"Smantellare l'entità sionista". I pro Pal preparano l'autunno caldo

Dallo sciopero dei trasporti di domani alle piazze pro-Palestina, i collettivi rossi avviano una nuova stagione di odio e ostilità. Ecco le loro rivendicazioni

"Smantellare l'entità sionista". I pro Pal preparano l'autunno caldo
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Preparatevi a un autunno caldo, anzi rovente. Contrassegnato da rivendicazioni sempre più aggressive. Nella galassia dei collettivi rossi pro-Palestina è già iniziata una nuova fase della perenne protesta contro il sistema, scandita da un'ormai collaudata strategia che punta all'escalation. E quindi allo scontro diretto. Che si tratti di aderire all'ennesimo sciopero contro il governo, di occupare una piazza o un'aula universitaria, ogni pretesto è buono per seminare scompiglio e per alzare sempre più l'asticella delle ostilità. Quest'anno le battaglie dell'ultrasinistra militante si accenderanno in particolare con l'avvicinarsi di una ricorrenza considerata simbolica: quella del 7 ottobre, giorno dell'assalto terrorista di Hamas contro Israele.

"Il 7 ottobre 2023 è la data di una rivoluzione", si legge in un comunicato dei Giovani Palestinesi, che scenderanno scenderanno in piazza a Roma "per sostenere il popolo palestinese e il suo movimento di liberazione nazionale". Accadrà il 5 ottobre prossimo e la manifestazione in programma è già al centro di comprensibili polemiche. In vista di quell'appuntamento, però, i pro-Pal avranno anche altre occasioni per gridare il loro odio contro Israele. Lo faranno, ad esempio, questo sabato. Per comprendere il tenore ideologico e anti-democratico di queste assemblee, spesso presentate come semplici cortei in favore dei diritti umani, basta scorrere le rivendicazioni di esse sono portatrici.

"Pretendiamo che lo Stato italiano si ritiri dall'aggressione genocida in Palestina", recita l'ennesima nota che anticipa le ormai imminenti manifestazioni di piazza. Nel testo, poi, le istanze contro Israele e il suo popolo si fanno ancora più esplicite. "Supportiamo la legittima pretesa di liberazione di tutta la Palestina storica, dal fiume al mare. Supportiamo l’obiettivo dello smantellamento dell'entità sionista in quanto progetto coloniale di insediamento basato sulla pulizia etnica e sul genocidio sistematico", si legge ancora nel testo. La richiesta dei pro-Palestina non è dunque la fine del conflitto, ma l'inizio di una reazione che mira allo "smantellamento" di Israele. E quindi alla sua negazione.

"Supportiamo incondizionatamente la resistenza palestinese in Palestina", sostengono ancora gli attivisti, che nel loro comunicato non menzionano mai l'organizzazione terroristica di Hamas né condannano le violenze e le oppressioni compiute da quest'ultima, anche contro la stessa popolazione di Gaza. Come già accaduto lo scorso anno, a supportare le manifestazioni pro-Pal saranno anche i collettivi studenteschi attivi nelle università, per i quali ogni giorno è quello giusto per mettere in campo una protesta.

Dalle tendate fuori dagli atenei per il "diritto alla casa", passando per le assemblee in favore del Venezuela di Maduro, i collettivi rossi hanno

sempre un motivo per alzare la voce. Lo faranno anche domani, 20 settembre, aderendo allo sciopero del trasporto pubblico locale. Se c'è da bloccare il Paese e da creare disagio ai cittadini, loro ci sono.

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