Meloni coi baffi da Hitler e slogan contro Israele: ecco il Pride non inclusivo di Milano

Ormai i Pride sono diventati un palcoscenico politico ed elettorale per i partiti di sinistra, che portano in corteo perfino i loro carri con i leader

Meloni coi baffi da Hitler e slogan contro Israele: ecco il Pride non inclusivo di Milano
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Solite provocazioni e sfottò dei partecipanti dei Pride nei confronti del centrodestra. Oggi l'appuntamento è a Milano e già prima che partisse la sfilata sono stati intercettati alcuni cartelli con i soliti slogan. L'ormai ripetitivo e monotono "-Meloni +Limoni" è immancabile anche in questa occasione, segno che la vena creativa dei partecipanti è ormai finita. Sul carro del Partito democratico - perché sì, il partito di Elly Schlein in Lombardia investe ogni anno e spende risorse per creare il proprio carro per il Pride - è comparsa la sagoma del governatore Attilio Fontana cinto da una bandiera rainbow. "Non può proprio fare a meno di me. Oggi mi ha portato anche al Pride, che burloni. Chissa, forse arriverà un giorno in cui anche loro non utilizzeranno queste manifestazioni per le solite e arcinoiose strumentalizzazioni politiche", ha commentato il governatore.

Probabilmente gli esponenti dem sono convinti di aver messo in atto una simpatica provocazione nei confronti del governatore, che non ha concesso il patrocinio della Regione all'evento a causa della scarsa inclusività dello stesso e della violenza verbale che viene spesso espressa durante il corteo nei confronti di chi ha un pensiero diverso. Cosa confermata anche quest'anno, come si evince dagli scatti effettuati durante l'improvvisato punto stampa di Elly Schlein, che da tempo ha scambiato i Pride per eventi elettorali del suo partito. Subito dietro il segretario dem, infatti, alcuni partecipanti hanno sgomitato per dare visibilità davanti alle telecamere alle loro creazioni artistiche. E se le televisioni hanno fatto il possibile per evitare di inquadrare, i fotografi hanno catturato per intero la cena, mostrando anche un cartello in cui uno scatto del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è stato modificato aggiungendo al volto di Meloni due baffetti che richiamano quelli di Adolf Hitler. C'è poi il cartello "meglio Frocia che Stronza" marchiato +Europa, oppure "La mia amica si sposa con un uomo! Dalle un consiglio per farle cambiare idea". Ci sono poi quelli più volgari e irripetibili.

Se si chiede rispetto bisogna anche essere in grado di darlo e su questo non eccellono i partecipanti del Pride. Peraltro questo è l'anno in cui i Pride si dimostrano più esclusivi che mai, come dimostra l'assenza degli esponenti della comunità ebraica per timore di aggressioni. Ma anche perché sul carro di Avs, +Europa e Sinistra Italiana, che evidentemente come il Pd considerano i Pride un palcoscenico elettorale, è comparso un grande cartello con la scritta inequivocabile: "There is no pride in genocide". Un carro che fa da corredo alle tante bandiere della Palestina che si scorgono tra quelle arcobaleno, in una curiosa associazione che difficilmente farebbe piacere ad Hamas, che viene supportata da chi sventola le bandiere dello Stato mediorientale.

E fa riflettere che nessuno del Partito democratico, oggi, abbia espresso solidarietà a Israele per l'attacco condotto contro la sua ambasciata a Belgrado da un radicalizzato islamico. Che siano stati troppo impegnati a organizzare il Pride?

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