Ricordare i veterani e i loro sacrifici per il Paese: l'iniziativa del sindaco di San Pietro Mussolino

Gabriele Tasso, sindaco di San Pietro Mussolino, organizza ogni anno giornate culturali e corsi formativi per ricordare il sacrificio e il duro lavoro dei veterani. Il suo racconto nella nostra intervista

A destra il sindaco di San Pietro Mussolino Gabriele Tasso insieme a Luca Fois, ex soldato delle forze speciali, durante la ferrata dedicata ai Veterani
A destra il sindaco di San Pietro Mussolino Gabriele Tasso insieme a Luca Fois, ex soldato delle forze speciali, durante la ferrata dedicata ai Veterani

Ricordare chi si è sacrificato e ancora oggi lavora a favore della comunità. È questa l'idea che ha portato il sindaco di San Pietro Mussolino (Vicenza) Gabriele Tasso, ad organizzare ogni anno alcune giornate dedicate ai veterani insieme all'associazione “Non dolet APS”. Incontri culturali ma anche formazione con l'aiuto di esperti, per non dimenticare chi ancora oggi, come racconta il sindaco nella nostra intervista, "porta un pesante zaino sulle spalle" fatto non soltanto di ferite sul campo, ma soprattutto di quelle emotive.

Onorare chi, sia nel presente ma soprattutto nel passato, ha fatto molto per la comunità è qualcosa di importante, come è nata la sua idea di supportare il lavoro dei Veterani?

"Sia a livello culturale ma anche personale ho sempre avuto grande stima e passione verso chi svolge un servizio pubblico prezioso per la collettività come quello delle Forze Armate o della Polizia. Ovviamente chi lo fa viene retribuito, ma è anche vero che quello che svolgono va oltre il normale lavoro. Qualche anno fa attraverso i social sono poi venuto a conoscenza di questa associazione: “Non dolet APS” che va a supportare i veterani che hanno servito il Paese e che nonostante non lavorino più, si portano dietro ancora uno "zaino" molto pesante".

Di cosa è pieno questo "zaino"?

"Le attività che hanno svolto sono molto impattanti, sia da un punto di vista fisico ma anche da quello emotivo. Questo è stato uno dei motivi che mi ha fatto poi contattare l'Associazione e proporre di fare un'attività una volta all'anno nel mio comune".

In cosa consiste?

"Varie situazioni culturali atte a sensibilizzare sul tema. Poi grazie anche agli operatori dell'associazione facciamo ogni anno formazione, doniamo materiale sanitario d'emergenza sia alla popolazione civile che alla Polizia locale, in modo da condividere ognuno le proprie forze e le proprie specificità. Il mio obiettivo è quello di "alleggerire" con la sensibilizzazione questo pesante zaino che indossano i veterani e lo fanno per tutti noi".

Cosa avete organizzato quest'anno?

"Innanzitutto un convegno insieme a questa associazione invitando Luca Barisonzi, l'alpino ferito gravemente in Afghanistan, dedicando a lui la serata con l'Associazione alpini e con tutta la cittadinanza, parlando della sua esperienza, raccontando la sua storia, sottolineanndo proprio il fatto che spesso chi serve il Paese, ha 'ferite' gravi che si porterà dietro tutta la vita. A fronte di questo abbiamo poi organizzato una giornata formativa per tutti gli agenti della Polizia locale della zona, dove gli operatori hanno fatto un corso sulle ferite morali e i casi d' emergenza. Anche quello è stato un bellissimo momento di condivisione. Negli anni passati lo abbiamo anche fatto per la Protezione Civile e per le associazioni del posto".

Parlava di ferite morali, forse quelle più dolorose e difficili da cancellare.

"Sono le peggiori, perché mentre quelle fisiche si manifestano subito, quelle morali si presentano troppo tardi ed è difficile tirarle fuori. Spesso chi opera nel settore della pubblica sicurezza o delle Forze armate, magari anche per evitare di essere messo all'angolo dal punto di vista professionale, non le manifesta e le tiene dentro quando invece sarebbe importante andare incontro a chiunque svolge certi tipi di missioni e attività, che in qualche maniera viene toccato profondamente e ha bisogno di supporto. Aiutare queste persone e mettere a disposizione anche stumenti che non mettano in pericolo la loro carriera professionale è indispensabile".

È molto apprezzabile quello che lei sta facendo in totale autonomia, ma il valore di queste persone viene riconosciuto anche dalle autorità?

"La cosa che ho notato personalemente con le autorità, sia pubbliche che politiche, alla quale parlo della questione è che tutti ne prendono atto e danno anche la giusta considerazione, ma non è un automatismo. Quindi andare a sensibilizzare questo tipo di problematica è qualcosa che va fatto passo dopo passo. Noi in Italia non abbiamo una cultura militare come negli Stati Uniti o anche in Francia ad esempio, per cui la presa d'atto di queste situazioni o del valore di queste persone non è immediata. Nel momento che ci si confronta con gli enti e le istutuzioni le braccia sono sempre aperte, però come atto di volontà bisogna andare a proporlo, non arriva spontaneamente".

Come hanno preso i suoi cittadini questa sua attività?

"All'inizio non dico che ci fosse scetticismo, ma curiosità. Anche altre associazioni mi chiedevano il perché di questa scelta, poi man mano le cose sono cambiate ed ora ogni anno mi chiedono quando ci sarà".

Il lavoro di sensibilizzazione ha fatto il suo effetto?

"Quando le cose si comprendono profondamente e si vede la verità e il grande sacrificio è ovvio che l'atteggiamento è sempre propositivo".

La sua attività ha avuto influenza anche oltre il suo comune?

"Io stesso ho coinvolto tutti i comuni vicini a noi, insieme alle loro associazioni e c'è stata grande soddisfazione e partecipazione, poi l'attività diretta dell'amministrazione comunale è soltanto da parte nostra. Lentamente la cultura del Veterano e questo tipo di attività le stiamo espandendo un po' a macchia d'olio. Un'altra cosa che faccio ogni anno con un esponente dell'Associazione Luca Fois è una "ferrata" nottura dove scaliamo una montagna.

Questa "fatica" che molti direbbero inutile la dedichiamo a tutti i nostri Veterani come forma di vicinanza, di sforzo fisico non dovuto, proprio come queste persone che in maniera indebita si sono sacrificate e si sacrificano sempre di più per il nostro Paese".

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