Fiat Coupé, i quasi 30 anni dell'ultima sportiva torinese

Quasi trent'anni fa uscì sul mercato la Fiat Coupé, l'ultima sportiva torinese che fu disegnata da Chris Bangle e perfezionata dalla Pininfarina

Fiat Coupé, i quasi 30 anni dell'ultima sportiva torinese

Pensando a lei ci si può far prendere dalla nostalgia, addirittura potrebbe scenderci una lacrimuccia a rigare il viso, in primis perché sono già passati quasi trent'anni dal suo lancio commerciale, era infatti il 1994, poi perché lei è stata l'ultima vera sportiva a marchio Fiat. Per chi ancora non lo avesse capito, stiamo parlando della Fiat Coupé, la stilosissima creatura partorita dall'estrosa matita di Chris Bangle, uno che ha fatto la recente storia del design automobilistico, e dalla Pininfarina che si è spesa per rendere più preziosi gli interni di questa italiana. Fino a non molti anni fa i piazzali delle città ne erano pieni, seppur fosse un modello destinato a una nicchia di clienti, ma fra questi si trovava sempre un "buontempone" che aveva la faccia tosta di spacciarla per una Ferrari, mostrando con orgoglio il fregio della carrozzeria torinese da sempre legata al Cavallino Rampante. Non sarà stata così nobile la Coupé, ma a guardarla ancora adesso sembra che il tempo con lei sia stato clemente. La sua linea è immortale, le sue forme sono ancora - tutto sommato - attuali, eppure pensare a com'era l'Italia e il mondo trent'anni fa si comincia a fare fatica. La Coupé, invece, lo sguardo lo cattura sempre, anche adesso che è diventata una storica a tutti gli effetti.

La linea di Bangle

Come sempre esiste una lunga schiera di detrattori della Fiat Coupé, al pari di coloro che la amano. Tuttavia, c'è una cosa oggettiva che mette tutti d'accordo ed è ciò che ha saputo fare Chris Bangle partendo da un foglio bianco. La sportiva torinese sembra poter abbracciare la strada e sfidare il vento con il coltello tra i denti; esprime velocità e prestanza da ogni angolatura la si guardi. Al tempo stesso è armonica e bilanciata, con qualche tocco di stravaganza come i fanali anteriori incassati nel cofano e, soprattutto, quelli posteriori circolari e sfalsati. Bangle, designer americano, si è fatto le ossa in Italia tra Alfa Romeo e Fiat, prima di saltare a bordo di BMW per disegnare delle auto tanto iconiche quanto controverse, nella prima decade degli anni 2000. Tornando alla Coupé, la sua linea filante l'ha resa attraente e molto sportiva, con un dettaglio amato da chiunque: il tappo del serbatoio esterno e cromato, come una vettura da corsa. In ogni caso, le prestazioni non le facevano difetto, la Coupé del Lingotto andava forte e sfidava a colpi di contachilometri anche le rivali più blasonate e prestigiose. In quel periodo storico c'era il coraggio di osare e questo modello ne è la migliore dimostrazione.

Fiat Coupé

Fiat Coupé: che prestazioni!

Creare una macchina che abbia delle velleità prettamente sportive partendo dal pianale Tipo 2, quello della Bravo e - per l'appunto - della Tipo, non è tra le operazioni più facili in assoluto, tuttavia, per la Coupé viene svolta un'opera lodevole. Il telaio viene rinforzato, irrigidito e reso più solido affinché possa sopportare e supportare delle prestazioni elevate. Sotto al cofano, infatti, vengono adagiati dei motori potenti: si va dal 1.8 da 131 CV al 2.0 da 5 cilindri da 190 CV, con turbocompressore di sostegno. Il vertice della gamma, però, è il 2.0 20V da 220 CV che faceva schizzare la Fiat Coupé a una velocità massima di 250 km/h, con un'accelerazione da 0 a 100 km/h in 6,3 secondi. Se la matematica non è un'opinione, parliamo di cifre eccellenti per la sua epoca, ma non disprezzabili nemmeno nei tempi moderni. Peccato per la trazione anteriore, che limitava la sua dinamica in curva e non permetteva un perfetto scarico della potenza a terra.

Fiat Coupé

Effetto nostalgico

Il suo prezzo di listino era molto aggressivo, fattore che le ha permesso di suscitare un grande interesse generale, considerati sia lo stile che le prestazioni non troppo distanti da quelle di auto che potevano costare anche il doppio. Nel 2000, dopo sei anni di carriera, la Coupé esce di scena quasi in punta di piedi, pur avendo superato le 72.000 unità vendute. Un grande successo per un'auto di nicchia. Qualche anno dopo la sua dismissione, il valore della Fiat Coupé nel mercato dell'usato è calato vorticosamente tanto da renderla un oggetto per soddisfare l'appetito degli amanti del tuning estremo, che l'hanno snaturata e trasformata - spesso - in un'astronave stradale completamente fuori dai ranghi per i quali era stata concepita. Questo fenomeno è durato fino a pochissimo tempo fa, ma ora che la Coupé è tornata ad avere quotazioni in ascesa, ci sono frotte di collezionisti che fanno a gara per portare nel proprio garage un modello immacolato e come mamma Fiat ha fatto.

Verso questa vettura l'effetto nostalgia si spreca, perché la Fiat non si è più cimentata in un'avventura del genere, lasciando vuoto il segmento delle coupé da più di 23 anni. Di lei resta il ricordo di un'auto che ha saputo far sognare in molti, ma soprattutto rimane intatta la sua identità unica: quella di Fiat più veloce di sempre.

Fiat Coupé

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