Trieste 1954, la nascita della Regione Friuli Venezia Giulia

Si è tenuto a Trieste un convegno che ha ripercorso la storia della Regione Friuli Venezia Giulia, grazie agli interventi di storici, politici e professori universitari

Festeggiamenti per il ritorno di Trieste all'Italia
Festeggiamenti per il ritorno di Trieste all'Italia
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La Costituzione italiana annovera tra le regioni a statuto speciale anche il Friuli Venezia Giulia, che è stata però l'ultima, tra le cinque previste, ad essere costituita (1963), comunque prima rispetto alle regioni ordinarie (1970).

Tale differenza si deve alla difficile situazione geopolitica del confine orientale italiano, rimasto incerto fino al 1954 con riferimento alla sorte di Trieste e del suo "Territorio libero", previsto dal Trattato di Pace del 10 febbraio 1947.

Il convegno

Di questa situazione politica che vede Trieste e la regione Friuli Venezia Giulia storicamente un laboratorio politico particolarmente attivo, si è parlato nel covegno: "Trieste 1954 e la nascita della Regione Friuli Venezia Giulia", lunedì 25 novembre, nella Sala delle Colonne a Palazzo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Riva del Mandracchio a Trieste.

Dopo i saluti istituzionali di Stefano Pilotto, Vicepresidente della Lega Nazionale Università degli Studi di Udine, tanti sono stati i relatori che si sono alternati, ad iniziare da Andrea Ungari, dell'Università Marconi di Roma, nell'intervento "La questione di Trieste dagli accordi di pace al Memorandum di Londra del 1954".

Il ruolo di Trieste

All'intervento di Ungari è poi seguito quello di Giuseppe Parlato, Direttore dell'Istituto Storico Italiano per l'Età moderna e contemporanea che ha parlato del "Ruolo ruolo nazionale di Trieste tra il 1953 e il 1954". Ancora Davide Rossi, dell'Università degli Studi di Trieste. Il suo intervento "Dalla Costituente allo Statuto, passando per Parigi e Londra: i vagiti di una regione", ha indagato sui cambiamenti storici della Regione.

Il "lavoro della regione"

Sui primi passi della regione ha raccontato Gian Paolo Dolso, componente della Commisione paritetica Stato-Regione FVG dell'Università degli Studi di Trieste nel suo intervento dal titolo: "La Regione in azione: i primi mesi di attività del Consiglio regionale". A chiudere la giornata di lavori Elena D'Orlando, Presidente della Commissione paritetica Stato-Regione FVG dell'Università degli Studi di Udine: Il suo intervento: "L'evoluzione della specialità nel tempo".

La storia della Regione

La Lega Nazionale di Trieste, sorta nel 1891, soppressa dalle autorità austro-ungariche nel 1915, ricostituitasi dopo la redenzione di Trieste alla fine della Prima Guerra Mondiale per essere poi sciolta dal fascismo, si era riorganizzata nell'immediato dopoguerra per tomare ad essere punto di rifermento per l'italianita giuliana soltoposta a occupazione straniera.

Nell'incertezza dell'epoca, goriziani e triestini, ma anche istriani, fiumani e zaratini, il 2 giugno 1946 non poterono partecipare al referendum istituzionale ed alle contestuali elezioni per l'Assemblea Costituente. Un vero vulnus questo mancato coinvolgimento rappresentativo, se soltanto si considera che questo consenso dovette deliberare sul Trattato di Pace come sulla X disposizione transitoria della Costituzione,

Nonostante questo, Trieste dimostrò il proprio patriottismo anche aderendo in massa alla ricostituita Lega Nazionale, punto di riferimento nelle tragiche giornate del novembre 1953, che però ebbero il merito di smuovere opinione pubbica e la diplomazia, favorendo un clima totalmente differente. Il
Memorandum di Londra avrebbe infalti sancito il ritorno ufficiale il 26 ottobre 1954 nel capoluogo giuliano dell'amministrazione civile italiana.

La costituzione della regione autonoma

Rientrata Trieste nei confini nazionali, si attivò l'iter per la costituzione della regione autonoma, alimentando una dialettica tra il Friuli e la Venezia Giulia in merito alla rappresentanza in Consiglio regionale, per l'individuazione del capoluogo, sull'allocazione delle risorse finanziarie. Sullo sfondo, emergevano una serie di dubbi che la Costituente aveva lasciato ambiguamento risolti.

Appare ben chiaro come il Friuli Venezia Giulia abbia quindi rappresentato un laboriorio politico particolarmente attivo, in cui nell'immediato dopoguerra si sono sovrapposti e confrontati patriottismo e localismi, fenomeni identitari e propensioni alla cooperazione transfrontaliera, dialettiche interprovinciali

e con lo Stato centralem rivendicazioni di nuove speficità e tutela delle minoranze linguistiche, in una situazione di reciprocità con la confinante Jugoslavia, rancori per vicende storiche passate e aperture al dialogo.

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