
Arrivata alla sua 15a edizione, la prestigiosa classifica QS (World University Rankings by Subject), vede quest'anno tra le sue posizioni ben 56 università italiane con 632 piazzamenti in classifica nelle 55 discipline accademiche analizzate, ma guardando agli anni precedenti per il nostro Paese le cose sono peggiorate
L'analisi
Rispetto all'anno scorso il 40% dei posti italiani in classifica è rimasto stabile, il 12% ha registrato un miglioramento mentre il 37% ha subito un calo. Guardando però nell'insieme i dati, le "performance" dei nostri atenei hanno subito un calo del 25 per cento dovuto probabilmente alla forte presenza delle università asiatiche che da qualche anno stanno scalando queste classifiche.
I criteri della scelta
Il ranking Qs è incentrato principalmente sulla reputazione di cui un’università gode presso professori e ricercatori di altri atenei e presso i datori di lavoro. Un criterio che in passato ha sollevato diverse critiche, anche perché gli esperti di Qs possono fare consulenza alle università per aiutarle a migliorare i risultati. La classifica però si è imposta come uno degli strumenti più utilizzati dalle famiglie al momento della scelta della facoltà.
Per quanto riguarda il metodo di compilazione della classifica sono state prese in considerazione 1.700 università presenti in 100 Paesi e territori. Le classifiche includono 55 materie di studio e cinque aree di studio: Arti e Discipline Umanistiche, Ingegneria e Tecnologia, Scienze della Vita, Scienze Naturali, Scienze Sociali e Gestione, e si basano su alcuni indicatori: la reputazione accademica, basata sull'opinione di 144.000 professori, reputazione tra i datori di lavoro (98.000 responsabili delle assunzioni, HR e Talent Manager), citazioni per paper, indicizzato dal database bibliometrico Scopus/Elsevier, indice H, la rete di ricerca internazionale.
Le posizioni a livello globale
A livello globale, l'Italia si colloca al settimo posto per numero di voci in classifica e per numero di università classificate. Tra i Paesi dell'Unione Europea presenti in questo studio, occupa il secondo posto per numero di posti in classifica complessivi, dietro solo alla Germania.
Le "nostre" eccellenze
Per quanto riguarda le eccellenze l'Italia si colloca al secondo posto per numero di inserimenti nella Top 10 delle materie, con sette piazzamenti (uno in meno rispetto allo scorso anno), uno in più della Francia (6), subito dopo i Paesi Bassi, in testa con 14 piazzamenti, e a livello globale supera di quattro posizioni quelle di Germania e Giappone (3 piazzamenti ciascuno).
La Sapienza si conferma per il quinto anno consecutivo la migliore facoltà negli Studi classici, seguita per la prima volta non dalle rivali Oxford e Cambridge, solo quarte e quinte ma dalla new entry cinese Peking University, lo scorso anno già al decimo posto, che batte anche St Andrews che pure da dodicesima si classifica terza.
Le altre università
La Normale di Pisa che lo scorso anno era al quinto posto, nel 2025 è invece ottava. Anche per il Polimi sono arrivate una serie di conferme: il sesto posto per Arte e Design (in salita di uno rispetto al 2024) e il settimo per architettura, il dodicesimo in Meccanica (era nono), tredicesimo in Ingegneria Civile (-1), 21esimo in Ingegneria e tecnologia (+2). Bene anche il Politecnico di Torino che sale di un posto in Ingegneria del Petrolio (17esimo), mentre la Bocconi conquista anche il 12esimo posto in management (dal 16esimo) e il 19 esimo in Accounting (era 17esima).
I cambi di posizioni, anche se vogliamo anche repentini, sono probabilmente il riflesso dell'incertezza che stanno attraversando alcuni atenei britannici e americani su questi temi, a partire dai programmi. La Peking University lo scorso anno ha ospitato ad esempio la World conference on Classics.
La visione d'insieme
Più in generale, la Sapienza mantiene la leadership negli Studi classici, il Politecnico di Milano fa incetta di posizioni nella parte alta della classifica per Architettura, Design e poi per Ingegneria civile, Meccanica, Tecnologia. La Bocconi mantiene le sue posizioni in Economia e Marketing e la Normale, pur perdendo tre posizioni, resta nella top 10 per gli studi classici. C'è poi la nuova entrata, l’ Università IUAV di Venezia che sale di sei posizioni fino ad occupare il nono posto al mondo per Storia dell’arte.
La classifica generale
Ampliando la visione a livello globale le università statunitensi si confermano in testa in 32 discipline, quasi doppiando le dirette concorrenti del Regno Unito con 18 discipline.
Tra queste UK la più performande al mondo rimane l'Università di Harvard con il primo posto in 19 discipline. Segue il MIT Massachusetts Institute of Technology, che primeggia in 12 discipline.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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