Renault e Alpine disegnano il futuro dell'auto nella smart city alla Design Week

In un contesto dinamico e in evoluzione, l'automobile ha ancora molto da offrire. il Gruppo Renault spiega come nelle smart city del futuro l'auto non sarà un problema ma la soluzione

Renault e Alpine disegnano il futuro dell'auto nella smart city alla Design Week
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L'automobile sta vivendo una rivoluzione, un cambiamento epocale. Se fino a poco tempo fa le macchine erano viste come un ostacolo al progresso, poiché inquinanti e poco intelligenti, e un mezzo da relegare al grande libro della storia, per merito dei progressi tecnologici profusi nel campo automotive, adesso la loro prospettiva cambia nuovamente. All'interno degli spazi urbani e delle grandi città del futuro, anche le automobili avranno il loro spazio, perché sapranno dialogare con il nuovo concetto di "smart city", che è cambiato progressivamente rispetto alle origini di oltre trent'anni fa. Di come stanno evolvendo le quattro ruote, non più semplici macchine, il Gruppo Renault ha realizzato due interessanti talk durante la Milano Design Week, affidando la parola a Vittorio d'Arienzo, product global leader di Ampere, l'anima elettrica del colosso francese.

Renault e l'auto nella "Smart City"

Il paesaggio delle grandi città sta mutando. Se la metropoli del '900 si inchinava all'automobile, mezzo di locomozione per eccellenza, nel terzo millennio si applica una sottrazione. La macchina non è più al centro del cosmo, ma ha ancora molto da dire. L'elettrica, infatti, saprà destreggiarsi nella smart city del domani in modo attivo e intelligente. Non sarà soltanto parte del paesaggio urbano (attualmente le auto rimangono inattive per l'80% del tempo) ma avrà un ruolo dinamico, provvedendo addirittura al fabbisogno energetico di una strada o di un quartiere, come fa un powerbank. Con una batteria da 52 kWh, come quella dalla Renault 4 E-Tech, si potrebbero alimentare molteplici dispositivi di una città e più vetture insieme darebbero molta energia alle aree circostanti.

Al di là di questo, spiega Vittorio d'Arienzo, le auto alla spina godono di una maggiore libertà progettuale, perché non avendo vincoli legati a una struttura endotermica, si possono disegnare degli interni comodi e funzionali in corpi più compatti. La futura Twingo avrà un abitacolo degno di un SUV da 4,5 metri, nonostante una lunghezza complessiva di 3,80 metri. Questo vuol dire che un domani, dove adesso trovano parcheggio 4 macchine ce ne potranno stare almeno 5. Non è tutto, la trazione elettrica non vuol dire solamente meno inquinamento per le strade, ma molto di più. Ci sono già tecnologie che un giorno permetteranno alle automobili di dialogare con la città (V2X), cercando il parcheggio in modo automatico e indirizzando il guidatore al punto di arrivo senza dover perdere tempo inutile. Dunque, nella smart city del prossimo futuro l'auto non diventa il problema, ma parte della soluzione.

Alpine e un DNA che non cambia: leggerezza a ogni costo

Alpine è un marchio strettamente legato alle emozioni, alla sportività e alla leggerezza. Le sue auto sono specchio di questi capisaldi, che varranno anche nel prossimo futuro. L'elettrificazione è già cosa nota e la A290 ne è il primo riuscito capitolo, perché non ha impedito ad Alpine di confermare il suo DNA. La leggerezza, oggi, non è soltanto sulla bilancia, ma anche di pensiero. Come spiegato da Vittorio d'Arienzo, Ampere gode di carta bianca e può prendere delle decisioni rapide e veloci: questa divisione è in grado di sviluppare un'auto in appena 24 mesi. Tuttavia, quando deve lavorare con i marchi Renault e Dacia deve rispettare dei paletti più stringenti, ma in caso di Alpine le parole d'ordine restano racing, emozioni e prestazioni.

Experience Lightness: la sfida di Alpine alla Milano Design Week 2025

Quindi, nonstante il passaggio all'elettrico, la leggerezza rimane intatta. Rispetto a un'auto "tradizionale", una BEV rinuncia a moltissime componenti che occupano spazio e determinano un aumento di peso (intercooler, una testata ecc...), e anche se è presente una batteria che porta con sé un bel bagaglio di chilogrammi, questa può essere collocata in modo da non essere un impedimento ma un valore aggiunto nella dinamica del veicolo. Anche in fatto di manutenzione si può usare la parola magica di lightness, perché l'impegno è inferiore: non si cambiano filtri e candele, giusto per fare un esempio. Infine, dal punto di vista dell'intelligenza, prima un'automobile aveva una centralina singola per ogni funzione, adesso c'è quasi sempre una sola CPU che fa tutto il lavoro. Questo vuol dire che a bordo si risparmiano centinaia di chilogrammi di fili di rame, mentre l'autovettura ha fatto un balzo tecnologico significativo, perché si può parlare di intelligenza proattiva.

A chi dice che un'auto elettrica non è emozionante ed è paragonabile a un elettrodomestico, d'Arienzo ha le idee chiare: "l'auto sarà sempre un'esperienza fisica, perché bisogna gestire un'accelerazione feroce o impostare una curva fatta bene". