L'ultimo caso, in ordine di tempo, lo ha raccontato ieri un grande quotidiano milanese: due laureate quarantenni che hanno deciso di cambiare vita - la prima si occupava di comunicazione, la seconda di arte a Parigi, e ci chiediamo perché non abbiano continuato a farlo per aprire una panetteria di lusso in un quartierino très chic a Milano. Ora vendono pane a 9 euro al chilo. «Ma usiamo ingredienti di qualità».
In una città che ha costruito la propria storia sulla michetta un panino che dentro è vuoto sarà un successo.
E la storia, nella sua fragranza quotidiana di veri sentimenti e false bontà, dice moltissimo di quella sinistra emotiva che mangia intelligente - falafel, germogli di soia, caviale di tapioca e pane briosciato alle noci indossa scarpe friulane ed è in preda a una fascinazione irresistibile per i cambi di vita.
«Ero un designer, avevo un ottimo lavoro ma mi mancava la campagna». «Come manager non ero soddisfatto: ho mollato tutto per un casale in Umbria». «Lavoravo in un grosso studio di avvocati, ma ho scelto di girare il mondo in barca a vela». «Vivevo in centro ma sono andato a vivere in una baita a 1300 metri e ho aperto una libreria».
«Coppia lascia il lavoro e si trasferisce su uno yacht in Grecia: I nostri figli
avranno un'infanzia felice».La retorica del «piano B» di quelli che hanno fallito il «piano A». Gente pronta a barattare soldi, rendite e beni di famiglia per un sogno e un tozzo di pane. A filiera corta e prezzi lunghi.
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