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"La lotta paga". I collettivi esultano per il convegno su Israele annullato

A Milano lo stop al convegno alla Statale galvanizza gli antagonisti che rivendicano i loro metodi illiberali

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Il fascismo degli antifascisti ha colpito ancora. E gli intolleranti se ne compiacciono pure. L'annullamento del convegno su Israele previsto per il prossimo 7 maggio all'Università Statale di Milano ha galvanizzato i collettivi rossi che puntavano proprio a quell'obiettivo. Il "rischio altissimo" di scontri e incidenti segnalato dalla questura ha infatti indotto gli organizzatori dell'evento a desistere, con somma soddisfazione degli antagonisti che da mesi cercano di tenere sotto scacco gli atenei.

"L'annullamento di questo evento è una grande vittoria, ed è frutto della pressione e delle numerose mobilitazioni al fianco della resistenza palestinese che come studenti della Statale abbiamo portato avanti in questi mesi, praticando il boicottaggio accademico degli accordi con Israele e con la filiera della guerra", hanno esultato gli attivisti dell'organizzazione comunista giovanile Cambiare Rotta, compiaciuti per il risultato ottenuto. In realtà, quello verificatosi alla Statale di Milano è stato solo l'ennesimo schiaffo inferto alla democrazia e alla libera circolazione delle idee in un luogo che - per sua stessa natura - dovrebbe invece rappresentare la massima espressione di quei valori.

I metodi illiberali di chi pretende di imporre una sole voce, diversamente, hanno provocato un'ulteriore sconfitta della civile convivenza. Con buona pace di chi si ostina a non riconoscere il problema. "La governance d'ateneo sa benissimo che non saremmo stati a guardare e che non avremmo lasciato indisturbato l'ennesimo becero tentativo di sdoganare un'ideologia violenta e colonialista come il sionismo all'interno della nostra università", hanno aggiunto gli agitatori delle proteste, tornando a soffiare sulle braci dell'ormai nota e aggressiva retorica contro Israele.

"All'Associazione Italia-Israele che ha chiesto al rettore l’autorizzazione per un convegno pro Israele con la scusa che in Statale si è già tenuta un'iniziativa pro Palestina, rispondiamo che non può esserci alcuna simmetria tra uno Stato illegittimo che da più di settant'anni sta perpetrando un genocidio e un popolo che eroicamente resiste all’oppressione e al regime di apartheid", si legge in un comunicato diffuso sui social da Cambiare Rotta. Le ostilità degli studenti in rivolta non hanno risparmiato nemmeno il rettore della Statale di Milano, Elio Franzini, preso di mira dagli attivisti come già accaduto a diversi suoi colleghi in tutta Italia.

"La vittoria di oggi dimostra che la lotta paga: non lasceremo passare nessun becero tentativo di sdoganare guerra e sionismo nei luoghi della formazione", hanno concluso gli antagonisti del collettivo universitario.

E ora, l'intolleranza rivendicata con orgoglio da questi giovani rischia addirittura di entrare nelle istituzioni accademiche: in vista delle ormai prossime elezioni in università (dal 7 al 9 maggio), l'organizzazione comunista Cambiare Rotta ha infatti presentato una propria lista e un proprio programma incentrato sugli ormai noti temi di lotta.

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