- Al congresso di Bologna della Cgil i “compagno dj” fa partire l’inno dell’Unione Sovietica. Ovvie le polemiche, visto che parliamo di un regime dittatoriale, sanguinario e causa di milioni di morti. Fosse successo a un sindacato di destra di mettere per errore un canto fascista, sarebbe scoppiato il finimondo. Invece qui ci troviamo di fronte a un’intera platea che (per ignoranza o connivenza) batte le mani all’inno sovietico, compreso Maurizio Landini. La domanda è: ci sono, o ci fanno?
- Nel pomeriggio, dopo ore di silenzio imbarazzato, arriva la spiegazione ufficiale con una nota di qualche riga in cui si parla di “mero errore materiale”. Qualcosa però non torna. Primo: la Cgil assicura ci sia stato uno “scambio” con l’Internazionale socialista, ma è poco credibile: come si possono confondere due canzoni così diverse? Secondo: il “compagno Dj” che ha premuto play, ha scelto il brano da Youtube o la aveva salvata in una playlist personale? Nel primo caso, si tratterebbe di una “scelta”, più che di un errore. Nel secondo, vorrebbe dire che nella Cgil c’è chi si diletta ogni tanto a cantare canzoni della dittatura rossa. Terzo: possibile che nessuno, Landini compreso, si sia accorto del “mero errore” e tutti abbiano continuato imperterriti a battere le mani?
- Il livello delle notizie odierne lo si capisce dal fatto che le polemiche più scottanti ruotano attorno alle dichiarazioni di Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, convinto che Dante sia uno dei padri del pensiero di destra. Mah.
- Altri cinque documenti trovati a casa di Biden. Avete idea cosa sarebbe successo se avessero pizzicato Trump celare dei dossier riservati nel garage dove parcheggia e sparcheggia l’auto, in barba ad ogni sicurezza? Ne avete idea, certo, perché una cosa simile è già successa. E a The Donald hanno perquisito la villa, lo hanno crocifisso su tutti i giornali, mentre di fatto dello scandalo di Biden non ne sta parlando praticamente nessuno. Che fortuna essere dalla parte giusta della storia.
- Dice Elly Schlein che “il nuovo Pd sarà un partito aperto, inclusivo ed empatico”. Cioè? Boh, non lo sa neppure lei. Però suona bene.
- Giorgia Meloni lancia la campagna elettorale in Lombardia e dà al governo un orizzonte di cinque anni. Nel farlo rifila anche una stoccata agli alleati. Dice: "Servono 5 anni di lavoro e io spero, e sono certa, che avremo quei 5 anni, nonostante i tentativi diciamo di gran buona parte dell'opposizione, e non solamente dell'opposizione, di fare qualsiasi cosa per mettere il bastone tra le ruote". Quello del premier sia un avvertimento che un azzardo. Un avvertimento, affinché i compagni di viaggio intendano che non intende farsi logorare dalle polemiche interne. Un azzardo, perché rischia di acuire quel po' di maretta che in questi giorni è venuta a galla. Vedremo.
- Consiglio non richiesto al governo di centrodestra.
Visto lo stato dell’opposizione, la cosa migliore da fare è comunicare bene, ma soprattutto comunicare meno. Profilo basso e lavorare. Tanto il Pd sta ancora pensando a come votare le regole per andare a votare. Meglio evitare autolesionistiche scivolate mediatiche- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.