Saviano ma che stai a dì?, salvate il soldato Zaki e Corona: quindi, oggi…

Saviano ma che stai a dì?, salvate il soldato Zaki e Corona: quindi, oggi…

- Roberto Saviano condannato a mille euro di multa per aver diffamato Giorgia Meloni definendola “bastarda”. Vi ricordate? Il nostro fece dei sit-in davanti al Tribunale, prediche improponibili, parlò di "intimidazione" del premier e con lui andarono la compianta Michela Murgia e tutto il resto della combriccola di intellò de noantri. Risultato: lui parlava di “libertà di espressione” e invece s’è beccato una condanna, come giusto che sia. Puoi criticare chi vuoi, ma definire “bastardi” Meloni e Salvini va oltre la libertà di parola: ci sarebbe arrivato pure un bambino. Ora, di solito a sinistra dicono che le sentenze si rispettano ma evidentemente il discorso non vale per Saviano. E infatti la sua reazione è da ridere (o da piangere): “È una condanna simbolica ma è solo l'inizio", ha detto lo scrittore. "Perdere oggi è esempio di ciò che accadrà domani, porta ancora di più a capire in che situazione stiamo vivendo, con un potere esecutivo che cerca continuamente di intimidire chiunque racconti le loro bugie”. Robé, ma che stai a dì? Ma simbolica “de che”? Ma intimidazione dove? Ti ha condannato un giudice e non il governo come succede nelle dittature, quindi faresti più bella figura a incassare il colpo in silenzio.

- Ricevuta la condanna, Saviano afferma di pensare di lasciare l’Italia perché “con questo governo sarà sempre più complicato vivere”. Ecco, vai pure: non sentiremo granché la mancanza. Sinceramente.

- La Commissione Europea "è stata informata”: la Tunisia "ha restituito 60 mln di euro” versati da Bruxelles nell’ottica del memorandum di intesa per frenare i migranti. Bisogna dire, onestamente: non un grande successo della nostra diplomazia e della nostra strategia in Africa.

- Nicolò Fagioli ammette di aver scommesso sulle partite di calcio, benché vietato dal regolamento federale. Rischia fino a tre anni di squalifica, anche se i legali proveranno a ridurre la pena puntando sulla ludopatia. Riporto qui cosa scriveva ieri Repubblica in merito alla notizia data a suo tempo da Fabrizio Corona: “A luglio, il decaduto re del gossip aveva pubblicato un'accusa gravissima nei confronti di Fagioli: ‘Ha una dipendenza dal gioco d’azzardo/ludopatia', aveva scritto, attirando ovviamente critiche acerrime per quel graffio gratuito a un ragazzo giovane e lanciato. Accusa accompagnata anche da inverosimili stime sulle cifre perse al gioco dal ragazzo, senza lo straccio di un elemento a supporto”. Forse qualcuno adesso dovrebbe chiedere scusa a Corona, no?

- Torno a parlare dell’”assedio totale” di Israele a Gaza. L’altro giorno su questa rubrica avevamo sospeso il giudizio nell’attesa di capire se sarebbe stata solo una minaccia o la dura realtà. Pare che Tel Aviv faccia sul serio e non credo, sinceramente, sia uno spot positivo per il Paese. Detto questo, l’ex ambasciatore in Iraq Marco Carnelos giustamente fa notare una cosa: come mai l’Ue, in particolare Ursula von Der Leyen, accusava Putin di “crimini di guerra” quando bombardava la rete elettrica e del gas di Kiev mentre non dice nulla sul Gaza lasciata senza acqua, luce e cibo? L’ipocrisia, qualsiasi sia la vostra posizione sulla guerra in Medio Oriente, appare evidente. No?

- Per precisione, vi riporto cosa diceva Ursula nell’ottobre del 2022: "Ieri abbiamo assistito di nuovo attacchi mirati della Russia contro le infrastrutture civili, in particolare le reti elettriche, stanno segnando un nuovo capitolo in una guerra già crudele. L’ordine internazionale è chiaro. Questi sono crimini di guerra. Vogliono togliere a uomini, donne, bambini acqua, elettricità e riscaldamento con l’arrivo dell’inverno sono atti di puro terrore. E dobbiamo chiamarlo come tale”.

- Pare che il Belgio abbia annunciato l’intenzione di inviare aerei da caccia F-16 all’Ucraina dal 2025. Il che significa, forse, che in Europa stanno mettendo in conto l’idea che il conflitto da quelle parti duri ancora almeno un paio di anni. Non bene.

- È la prima e l’ultima volta che mi sentirete difendere Patrick Zaki. Però signori miei: dopo l’auto-censura che si è imposto Fabio Fazio per non far fare figure barbine a Zaki su Israele, adesso anche il Serming ha cancellato la presentazione della sua imperdibile fatica letteraria per evitare di alimentare “divisioni e polemiche”, costringendo il Salone a trovare un'altra sala. Ora, che Zaki la pensasse così sulla Palestina era noto da tempo (basterebbe farsi un giro nella “sua” Bologna per capirlo) e dunque non si capisce perché ieri dovevamo considerarlo un profeta e oggi un reietto. Come difendo il diritto di chiunque di sparare idiozie, difendo pure quello di Zaki di esprimere ciò che pensa su Israele. E anzi: è un bene che gli italiani possano analizzare le strampalate posizioni di questo signore che, liberato dall’Italia, si è rifiutato di stringere la mano alla Meloni per non apparire “di parte”. Le idee prima si ascoltano e poi si criticano. Salvate il soldato Zaki.

- Infatti l’ottimo Gian Marco Chiocci, direttore del Tg1, proprio ieri - nel pieno delle polemiche e quando s’era appena saputo del gran rifiuto di Fazio, ha colto la palla al balzo e ha intervistato l’attivista copto.

Così si fa: Israele è una notizia, Zaki è una notizia, avere Zaki che parla di Israele diventa una notizia-bomba. Facile. Fazio e tutti gli altri invece non lo invitato più perché se ne vergognano. Hanno timore che l’ennesima figurina della sinistra si bruci come già successo a Soumahoro e a tanti altri.

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