La sua architettura, espressione di un rinnovato modo di intendere e vivere la città, ha plasmato Milano e fatto scuola. Ha delineato un paradigma nel quale l'estetica e il design si raffrontano con le implicazioni geopolitiche e ambientali dei fenomeni urbani. Con il Bosco Verticale, in particolare, ha manifestato il prototipo di un'architettura della biodiversità, che pone al centro il rapporto tra l'uomo e le altre specie viventi. Stefano Boeri ha interpretato e realizzato progetti ispirati a una visione di città aperta al futuro; spalancata sulla Milano che verrà. Proprio per questo, l'archistar milanese è il primo degli ospiti invitati all'odierno evento de ilGiornale dedicato interamente alla metropoli lombarda e alle sfide che l'attendono. A intervistarlo, sul palco allestito al Circolo Filologico Milanese, il capo della redazione di Milano de ilGiornale, Giannino della Frattina.
Il Direttore Alessandro Sallusti inaugura l'evento: "Il Giornale non poteva che nascere a Milano. Questa è una città che in quegli anni cercava di proiettarsi nel futuro, con la realizzazione delle metropolitane, ed era anche la città nella quale si concentravano i problemi del Paese. Non era una città semplice, ricordo che c'era il coprifuoco: c'era una criminalità organizzata che spadroneggiava. Ma era anche la Milanon che apriva il cuore alle migrazioni dal Sud Italia e non solo, offrendo un modello di integrazione positivo. Milanesi si può diventare, ma attraverso una selezione. Milano impone delle regole. Sono passati 50 anni, sono cambiate tante cose per merito dei milanesi e di una classe dirigente di livello. Con onestà intellettuale dobbiamo riconoscere che tutti i sindaci, di destra o di sinistra, sono stati all'altezza del compito. Oggi parliamo della Milano odierna, ma anche di quella che verrà". E lancia l'intervista all'architetto Boeri.
"Il Bosco Verticale compie dieci anni, Milano è diventata una città più verde e ha anticipato un processo che oggi attraversano anche altre città", inizia l'archistar. E ancora, spiega il senso del suo bosco urbano: "Gli alberi assorbono le polveri sottili, il veleno che abbiamo nell'aria. Questo è poi uno dei pochi progetti metropolitani che Milano ha. In questa città abbiamo una metropoli piccola, densissima, e attorno tutta un'area sulla quale Milano deve scommettere nel futuro; credo che la vera grande sfida di Milano sia garantire attrattività e inclusività".
Poi il tema degli studentati e degli alloggi. Quale ricetta? "Ci dev'essere una cooperazione pubblico-privato. Questa interazione è una costante a Milano. La sfida dell'inclusività è importante e ancora più importante è non creare ghetti, sacche di esclusione. Questo sarebbe un dramma. Ci vuole un mix, una varietà di culture. Penso sempre a una città arcipelago, con quartieri collegati tra loro. Milano ha risorse ancora incredibili da esplorare, è un luogo davvero unico che ha in sé cultura, arte, storia, ed eccellenze nella finanza, nella moda, nel design"
Le tre sfide di Milano per Boeri. "Superare l'eccesso di disuguaglianze; la transizione ecologica, che significa migliorare la produttività degli investimenti e delle imprese; l'intelligenza artificiale, sfida formidalibe che sta cambiando il rapporto con il mondo della comunicazione e dell'energia". L'archistar sottolinea quindi il valore della cultura per una città ed elogia in questo senso Milano. "Roma fa una partita a sé, ma Milano è formidabile. Scala-Piccolo-Triennale-Brera sono pilastri della cultura milanese, un elemento che ci consente di guardare con fiducia al futuro".
"Stiamo pensando a una nuova forma di bosco verticale, un
altro progetto che mi sta a cuore è il memoriale delle vittime del ponte Morandi di Genova, che è un'altra cittè straordinaria. Porto Milano con me ovunque ma imparo moltissimo anche dalle altre città".
(in aggiornamento)
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