L'ha detto davvero Mattarella?, le puzzette in Rai e Beirut: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: l'intervento del Capo dello Stato sui migranti, l'attacco di Israele contro Nasrallah e Malpensa

L'ha detto davvero Mattarella?, le puzzette in Rai e Beirut: quindi, oggi...

- La sentenza sul caso flatulenze in Rai ha interessato così tanto il dibattito giornalistico italiano perché quando si parla di scoregge, ogni racconto diventa automaticamente divertente. Ma anche perché riguarda viale Mazzini, i colleghi, alcuni dei quali potenti, dunque insomma: è tutto così imbarazzante e succulento. Se però poi uno ragiona a freddo sul caso, deve tenere a mente il lato tragico della faccenda. Ovvero che per sei anni (il caso risale al 2018) una procura, degli avvocati e un tribunale (due di questi, pagati dai contribuenti) sono stati occupati a dirimere una questione sicuramente puzzolente, ma forse risolvibile in altra maniera. Specchio tragico di un Paese ormai evaporato. In senso fisico.

- Secondo i media austriaci, pare che una scuola materna a Penzing abbia chiesto alle insegnanti di indossare abbigliamenti “adeguati” per non infastidire i padri musulmani dei bambini. Sbagliatissimo, ovviamente. Ma tutto ruota attorno al concetto di “adeguati”. Perché che le maestre non debbano andare in classe con le minigonne (o i maestri con i pantaloncini corti e il costume) mi auguro che sia universalmente riconosciuto. Islamici o meno.

- C’è un motivo se Volodymyr Zelensky tornerà dagli Usa con tanti soldi, ma senza il via libera ad attacchi in profondità in territorio russo. E la questione, oltre che geopolitica, è anche militare: secondo l’intelligence americana, infatti, l’uso di armi a lungo raggio esporrebbe al rischio di rappresaglie (do you remember le minacce di Putin sull’atomica?) senza peraltro portare vantaggi e benefici dal punto di vista strategico. Un po’ come l’operazione nel Kursk: sicuramente ha avuto un impatto mediatico non indifferente, ma ora l’avanzata si è arenata e gli effetti reali di quel blitz non sembrano così enormi. Col paradosso che potrebbero aver indebolito il fronte nel Donetsk.

- Leggendo l’intervista di Adolfo Urso sull’automotive, si comprende una cosa: che l’apertura alle aziende cinesi per venire a produrre in Europa le loro auto a spina ha l’obiettivo di mantenere qui la filiera. Il know how sarà inevitabilmente cinese, e probabilmente anche le materie prime. Ma “la maggior parte della componentistica”, secondo questa strategia, dovrà essere realizzata qui. Bene. Ok. Perfetto. Sempre meglio che immaginare auto “prodotte” a pezzi a Pechino e assemblate banalmente qui in Italia. Ma se una volta facevamo fabbricare ai cinesi a basso costo quello che inventavamo noi, adesso avviene il contrario. E questo ci fa capire bene com’è girato il mondo in pochi anni.

- Che meraviglia i Vip che chiedono a Mattarella di fermare le pale eoliche ad Orvieto. Siamo d’accordo, sia chiaro. Ma perché Orvieto no, essendo loro cara; e invece mezza Sardegna sì?

- Eric Adams, sindaco di New York, accusato di corruzione e fondi illegali? Vale per lui il discorso applicato a Giovanni Toti: è innocente. Vediamo se la procura distrettuale Usa riuscirà davvero a farlo condannare.

- Beppe Sala guida la carica dei sindaci lombardi contro l’intitolazione di Malpensa a Silvio Berlusconi. Un altro inutile ricorso al Tar. Ormai è fatta Beppe, dai. Fattene una ragione. Il mondo va avanti. Breve elenco per te: sicurezza, parcheggi, taxi, autobus, buche, piste ciclabili, sicurezza (di nuovo) e affitti. Sono solo alcuni dei temi, sicuramente più importanti, su cui concentrare le attenzioni invece di sprecare energie con Malpensa.

- Ansa: “Sono stati condannati a otto anni e sei mesi di carcere due ragazzi britannici che, quando di anni ne avevano 12, hanno ucciso apparentemente senza un motivo un uomo che non conoscevano, Shawn Seesahai, a colpi di machete in un parco di Wolverhampton". Domanda: Ilaria Salis vorrebbe abolire il carcere minorile anche per loro?

- Angelo Bonelli sgancia la mina: “Renzi? Un passato da lasciarsi alle spalle”. Tradotto dal politichese: al momento il campo largo è spaccato in tre. Da una parte Italia Viva, che sogna l’alleanza col Pd. Dall’altra Azione e i dem, che ad allearsi tra loro non avrebbero problemi se non fosse che Calenda resta scettico su Renzi (se lo conosci, lo eviti) mentre Elly un pensierino ce lo sta facendo. Dall’altra parte ancora ci sono Giuseppe Conte, Bonelli e Fratoianni (presenti al voto sul Cda Rai) i quali, presi singolarmente non possono scalfire la leadership della Schlein sul centrosinistra, ma se si mettono insieme….

