Nessuna parola è tanto efficace quanto un silenzio al momento giusto. Ma è vero anche il contrario: ci sono silenzi più stupidi di qualsiasi discorso sbagliato.
Ci è venuto in mente pensando a quanto è successo a una studentessa del Liceo classico Foscarini di Venezia, uno dei più antichi e nobili d'Italia - Signori si nasce, cretini anche la quale ha varato il primo «sciopero dell'orale» della storia degli esami di Maturità. È successo che dopo la pubblicazione dei risultati dello scritto di greco, dove ha preso 6.5, un voto da lei considerato «assurdo e umiliante», per protesta (le nuove generazioni protestano per il clima, per il fascismo, per il patriarcato, per le case, vuoi non protestare per un brutto voto?) ha deciso di andare all'orale e fare scema (scusate, è uno stupidissimo refuso: «scena») muta. Comunque può permetterselo: è già iscritta alla Miami University, Ohio...
Forse ha ragione lei, forse la professoressa ha sbagliato, forse c'è dell'altro. Non si sa. Però noi sappiamo (la ragazza invece deve ancora scoprirlo) che nella vita esistono le ingiustizie. Una buona prova di intelligenza, di carattere e di maturità sarebbe stato presentarsi davanti alla commissione, sostenere l'esame e dopo, semmai chiedere spiegazioni e manifestare il proprio disappunto.
Ma alla fine la colpa è nostra. Siamo la generazione che doveva uccidere i padri e invece ha devastato i figli.
Ah, già. Dimenticavamo. E la studentessa?
Lei non ha problemi. Se le va male farà l'influencer. O l'europarlamentare.
Poi ognuno sceglie di protestare come meglio crede, se le ingiustizie esistono non è obbligatorio accettarle e muti, la sua ironia mi sembra proprio fuori luogo e saccente.
Il mondo è pieno di professori "montati", convinti di essere fenomeni, ai quali ogni tanto è bene ricordare di volare più bassi.
Io ci ho rimesso un anno, pazienza... Un buon lavoro l'ho trovato e fatto egualmente, senza dovermi fare la barba al buio.
Concordo con quanto scritto nell'articolo, **una buona prova di intelligenza, di carattere e di maturità sarebbe stato presentarsi davanti alla commissione, sostenere l'esame e dopo, semmai chiedere spiegazioni e manifestare il proprio disappunto.**
DOPO, ma solo dopo, non sarebbe stata una novità che per vedere riconosciute le proprie ragioni si sia ricorsi al TAR.
Come al solito vaneggi, la protesta la fai nelle modalità consone alla situazione.
Se no con il tuo discorso perché non dare fuoco alla scuola per esprimere il disagio ?
Accettare l'ingiustizia non è una prova di maturità, ma di codardia.
I giovani con un po' di iniziativa proprio non vi piacciono.
I genitori non le hanno insegnato che la vita è dura?
i massimi livelli lavorativi e sociali.
Ringrazio quel tipo di scuola perché ci ha formato per la vita
superficiale, in quanto il giornalista non si è informato di nulla.
se lo avesse fatto,saprebbe che la commissaria che ha corretto i compiti, negli anni passati aveva avuto furibondi litigi con il membro interno, professore dei ragazzi.
Insomma una storia sconcertante e ignobile di vendette incrociate, in cui i ragazzi sono ingiustamente delle vittime