Il vero segreto di Trump, quelle voci su Vannacci e Toti: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la potenza della scelta di Trump fermare il secret service, lo scandalo di Toti ancora ai domiciliari e la nonnina in fuga dall'ospizio

Il vero segreto di Trump, quelle voci su Vannacci e Toti: quindi, oggi...

- Sapete qual è l’immagine più potente, il momento cruciale dell’attentato contro Donald Trump? Non il fatto che si sia subito rialzato in piedi. Non quel pugno rivolto verso l’alto col sangue che intanto sgorga dall’orecchio. Non l’aver richiesto di recuperare le scarpe, manco fossero d’oro. E neanche quel "fight, fight, fight", combatti combatti combatti, urlato ai suoi sostenitori poco dopo aver rischiato la pelle. Se il pugno alzato, se quel “fight”, se la fotografia con l’orecchio insanguinato faranno la storia e sono già diventati il simbolo, per i suoi sostenitori, di un uomo ferito ma indomito, pronto a rischiare la sua vita per le sue idee, lo si deve ad una singola parola: "Wait". Aspettate. È infatti Trump che, nonostante in aria risuonassero ancora gli spari dei cecchini, ha imposto agli agenti del secret service di fermarsi per potersi rivolgere al suo popolo. Avrebbe potuto, e forse dovuto, restare chino, coperto dagli 007, correre nell’auto blindata e scappare via. Invece mette in scena il proprio trionfo. È un colpo di teatro, una mossa non studiata ma azzeccata, sicuramente rischiosa ma potente: simboleggia il legame viscerale col suo elettorato ma anche totale padronanza dei mezzi comunicativi moderni. Basti pensare che, mentre uno dei fan moriva ai piedi del palco, un altro restava ferito e l’attentatore veniva abbattuto, l’intera piazza esultava al grido "Usa, Usa, Usa" come se nulla fosse successo. Tutto per The Donald. Trump ha mostrato agilità, nonostante i 78 anni; prontezza di spirito, capacità comunicative, fierezza e una certa dose di calcolata follia. Tutte doti che, giusto o sbagliato che sia, l’elettore medio cerca nel candidato presidente. Tutte qualità che, a giudicare dall’ultimo dibattito televisivo, mancano ad un acciaccato Joe Biden. In politica i contenuti contano, ma la forma spesso vale più di tanta sostanza. E Trump - in quei tragici frammenti - ha segnato un solco quasi inimmaginabile tra lui e il povero Joe che cade da solo dalla scala dell’aereo.

- Leggiamo insieme questa dotta profezia di Matteo Renzi da Londra: “Meloni cadrà se la sinistra si unisce e se la destra italiana avrà un Farage come in Uk”. E se mio nonno avesse tre ruote, sarebbe un Ape Car.

- Roberto Vannacci, sconosciuto generale dell’esercito, è diventato famoso grazie ad alcuni articoli pubblicati da Repubblica che gli hanno permesso, alla fine della fiera, di vendere centinaia di migliaia di copie e di diventare eurodeputato. Bene. Da diversi giorni, Vannacci con sarcasmo (ma mai offendendo) rivolge i propri ringraziamenti al cronista e l'altro giorno Repubblica se ne lamentava considerandolo un "attacco". Vi riporto il tono dei post: "Grazie Matteo Pucciarelli, la ringrazio per la Decima volta: senza di lei e senza Repubblica tutto ciò sarebbe solo un sogno". Mi spiegate dove sarebbe "l'attacco"? Eh: dove? Non erano allora "attacchi" a un normale generale i vostri articoli di critica e sberleffo ai tempi dell’analisi di Un mondo al contrario? La Federazione nazionale della Stampa parla di "atto pericoloso e irresponsabile", addirittura di "campagna sui social che assume contorni estremamente gravi". Ma di cosa state parlando? I giornalisti sono liberi di criticare chiunque. Ma devono saper accettare critiche, ironie e sberleffi. Questo corporativismo (peraltro a cronisti alterni, nel senso che l’indignazione si scatena solo per quelli di sinistra) è insopportabile. Vannacci ha il diritto costituzionale di criticare il collega di Repubblica. E se vuole anche di prenderlo per i fondelli.

- Pare che il Rassemblement National sia contrario all'elezione a vicepresidente del gruppo al Parlamento Ue di Roberto Vannacci. C'è chi sussurra che la motivazione ruoti attorno alle sue posizioni sugli omosessuali, che a quanto pare in quel partito sarebbero ben rappresentate.

- Su Toti si è detto molto. Il Riesame ha bocciato la sua difesa e anche il parere si Sabino Cassese, a dimostrazione che quando ti metti nelle mani dei magistrati non puoi mai sapere come andrà a finire. Il dramma, che pochi notano, è che da due mesi non stiamo discutendo "del processo", cioè non stiamo domandando ai pm di trasformare in prove gli indizi raccolti, ma della carcerazione di un signore che - qualora libero - non avrebbe nessun motivo né di fuggire, né di reiterare i (presunti) reati né di inquinare le prove. Non stiamo parlando di un presunto stupratore o di un presunto assassino. E neppure di un presunto ladro. È indecoroso che in Italia ci sia un killer condannato in terzo grado libero di farsi 11 giorni di latitanza mentre Toti, innocente, viene costretto alle dimissioni.

E dove frotte di borseggiatrici continuano imperterrite a “reiterare” i loro reati senza che nessuno le tenga dietro le sbarre, mentre Toti, innocente, può solo scegliere tra la reclusione e l’addio alla sua carica. Caro presidente, non demordere. E il centrodestra non lo abbandoni.

- In Cina una 92enne scappa dall'ospizio scavalcando un cancello alto due metri. Il mondo ha bisogno di questi eroi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica