Com’è possibile che un romanzo, spesso interpretato come un'elegia al declino dell'aristocrazia, abbia trovato spazio nella DDR, la Germania Est, uno stato socialista impegnato a promuovere una letteratura progressista? Un enigma, un paradosso che resiste ancora adesso, a trentacinque anni dalla caduta del Muro di Berlino. Bisogna, però, dire che l'opera di Tomasi di Lampedusa si distingueva dal panorama letterario siciliano utilizzato dalla DDR a fini propagandistici. Il regime, infatti, strumentalizzava opere di autori come Giovanni Verga per veicolare messaggi di collettivismo e resistenza contro le avversità esterne, rileggendole alla luce della propria ideologia. "Il Gattopardo", invece, con la sua rappresentazione sfaccettata dell'Unità d'Italia e della società siciliana, non si prestava a facili interpretazioni ideologiche.
La figura di Alfred Kurella
Alfred Kurella, influente figura culturale della DDR, emerge come un elemento chiave per la proliferazione e la diffusione de “Il Gattopardo” al di là del Muro. Uomo di ampia cultura, con un passato da marxista ortodosso e stretti legami con l'Unione Sovietica, Kurella aveva sviluppato una profonda passione per l'Italia e la Sicilia. Esistono persino delle affinità tra Kurella e Tomasi di Lampedusa: entrambi provenienti da famiglie aristocratiche, poliglotti, appassionati di Illuminismo e con esperienze di viaggi in Europa. Queste convergenze biografiche e intellettuali potrebbero aver contribuito all'interesse di Kurella per "Il Gattopardo".
Ma come si è concretizzato questo interesse in un'azione editoriale? È ipotizzabile che Kurella abbia agito in modo insolito per l'epoca, promuovendo la pubblicazione del libro attraverso un "pizzino" indirizzato a Else Manske-Krausz, responsabile della casa editrice Rütten & Loening. Normalmente, le case editrici sottoponevano le proprie proposte al vaglio del regime, che ne autorizzava la stampa. In questo caso, invece, l'iniziativa partì direttamente da Kurella, in un gesto che testimonia il suo forte interesse per l'opera. L'iter editoriale, tuttavia, non fu privo di ostacoli. La pubblicazione de "Il Gattopardo" da parte della stessa casa editrice che aveva pubblicato il discusso "Dottor Zivago" di Boris Pasternak, considerato un "traditore" dal regime, sollevò perplessità. La Guerra Fredda incideva profondamente sul panorama culturale, e la letteratura era un terreno di scontro ideologico.
Il Gattopardo viene pubblicato e si diffonde in Germania Est
In questo contesto, l'intervento di Louis Aragon, figura di spicco del Partito Comunista Francese, si rivelò determinante. Nel 1959, Aragon pubblicò un articolo dal titolo "Un grande predatore è apparso nella letteratura", in cui elogiava "Il Gattopardo" come uno dei più grandi romanzi del secolo, paragonandolo a Manzoni e Stendhal. L'articolo, tradotto da Kurella e diffuso nella DDR, contribuì a legittimare l'opera agli occhi del regime. Nonostante l'appoggio di Kurella e l'eco positiva dell'articolo di Aragon, la pubblicazione del romanzo incontrò resistenze. Alcuni pareri editoriali, rigidamente ortodossi, ne sconsigliarono la stampa, preferendo opere come "Contadini del Sud" di Rocco Scotellaro. Ma il vento stava cambiando. In Italia e nell'URSS "Il Gattopardo" ricevette apprezzamenti, e Kurella colse l'occasione per difenderlo con ardore in due importanti occasioni: una riunione del comitato centrale del partito e una conferenza presso un club dell'intellighenzia.
La pubblicazione de "Il Gattopardo" nella Germania Est rappresenta un evento singolare, un'anomalia in un contesto culturale rigidamente controllato. L'intuizione di Kurella, l'influenza di Aragon e il mutamento del clima politico e culturale contribuirono a rendere possibile questo piccolo miracolo editoriale. A quel punto trovare nelle librerie di Berlino Est, di Dresda o di Lipsia una copia del romanzo di Tomasi di Lampedusa non era più una chimera. Così, come trovare una copia de "Il Gattopardo" firmato Rütten & Loening in qualche bancarella impolevarata di Kreuzberg.
Un libro mette in luce questa storia
A raccontare egregiamente e in modo approfondito questa vicenda ci ha pensato anche Bernardina Rago che nella sua opera “Il Gattopardo a guardia del Muro” svela molti dei retroscena che riguardano le sorti del romanzo italiano nella vecchia DDR, offrendo uno sguardo affascinante sulla complessa relazione tra letteratura e potere durante la Guerra Fredda.
Tramite un'analisi meticolosa della corrispondenza tra i funzionari del regime, la Rago ricostruisce le intricate fasi del processo editoriale, le pressioni e gli ordini mascherati, fino alla comunicazione tra due figure di spicco dell'editoria che sancisce la vittoria di Kurella: "Il Gattopardo" varca il Muro. Un pezzo di Italia scintillante al di là della Cortina di Ferro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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