Bella da morire: l'Alfa Spider di Eddie Redmayne in "The day of the Jackal"

Nella serie sull'assassino per eccellenza, ripresa dal romanzo thriller "Il giorno dello Sciacallo" di Frederick Forsyth spunta una meravigliosa alfetta color crema

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Il successo è così clamoroso che nemmeno lui se lo aspettava. Quando fuori scocca il 1970 Frederick Forsyth è appena diventato ricco e famoso. Ci è riuscito scrivendo un thriller che rimarrà scolpito nella storia: "Il giorno dello sciacallo". Ex pilota ed ex reporter per la BBC e per Reuters, Forsyth conquista grazie ad una trama ritmica, che aggancia mettendo a nudo quanto sia semplice acquistare una falsa identità nel Regno Unito, andare in giro spacciandosi per qualcun altro, uccidere a pagamento.

Cinico e metodico, lo Sciacallo è appena tornato sulle scene grazie alla - ragionevolmente - pompatissima serie Sky Original, con il divo Eddie Redmayne a fare da criptico mattatore. Non è la prima volta che la storia viene trasposta sugli schermi. Il primo adattamento cinematografico uscì nel 1973, per la direzione di Fred Zinnemann, con Edward Fox nei panni del protagonista, incaricato di attentare alla vita del presidente francese Charles de Gaulle. Nel 1997 è invece Bruce Willis ad immedesimarsi nel killer, per un remake in salsa anni Novanta.

Il filo rosso che unisce queste apparizioni sugli schermi? L'eleganza del sicario, che si manifesta anche attraverso le vetture che guida. Nella serie dei nostri giorni, ad esempio, Redmayne si mette alla guida di una magnifica Alfa Romeo Spider Serie 3, color crema. Un'icona dell'artigianato automobilistico italiano che finisce ancora una volta in mondovisione, suscitando ammirazione e interesse nei confronti di una storia che inizia a metà degli anni Sessanta, quando nasce la prima generazione.

Più nello specifico, la Serie 3 Spider venne progettata da Pininfarina e irruppe sul mercato dal 1982, restandoci fino al 1994. Dodici anni di successo, replicato poi con il fermento odierno per l'acquisizione di queste vetture da parte di facoltosi collezionisti, dovuti senz'altro al mix di eleganza e innovazione ingegneristica che il modello esprimeva. Rispetto alle serie precedenti venivano adottati nuovi paraurti avvolgenti e la coda tronca veniva modificata, a seguito di uno scrupoloso studio condotto nella galleria del vento. Un particolare che valse alla vettura un forte consenso per la sua aerodinamicità, ideale per mantenere una guida sportiva.

Cabriolet sinuosa e raffinata, elegante eppure priva di eccessi, questa Spider offriva un'esperenzia di guida agile ed una reattività rara. Con un telaio sapientemente bilanciato ed uno sterzo preciso, la Serie 3 garantiva una tenuta di strada eccellente anche a velocità sostenute.

La spinge un motore aspirato a 8 valvole, per una cilindrata di 1570 cm3. Il cambio manuale a cinque marce consente di apprezzare nella sua interezza lo scatto del benzina.

Anche perché, seppure fantastica da osservare mentre scorre lentamente nei centri città, questa spider è in grado di raggiungere la velocità di 180 km/h. Il suo design senza tempo contribuisce a renderla una delle auto italiane maggiormente in grado di aumentare il suo valore sul mercato, con il trascorrere degli anni. Il giudizio resta unanime: bella da morire.

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