In un mondo in cui la libertà di scelta e di pensiero è un diritto fondamentale dell'uomo, il distopico regime stalinista della Corea del Nord continua a stupire con le sue politiche repressive e assurde.
L'ultimo esempio di questa follia è il divieto di vendere e consumare hot dog, considerati troppo occidentali e capitalistici, veri e propri nemici dello Stato.
Questa nuova legge, che ha suscitato indignazione e incredulità a livello internazionale, è solo l'ennesima dimostrazione della volontà del regime di Kim Jong-un di controllare ogni aspetto della vita dei suoi cittadini.
Secondo le notizie riportate da diverse testate, tra cui il New York Post e altri giornali internazionali, il governo nordcoreano ha deciso di vietare la vendita e il consumo di hot dog, considerati un simbolo dell'influenza e della "decadenza" occidentale.
Chiunque venga sorpreso a vendere o preparare hot dog rischia l'internamento nei famigerati campi di lavoro nordcoreani, veri propri gulag dai quali spesso non si esce piu.
Questa imposizione non si limita solo agli hot dog, ma si estende anche ad altri piatti considerati troppo occidentali, come il budae-jjigae, una zuppa fusion coreano-americana, molto popolare al di là del 38° parallelo, nei ristoranti e nei cafè della libera e democratica Seoul.
Tutto ciò che non viene considerato in linea con la tradizione culinaria proletaria della Corea del Nord è severamente proibito ( anche se sulle tavole degli alti dirigenti del partito non mancano champagne e vini francesi, caviale e altre costosissime prelibatezze prodotte bel lontano da Pyongyang).
Il divieto degli hot dog è solo l'ultimo di una serie di provvedimenti volti a eliminare qualsiasi traccia di cultura occidentale dal Regno Eremita.
Il regime di Kim Jong-un ha già vietato il divorzio, considerato un comportamento antisocialista, e ha imposto severe restrizioni su altri aspetti della vita quotidiana, come il rigidissimo coprifuoco che impone a tutta la nazione di spegnere le luci la sera, per non essere visti dai satelliti americani.
È inquietante vedere le foto satellitari notturne della Corea del Nord , immersa nel buio più assoluto e circondata dallo sfavillio delle luci dei vicini del Sud e della Cina.
Questa ossessione per l'occidentalizzazione dimostra quanto il governo nordcoreano sia disposto a sacrificare la libertà e il benessere dei suoi cittadini pur di mantenere su di essi il controllo assoluto.
Il cibo è una parte fondamentale della cultura di ogni popolo, e la decisione di vietare gli hot dog rappresenta un attacco diretto alla libertà alimentare del vessato popolo nordcoreano.
In un paese in cui più del 50% della popolazione soffre di malnutrizione e col più alto tasso di rachitismo infantile del mondo , vietare un cibo economico e di facile produzione come l'hot dog è un atto di pura follia.
Soltanto un atto di propaganda politica per identificare l'avversario da combattere nel gustoso salsicciotto tanto amato dai perfidi nemici americani, che mirano ad abbattere il rigore alimentare dell' onesto proletariato NordCoreano a colpi di mostarda e di ketchup.
Nel frattempo la stragrande maggioranza del risorse nazionali vengono utilizzate per il mantenimento di un esercito enorme quanto antiquato negli equipaggiamenti ma essenziale per la sopravvivenza della Repubblica Popolare.
Ben schierato sul confine meridionale per impedire che hot dog, hamburger e patatine fritte provino a oltrepassare filo spinato e campi minati per invadere le tavole nordcoreane.
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