- Il primo segnale arriva dalla Liguria, dove il campo largo sa già di campo morto. In sostanza Italia Viva aveva deciso di rinunciare al simbolo e di apparentarsi con Più Europa e i Socialisti per appoggiare Orlando. Solo che il M5S non s’è fatto infinocchiare e ha chiesto di eliminare l’apparentamento o di escludere alcuni dei renziani. Risultato: Italia Viva sbatte la porta in faccia al centrosinistra e si ritira dalla corsa, rimanendo col cerino in mano. Ha vinto Conte, per ora. Ma che gran casino.

- “Siamo alla ricerca di un modo per governare il fenomeno epocale delle migrazioni”, “riusciremo a risolvere il problema” dei flussi illegali "quando saremo in grado di organizzare ingressi regolari, autorizzati, togliendo chi desidera emigrare dalle mani dei trafficanti”. Sapete chi l’ha detto? A pronunciare questa frase non è stata Giorgia Meloni, che pure ha sostenuto il concetto in passato e continua a ripeterlo. Né Matteo Salvini, che della lotta al traffico di esseri umani ha fatto una bandiera politica. Bensì Sergio Mattarella il quale, volato per una visita ufficiale in Germania, Paese che ha chiuso Schengen e promesso misure durissime contro gli immigrati, adesso sembra sposare a pieno la linea del governo Meloni. A tal punto che Repubblica, un po’ infastidita, definisce il discorso del Quirinale “un assist al governo”. Quasi si sentisse tradita dal “suo presidente” per non aver ribadito di fronte a Steinmaier la professione di fede alle porte aperte a tutti. Che dire: occorre essere ben felici che Mattarella abbia assunto questa posizione. Il buonsenso non è né di destra né di sinistra. Ci sia permesso tuttavia sottolineare che, non molto tempo fa, era l’agosto del 2023, al meeting di Rimini il Capo dello Stato si esprimeva con altre parole: “I fenomeni migratori vanno affrontati per quel che sono: movimenti globali, che non vengono cancellati da muri o barriere”. Domanda: ma senza “muri e barriere”, cioè controlli, limiti alle Ong e leggi rigide che definiscono chi ha diritto e chi no ad entrare, come si fa a “togliere i migranti dalle mani dei trafficanti di esseri umani"? Qui le opzioni sono due. O Mattarella auspica l’abolizione tout court dei confini, a quel punto non esisterebbero più ingressi illegali per definizione e tutti potrebbero entrare, senza doversi affidare ai criminali. Oppure il discorso appare poco coerente. Se si vogliono favorire gli ingressi legali, infatti, occorre stroncare le vie irregolari che si alimentano anche grazie alle loro capacità di “successo”. Cioè bisogna fermare le migrazioni illegali, le stesse che oggi portano i migranti ad attraversare il Mar Mediterraneo su un barcone.

- Secondo Benedetto Vigna, la Ferrari elettrica sarà “intelligente ed emozionante”. In effetti, anche la carbonara con lo speck è a suo modo emozionante. Ma non è una carbonara.

- Secondo il Guardian, la riforma del voto in condotta (col 5, si viene bocciati; col 6 rimandati) voluta dal ministro Valditara e approvata mercoledì alla Camera sarebbe un ritorno al fascismo di Mussolini. Prima considerazione: fino agli anni Duemila la regola - con varie modifiche tra elementari, medie e superiori - è sostanzialmente sopravvissuta e nessuno, dicasi nessuno, ha mai osato accusare i ministri dei governi che si sono susseguiti di essere “autoritari e gerarchici”. Diciamo la verità: abolire o ridimensionare il peso specifico del voto in condotta è stata una di quelle cretinate tipiche di chi tratta bambini e ragazzi come dei disadattati da “ascoltare, comprendere e capire”, anziché di giovani da educare. Quindi anche da correggere, se necessario.

- Seconda considerazione: la riforma di Valditara rischia in larga parte di essere inefficace. E non per colpa sua, anzi. È che il problema della scuola non sono solo le regole, troppo permissive verso i ragazzi, ma anche alcuni professori. Col 5 in condotta si viene bocciati e col 6 rimandati? Speriamo di sbagliarci, ma già ci immaginiamo che fioccheranno secchiate di 7 e tutti contenti. In fondo, ad Abbiategrasso, nella scuola dove un ragazzino ha accoltellato una professoressa rischiando di mandarla al creatore, le colleghe nei giorni successivi si sono prodigate per spiegare che loro “al posto di eccellenza e merito” preferiscono “la comprensione” e alle “punizioni esemplari” la “gestione delle emozioni dei ragazzi”. Ci credevano a tal punto che ai compagni di classe del quasi-killer nei giorni successivi all'aggressione hanno fatto vedere Toy Story (dall’altissimo valore educativo, immaginiamo) e li hanno portati al parco a giocare. A 16 anni. Manco fossero dei poppanti. A Rovigo, invece, gli studenti che spararono con la pistola a pallini alla prof a fine anno sono stati promossi col 9 in condotta. Infine, Christian Raimo, avete presente chi è?. Ecco: di mestiere fa l’insegnante ed è convinto che il voto sul comportamento andrebbe abolito perché “così la scuola ti educa a sottometterti al potere”. Pensate davvero che il problema sia solo delle norme, e non di chi le applica?

- È ancora presto per valutare la portata dell'attacco di Israele a Beirut.

Certo: molto dipende se Nasrallah, il capo di Hamas, è sopravvissuto o meno. Ma se anche fosse stato solo nei dintorni, e si fosse salvato, il colpo per Hezbollah sarebbe clamoroso. E le conseguenze tutte da capire.

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