Proviamo a dare un po' di colore poetico alle notizie in bianco e nero che circolano sul web, di seguito alcuni dei fatti più cliccati della settimana visti attraverso un filtro a colori.
Quale massoneria vincerà?
In questi giorni è emerso il tema della massoneria, un segmento dell'anima più segreta di questo paese, che di solito agisce in riservatezza. Ma questa volta se n'è parlato per una guerra che è scoppiata per l'elezione del nuovo “gran maestro”, cioè il capo nazionale. È triste leggere le cronache che raccontano prima l'elezione del candidato scelto sull’onda della trasparenza e della lotta alle infiltrazioni mafiose, il romagnolo Leo Taroni, poi il ribaltamento del risultato nel comitato elettorale in favore del candidato calabrese Antonio Seminario, con pesanti accuse di brogli e ritorsioni che incombono metalliche. C'è chi ha parlato addirittura di “golpe”. In Italia la Massoneria ha sempre avuto due anime: quella che ha fornito al Paese una classe dirigente e quella dei grigi maneggi finanziari noti al grande pubblico per le vicende della P2. Vedremo quale prevarrà questa volta.
L'Oscar a Miyazaki
Hanno assegnato i premi Oscar. A quanto pare il grande potere di Hollywood ha deciso che il film più bello del 2023 sia “Oppenheimer”. A noi che ci interessiamo dei sussurri poetici interessa invece di più il riconoscimento a “Il ragazzo e l'airone” di Hayao Miyazaki, maestro indiscusso dell'animazione e genio dell'era contemporanea. Tutti dovremmo attingere alla saggezza che è piantata nei suoi disegni, così pieni d'anima e così veri. Lì sì possiamo incontrare la saggezza antica dell'Oriente più estremo.
Tutti leggano Alda Merini
E invece nella nostra occidentale e mediterranea Italia abbiamo Alda Merini. C'è tanta, tanta poesia nella vita e nelle parole di Alda Merini. Chiunque si interessi di poesia dovrebbe confrontarsi profondamente con lei. Ben venga dunque che finalmente si sia deciso di dare spazio alla sua figura e alla sua storia anche nel piccolo schermo. Tanti accademici la derubricano ancora oggi a un fenomeno mediatico incentrato sul semplice racconto del suo disagio psichico, ma in quella che qualcuno chiama la sua follia c'è la chiarezza della verità.
La poesia di Rocco Siffredi
E chi avrebbe mai pensato che la poesia potesse nascondersi anche fra le pieghe di carne del porno? Dopo aver visto “Supersex”, la serie tv su Rocco Siffredi, qualche dubbio viene, guardatelo. Un'opera veramente al di sopra di quanto si vede sugli schermi, segno che il cinema italiano, quando è sincero con se stesso, sa ancora dire la sua. Un complimento speciale alla sceneggiatrice Francesca Manieri, ai registi Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni. Performance attoriali incredibili di Alessandro Borghi, Adriano Giannini, Jasmine Trinca, Mario Pirrello. Ma il grazie speciale va a Rocco, che ha avuto il coraggio di essere se stesso.
In un solo quadro sfregiato l'intero occidente
Di poesia invece non ce n'è proprio, nel gesto autolesionista di questo giovane occidente che odia se stesso, come le mani, così giovani, che hanno deturpato e sfregiato un quadro vecchio un secolo, in preda alla follia ideologica che fa sentire in colpa l'occidente del suo passato, mentre agli altri tutto è permesso. Nel mare della superficialità servono percorsi perché le nuove generazioni tornino ad accedere alla capacità di pensare, di costruire convinzioni sane e reali. Ma in questo caso serve solo una mano molto ferma.
L'aria di guerra fa male alla testa
Sarà che continua ad esserci aria di guerra, una guerra unica, che parte dal cuore degli umani e finisce lì, sulla terra inzuppata di sangue e lacrime, la stessa guerra che combattevano i Neanderthal con le clave oggi si combatte con le bombe e le informazioni.
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