Risalgono i crinali che li condurranno a St. Moritz con due vetture identiche, sfidandosi in velocità ad ogni tornante. Fuori è il 1990, le due macchine sono delle Ferrari e alla guida ci sono Massimo Boldi e Christian De Sica. L'incipit di "Vacanze di Natale 1990", riproposto in questi giorni nei cinema di tutta Italia. La commedia, diretta da Enrico Oldoni e prodotta da Filmauro con Luigi e Aurelio De Laurentiis, faceva leva su un cast superlativo, che annoverava anche Ezio Greggio, Diego Abatantuono, Andrea Roncato, Corinne Clery, Moira Orfei, Giannina Facio e Maria Grazia Cucinotta.
Così, nella patinata località sciistica, si intrecciano le storie e i dilemmi, quasi sempre tragicomici, di protagonisti attratti dal lusso, specialmente perché la maggior parte di loro provengono, invece, da contesti tutt'altro che agiati. Tradimenti e sotterfugi sono le basi sulle quali si appoggia il film, che godrà in seguito di una lunga serie di discendenti. C'è Nick (Abatantuono), proprietario di un ristorante sull'orlo del fallimento, che però ha appena vinto 4 miliardi alle corse ippiche. C'è il romano Tony (De Sica), che raggiunge la moglie maceratese, più anziana e molto ricca. Ci sono Bindo (Boldi), ricco industriale tradito dalla compagna, un Arturo Zampini (Greggio) che conduce un'esistenza sghangherata e Beppe (Roncato), soprannominato "Zanna Bianca", seducente istruttore di deltaplano. Tutti combinano guai in serie con la controparte femminile del cast.
Quella prima scena, con le Ferrari - due modelli 348 TB - che si lavorano i tornanti della Maloja per andare spedite verso Saint Moritz è l'anticamera della trama, perché lo status, autentico o presunto, può davvero svoltare la vita in posti come questo. Il nome è dovuto, come in molti precedenti, all'indicazione numerica della cilindrata, 3,4 litri, da cui 34, seguita dall'indicazione del numero dei cilindri, 8. Quanto alle sigle "TB" e "TS", stanno rispettivamente per "Trasversale Berlinetta" e "Trasversale Spider".
Questo modello, erede della 328 GTB, introdusse novità significative nel segmento delle berlinette a motore centrale V8. Il design della carrozzeria mescolava elementi stilistici della Testarossa e dettagli classici come il frontale, che richiamava la 375 MM. Il motore V8 da 3.4 litri, con 300 cavalli e 324 Nm di coppia, era montato longitudinalmente con un cambio trasversale, permettendo performance eccezionali, come una velocità massima oltre i 275 km/h e uno scatto da 0 a 100 km/h in 5,6 secondi.
Presentata al Salone di Francoforte nel 1989, la 348 rappresentava il primo modello Ferrari completamente nuovo dopo la morte di Enzo Ferrari nel 1988. Disponibile nelle versioni TB (berlinetta) e TS (spider), la 348 si distingueva per l'innovativa disposizione del cambio, montato trasversalmente nella parte posteriore del motore.
L'auto ricevette giudizi tutt'altro che lusinghieri dagli stessi addetti ai lavori e dai vertici Ferrari.
Dopo averla provata a Maranello ed essere finiti fuori pista, il direttore tecnico Mauro Forghieri e l'ingegnere Nicola Materazzi dissero che era "instabile e pericolosa". Più tagliente ancora fu l'ex presidente Luca Cordero di Montezemolo, che ne parlò come una "macchina di merda, che fa rumore e non si muove".
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