
Gentile Direttore Feltri,
la sinistra ecologista attacca tanto Elon Musk, e poi Nicola Fratoianni e sua moglie tengono la Tesla in garage e se ne vanno in giro con l’automobile prodotta dal miliardario avversato dai progressisti. Lei che cosa pensa di questa contraddizione?
Lucio Delfino
Caro Lucio,
se i nostri acquisti dovessero essere vincolati al pensiero di chi produce e immette sul mercato un determinato prodotto, allora fare la spesa o comprare qualsiasi bene diventerebbe un grosso problema, poiché prima dovremmo informarci riguardo le opinioni del produttore e del venditore che, nel caso non collimassero con le nostre, comporterebbero il fallimento della trattativa e della compravendita. Mi pare un pochino esagerato, eppure mi rendo conto che da un po’ si è diffusa questa tendenza a sinistra: le compere devono essere etiche, ecosolidali, ecologiste, ecosostenibili, virtuose, altrimenti si rischia di essere giudicati e condannati, bollati quali razzisti, fascisti, sessisti e così via.
Esempio emblematico di questa moda è rappresentato dal leader di Alleanza Verdi e Sinistra Nicola Fratoianni e da sua moglie, la deputata Elisabetta Piccolotti, una piccola impresa politico-familiare (eppure il familismo è visto solo a destra, in particolare in casa Meloni), i quali si vergognano di avere preso e di utilizzare una macchina uscita dall’industria di Elon Musk, braccio destro del presidente Donald Trump, entrambi reputati estremisti di destra. I coniugi Fratoianni hanno affannosamente spiegato, scendendo nei dettagli, come e perché dispongono di una Tesla, giustificandosi, nemmeno si fosse trattato di un crimine, davanti all’opinione pubblica e garantendo che, non appena sarà possibile, se ne libereranno in quanto «Musk è diventato nazista» e loro l’auto se la sono procurata prima che Elon prendesse questa piega e facesse il saluto romano. Queste le parole della signora, sulla quale il marito ha scaricato la responsabilità di un simile immorale affare. «Quell’automobile non è mia, è di mia moglie, chiedete a lei», ha puntualizzato Fratoianni.
Sarebbe bastato che i due dicessero che, essendo ecologisti, ritengono che la Tesla sia un’ottima soluzione per spostarsi a impatto zero. Invece no, come sempre accade, la sinistra mette di mezzo l’ideologia. E l’ideologia vieta di acquistare le quattro ruote di Musk, sebbene imponga di essere verdi, quindi di girare con il motore elettrico e non con quello a benzina, che accorcia la vita del pianeta. Insomma, si è venuto a creare un incidente, uno scontro ideologico: da un lato, l’esigenza di tutelare l’ecosistema; dall’altro, l’esigenza di tutelare la propria reputazione e di discriminare, poiché di discriminazione ideologica si tratta a tutti gli effetti, un uomo considerato reo di non pensarla alla maniera progressista e tacciato per questo di essere fascista.
Piccolotti ha optato per codesta soluzione pratica: terrà ancora l’auto, perché in fondo funziona molto bene ed ella deve pur spostarsi, ma - ha assicurato -
quando estinguerà il leasing la cederà, poiché lei sulla macchina di un nazista non vuole proprio stare. Intanto la signora ne avrà macinati di chilometri a bordo di quella Tesla un po’ fascista ma pure tanto tanto comoda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.