello uno degli alunni (che fine hanno fatto le care vecchie bacchette?). Bene. Oggi il portavoce dell’occupazione, “l’unico autorizzato a parlare”, alla faccia della democrazia, spiega: “I picchetti non si sfondano”. Quindi: i “picchetti” degli studenti non si sfondano, mentre i cordoni di polizia possono essere tranquillamente attaccati a suon di sputi, calci, spintoni e (vedi Milano) bastonate. Vi rendete conto che non ha senso?

- È morta Barbara Balzerani, primula rossa della Brigate Rosse, responsabile di diversi omicidi e del sequestro Moro. Lascio agli storici, o a chi ha vissuto quegli anni, ogni commento. Solo una piccola puntualizzazione: non era una “ex terrorista”, come scrivono tutti, ma una “terrorista”. Chi non si pente delle sue malefatte non diventa mai “ex”. E lei non chiese scusa.

- A Parma un uomo è andato al primo appuntamento con una donna, è stato sequestrato in un appartamento perché si rifiutava di fare sesso: lei ha chiuso la porta e l’ha avvertito “che non lo avrebbe liberato finché non

avesse acconsentito ad avere un rapporto sessuale”. Alla fine sono arrivati i vigili a salvarlo. Qualcuno sostoene che ormai il mondo va al contrario, altri che la realtà supera la fantasia. E forse hanno ragione entrambi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica