Cara Valeria,
non ho ben chiaro se la tua bella rubrica sia il «luogo» giusto in cui discutere il mio problema. Vengo subito al dunque: si tratta di una collega. Quando entra in ufficio resto imbambolato, letteralmente di sasso. Provo una grande attrazione nei suoi confronti, non solo fisica. Il problema è che quando lei mi rivolge la parola (per qualunque motivo, anche solo per cortesia) io rimango secco come un baccalà sotto sale. Mi blocca il suo fascino e, per questo motivo, le parlo solo a monosillabi. Ovviamente questa condizione mi fa soffrire. Reagisco sai in che modo? Incolpando me stesso. Ti prego, puoi aiutarmi?
Mario
Non so se sono in grado di aiutarla Mario, ma posso dirle che cosa penso del suo racconto. A mio avviso non dovrebbe assolutamente incolpare se stesso e tantomeno soffrire. Scommetto che la sua collega sarà intenerita dal suo «rimanere secco come un baccalà» e forse anche dall’apparente goffaggine che l’assale in sua presenza. Specie se dovesse rendersi conto che il suo spaesamento ha a che fare proprio con lei. Mi sembra una bellissima, delicatissima e anche un po’ anacronistica forma di apprezzamento nei confronti di una donna. Non tutte sono affascinate dagli spavaldi che spesso e volentieri sortiscono in maniera molto più goffa di quella che lei attribuisce in maniera tanto inclemente a se stesso. Il mondo è pieno di fenomeni esuberanti che si lasciano scivolare addosso sfumature e donne senza porre loro la minima attenzione. Rendendosi alla lunga, ma anche in tempi brevi, davvero poco intriganti. Vuol mettere, per una signora, poter immaginare di essere il motivo per cui a un uomo si interrompe la favella, vanno insieme i pensieri, tremano le ginocchia? Se apparentemente non sembra la cosa più virile della terra, in realtà può essere una cosa estremamente sexy. Sentirsi il centro di qualcuno, l’idealizzazione perfetta credo possa essere estremamente gratificante. Infatti la sua collega le rivolge la parola spesso, mi pare di capire. Dice di trovarla affascinante, di apprezzarla tanto, di sentirsi debole difronte a lei. Una piccola venerazione, insomma.
E mi creda, la sensazione di «essere viste» è in realtà una cosa rara e preziosa. Sa cosa le dico? Invidio un po’ la sua collega per questa romantica e silente ammirazione. Tutte le donne dovrebbero sentirsi osservate così.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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