È stato un flop lo sciopero dei lavoratori della scuola indetto per oggi, 31 ottobre, da Flc Cgil,che aveva organizzato presidi e flash mob in circa 40 città italiane. Alle 12.30 l'adesione su territorio nazionale alla mobilitazione del comparto Istruzione è stata pari al 3.23%. Il dato è basato su una rilevazione che riguarda il 20,48% degli istituti scolastici. Davvero un po' poco se si pensa che quella già minima, rilevala alla stessa ora nella protesta nazionale dell'ottobre 2023, era addirittura maggiore.
Insegnanti tutti in classe
I dati raccontano quindi che la stragrande maggioranza dei lavoratori del comparto scuola e istruzione, compresi anche il personale universitario, gli enti di ricerca, le accademie e conservatori e Istituti Aninsei, ha deciso lavorare regolarmente e non partecipare alla mobilitazione nazionale.
I motivi dello scipero
Alla base della protesta c'è la rivendicazione di: "un contratto giusto e un lavoro stabile". La legge di bilancio presentata in Parlamento nei giorni scorsi, infatti, "non prevede - si legge in una nota -risorse aggiuntive per i rinnovi contrattuali 2022-2024 e non risolve il problema del potere d’acquisto dei salari a fronte del 18% circa di inflazione. A questo si aggiunge l’annoso problema del precariato: un lavoratore su quattro fra ATA e docenti non ha un contratto stabile e questo arreca un danno non solo alle vite di lavoratrici e lavoratori, ma anche alla didattica e alle studentesse e agli studenti".
La parole dei sindacati
Alessandro Tatarella, segretario della Flc Cgil Roma e Lazio, denuncia l’inadeguatezza degli aumenti salariali previsti dalla Legge di Bilancio, a fronte di un’inflazione galoppante. “Il taglio del 5% alla scuola – ha aggiunto – si traduce in un’ulteriore riduzione di 8.000 unità di personale ATA. La mobilitazione prosegue, con lo sciopero generale del 29 novembre”.
Mentre
Natale Di Cola, segretario generale Cgil Roma e Lazio, ribadisce l’importanza di investire nella scuola pubblica: “Senza investimenti nel futuro delle nuove generazioni, non c’è futuro per il Paese”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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