"In questo mestiere capita che gli imputati si suicidino...". Capita. Come se fosse un'evenienza poco desiderabile ma di fronte alla quale non ci si può far niente. Fanno rabbrividire le parole pronunciate da Piercamillo Davigo nella più recente puntata di Muschio Selvaggio, il podcast condotto da Fedez. E lasciano allibiti, se non altro per la serafica convinzione con cui sono state rilasciate. Ospite del rapper milanese, l'ex pm del pool di Mani Pulite ha ripercorso la propria carriera con cenni all'attualità e con osservazioni al limite del giustizialismo più oltranzista. In particolare, stanno in queste ore facendo discutere alcune affermazioni di Davigo sugli imputati che si sono tolti la vita, anche e soprattutto nell'ambito delle azioni giudiziarie di Tangentopoli.
"Purtroppo, per quanto sia crudo quel che sto dicendo, in questo mestiere capita che gli imputati si suicidino. La mortalità nelle carceri per suicidio è più alta che fuori...", ha spiegato l'ex componente del Csm, risponendo a Fedez che poco prima aveva citato il caso di Raul Gardini, suicidatosi nel 1993 (peraltro non in carcere) nel mezzo della tempesta giudiziaria di Mani Pulite. "La percentuale di suicidati rispetto al numero di indagati era più bassa... rispetto al numero di suicidi nelle carceri e rispetto al numero di detenuti", ha di seguito argomentato Davigo per poi arrivare a pronunciare una considerazione choc. "Lo so che è una cosa spiacevole quella che sto per dire, ma è la verità. Bisogna aver chiare le cose: le conseguenze dei delitti ricadono su quelli che li commettono, non su coloro che li scoprono e li reprimono. Perché altrimenti il ragionamento porterebbe a dire: allora non fate le indagini", ha osservato l'ex magistrato.
“Umanamente come ha vissuto i suicidi degli indagati di Mani pulite?”.
— Ermes Antonucci (@ErmesAntonucci) December 12, 2023
Da rabbrividire il modo con cui Davigo, dopo 30 anni, risponde a Fedez:
1) “Le conseguenze dei delitti ricadono su quelli che li commettono”
2) “Certo che dispiace. Perdi una fonte di informazione”
(mica una… pic.twitter.com/sZ2drIAEZQ
Ci saremmo aspettati che qualcuno gli facesse da contraddittorio, con un sussulto di indignazione rispetto a quella visione così cinica della giustizia. Ma nel podcast di Fedez, purtroppo, questo non è avvenuto e anzi il rapper si è prodigato a precisare di non voler insinuare nulla di diverso da quanto aveva appena teorizzato il suo ospite. Avremmo sperato che qualcuno ricordasse a Davigo che molti di quei suicidi hanno riguardato persone solamente indagate o imputate e dunque perfettamente innocenti fino a prova contraria. Fino a sentenza definitiva. Ma non è accaduto nemmeno questo. Peraltro il punto non è affatto di secondaria importanza: in uno Stato di diritto, infatti, finanche gli eventuali condannati godono di tutele e un suicidio è sempre e comunque da considerarsi una sconfitta per il sistema delle istituzioni democratiche.
Con uno slancio inaspettato, a un tratto Fedez ha domandato all'ex magistrato se avesse mai provato un po' di dispiacere. E lui: "Ma certo che dispiace... Prima di tutto, se uno decide di suicidarsi lo perdi come fonte di informazioni". Probabilmente qualcuno avrebbe pensato che si perde innanzitutto una vita e che intere famiglie ne escono di conseguenza devastate, sconvolte. Segnate per sempre. Ma non è stato questo il caso, almeno a giudicare da quell'osservazione pronunciata di getto e così algida da turbare pure il rapper. "Lei è sempre così inscalfibile. Io dico: umanamente un po' di dispiacere?", ha infatti considerato il giovane artista. Risposta di Davigo: "Certo che uno ha un po' di dispiacere, la pietà umana c'è lo stesso però bisogna tenere la barra del timone ferma".
Tenere la barra ferma,
andare avanti. E difatti così è avvenuto durante Mani Pulite, quando l'azione delle procure tirava dritto, talvolta con una disinvoltura che ancora oggi dovrebbe essere presa come monito. In termini negativi, ovviamente.
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