Fucsia, fenici trans e Mozart. Le parole della settimana

Dagli eroismi satanici alla fuga dal concerto di Capodanno, passando per il buon Natale divino: la settimana raccontata in parole

Fucsia, fenici trans e Mozart. Le parole della settimana
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Proviamo a dare un po' di colore poetico alle notizie in bianco e nero che circolano sul web, di seguito alcune della parole che hanno risuonato in questa settimana viste attraverso un filtro a colori

Fucsia

Il diavolo si annida nei particolari. E nei simboli. Sta facendo molto discutere la vicenda dell’albero di Natale fucsia a Verona. Un parroco, don Ambrogio Mazzai, ritrovatosi davanti alla chiesa un albero di Natale fucsia ha fatto ciò che doveva: portare consapevolezza sulla cosa. Perché tutto sommato non c’è nessun motivo per cui una decorazione come un albero di Natale debba essere orrendamente fucsia, se non trasmutare un oggetto natalizio in un piccolo episodio di propaganda di un’estetica LGBTQ, come ha sostenuto don Ambrogio. Ma non dimentichiamo che il fucsia è anche il colore del femminismo radicale. Bravo don Ambrogio, difendiamo la bellezza dalla propaganda fino all’ultimo istante.

Fenici trans

Ma non è certo l’unico episodio di propaganda natalizia. Una fenice trans. A Bologna quest’anno a capodanno invece di bruciare “il vecchione”, tradizione bolognese consolidata, verrà bruciata in piazza una fenice trans, preparata da un attivista trans, simbolo della lotta “transfemminista”. Il woke è così: vuole cancellare tutto, fare tabula rasa di tradizioni e convinzioni per sostituirle con il verbo della sua ideologia totalitaria. Il woke è il pensiero totalitario dei nostri giorni. Ed è un peccato che ci siano istituzioni democratiche, come il Comune di Bologna, che cadono in trappole così elementari. E ovviamente questo gesto di propaganda avrà un costo, pagato dai cittadini: la modica cifra di 15.000 euro.

Fuga dal concerto di Capodanno

E a proposito di capodanno, strana e triste la vicenda del concerto di Capodanno a Roma. Prima il Comune invita Tony Effe, poi il sindaco Gualtieri, su pressione delle femministe ritira l’invito, con la conseguenza che Tony Effe si farà il suo capodanno. Non servivano le femministe a sapere che i suoi testi sono intrisi di violenza, odio, frustrazione, bastava leggerli prima. La cosa curiosa è che dopo il ritiro dell’invito anche altri invitati si sono ritirati e si fatica a trovare un’alternativa. Ma magari si rifiutassero tutte di andare, queste stanche marionette delle case discografiche, e lasciassero spazio a ciò che da troppo tempo occupano abusivamente: la musica italiana.

Mozart

E nel solco di questa polemica a Belve Jovanotti ha sostenuto che Tony Effe e Mozart siano colleghi. Non è difficile, basta digitare su youtube, spotify o qualunque piattaforma la parola “Mozart” per poter accedere al genio immortale di Wolfgang Amadeus Mozart. E lì, fra quei suoni che piovono dal cielo, non c’è più il dubbio, Mozart e la musica commerciale contemporanea sono cose diverse, stessa materia, stesso mezzo – il suono, ma d’altra parte anche un martello pneumatico produce suono – ma fini diversi. La Musica vuole portarci in cielo, quella contemporanea all’inferno. D’altra parte lo stesso Jovanotti ha scritto una canzone dal titolo “Date al diavolo un bimbo per cena”. C’è chi dice che non si dovrebbe parlare di questa vicenda o si fa pubblicità a Tony Effe. Io qui volevo fare pubblicità a Mozart.

Eroismi satanici

I social ci raccontano uno strano fenomeno, quello di Luigi Mangione. Arrestato in America con l’accusa di aver assassinato il capo di un’azienda di assicurazioni sanitarie – rischiando la pena di morte – in rete questo presunto assassino è diventato un eroe, che ora viene celebrato anche dall’ARCI. L’eroe che le arti e la letteratura ci hanno installato in testa non è oggi l’Ulisse o l’Enea che si sacrifica per alte cause usando virtù, ma è il rivoluzionario che si batte contro il sistema, contro il padre, contro Dio. Tutto sommato il Lucifero del Paradiso Perduto di Milton, testo che tutti portiamo inconsciamente dentro, è ancora la bussola che orienta l’Occidente.

Buon Natale divino

Eppure fra fenici transfemministe, eroi e musiche sataniche, piccole grandezze e grandi piccolezze, anche quest’anno si arriva a celebrare il Natale. La festa in cui il divino si fa uomo e l’uomo si eleva al piano divino. La festa più controcorrente che possa esistere, in queste narrazioni contemporanee che ci raccontano come il divino non esista e l’uomo sia il cancro della terra.

Quel piccolo bambino, Dio incarnato, silenziosamente ci ricorda che non è così, che ciascuno di noi porta dentro una scintilla piovuta nel petto direttamente dal Mistero, ci ricorda che esiste il bene e che in ogni istante si può essere buoni, ci ricorda che non vale mai la pena smettere di sperare. Buon Natale a tutti.

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