"Firma qui per chiudere l'Anpi", minaccia Ue a Musk e Arianna Meloni: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la proposta di CasaPound, la riforma delle carceri e Andrea Delogu

"Firma qui per chiudere l'Anpi", minaccia Ue a Musk e Arianna Meloni: quindi, oggi...

- Dice Andrea Delogu: “Mi ricordo ancora quando il papà di una mia amica, avevo 31 anni, mi disse ‘sei un po’ vecchia, chi ti prende più adesso’”. Due opzioni: o quel papà era cieco, oppure era un pirla. Tertium non datur.

- Il Sistema disegnato dal direttore Sallusti su Arianna Meloni non è solo tragicamente verosimile, ma anche plausibile. Chi parla di “complottismo” dimentica di come in questo Paese sono finiti i governi Berlusconi e Prodi e di come le inchieste sulla politica abbiano via via terremotato esecutivi legittimamente formati. Il caso Toti, con un’inchiesta più unica che rara e una reclusione esagerata che l’ha costretto alle dimissioni, ci ricorda che in Italia non c’è nulla di più perverso del Sistema che apre indagini su reati presunti (procura di Genova) e grazie ai giornali (Il Fatto, Repubblica, ecc ecc) e ai partiti giustizialisti (la manifestazione in piazza di Pd, M5S e Sinistra vi dice nulla?) le trasforma in sentenze politiche definitive prima ancora dell’avvio del processo. Salvo poi ricredersi, magari, quando il giudice archivierà il tutto o assolverà l’imputato. Che intanto però è stato rovinato.

- Il sindaco Lepore crede che sia necessario tassare i turisti che arrivano a visitare Bologna. Idea discutibile, ma è sbagliato l’approccio. Non bisogna “tassare” a casaccio i turisti, ma semmai fargli pagare un biglietto come a Venezia. Il che renderebbe le nostre città quello che effettivamente sono: dei musei a cielo aperto.

- L’idea di Carlo Nordio di spedire chi si trova in custodia cautelare in carcere in una dimora sociale, ai domiciliari o in cooperative autorizzate non è male. Leggo che Anm e sinistra protestano perché in questo modo “il problema non si risolve adesso”, ma ci vorrebbe del tempo. Quindi bocciano l’idea. Scusate: ma allora perché non avete chiesto al signor Mario Draghi, anni fa, di risolvere il problema? Sembra quasi che l'obiettivo sia quello di portare le carceri ad un tale sovraffollamento che poi, alla fine, le uniche soluzioni diventano l’amnistia o l’indulto. Il che è folle. Chi è in attesa di processo (16mila persone innocenti fino a prova contraria) deve poter essere recluso in altri contesti a meno che il reato che gli viene contestato non sia pericoloso per l’incolumità pubblica (stupro, omicidio, terrorismo). Fine.

- Personalmente trovo ingiusto, invece, che chi ha una pena residua di 18 mesi possa uscire prima del tempo dal carcere: in un Paese normale condanna va scontata per intero.

- Dovete sapere che l’Anpi ha avviato una raccolta firme per sciogliere (nell’acido?) CasaPound che si appresta, a settembre, a tenere un incontro nazionale a Grosseto. Solita storia: il ritorno delle camicie nere, la Costituzione, l’importanza dell’Antifascismo eccetera eccetera eccetera. CasaPound ha risposto con una controproposta: una raccolta firme per togliere i sussidi statali all’Anpi. In effetti, se è arrivato il momento di chiudere il capitolo fascismo e neofascismo, è anche l’ora di smetterla con i nipotini dei partigiani. Ditemi: dove si firma?

- Un ladro è rimasto gravemente ferito dopo essersi gettato da un balcone al secondo piano di una palazzina a Roma. Nessuno può dire “ben ti sta”, però insomma…

- Non si parla d’altro che della rottura di Vannacci con la Lega, smentita da Salvini. Il punto è questo: certe manovre, un po’ come i golpe, si fanno in silenzio, dietro le quinte, con circospezione. Non si sbandierano le intenzioni scissioniste ai quattro venti quando ancora non c’è nulla, o quasi. Mi sbaglierò, ma la storia continua a puzzarmi di gossip estivo.

- Questa fa ridere. È una barzelletta estiva. La Stampa, quotidiano degli Elkann che guai a criticare Stellantis, accusa questo Giornale di “vicinanza e organicità al governo”. Dobbiamo ricordare ai colleghi stampisti che Repubblica, parte del loro stesso gruppo, ha mandato al macero 100mila copie perché un pezzo non era gradito ai padri-padroni di Gedi?

- L’inchiesta della Russia contro i giornalisti del Tg1 fa giustamente accapponare la pelle. Però tecnicamente i cronisti hanno effettivamente violato il confine russo, entrando nel Paese senza autorizzazione, come Mosca accusa. Hanno fatto bene? Certo. Devono essere assolti perché stavano raccontando la cronaca e la Storia? Senza dubbio. Però vorrei ricordarvi che nel 2005 Fabrizio Gatti, giornalista dell’Espresso, si finse migrante, usò una falsa identità e si fece rinchiudere in un centro di prima accoglienza di Lampedusa dove era vietato l’ingresso ai cronisti. Bene. Sappiate che l’Italia, non la Russia, nelle vesti del procuratore di Agrigento lo mandò a processo e chiese un anno di carcere. Poi è stato assolto (cinque anni dopo!) e tutto è bene quel che finisce bene. Ma non so se siamo nelle condizioni di dare lezioni a Mosca, ecco.

- “Se Elon Musk non si adegua alle regole europee sui servizi digitali, la Commissione Ue chiederà agli operatori continentali di bloccare X o, nel caso più estremo, imporrà di smantellare totalmente la piattaforma nel territorio dell’Unione”. Ad affermarlo è Sandro Gozi, europarlamentare eletto in Francia con il partito di Emmanuel Macron. In sostanza, l’Ue ha approvato una legge (il Dsa, pare una malattia) per costringere le aziende a moderare i post ed evitare la diffusione virale di contenuti violenti ed estremisti. Gozi assicura che la libertà di parola non c’entri un fico secco. E invece sì.

E a dimostrarlo è proprio la lettera di Breton a Musk in vista della sua intervista a Trump: a decidere chi e cosa “potrebbe” configurarsi come incitazione all’odio, violenza verbale e disinformazione - peraltro in maniera preventiva - sono dei burocrati di Bruxelles. E questo, sì, è preoccupante: chi ci dice che non prenderanno di mira solo quei contenuti che loro considerano “non allineati”?

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica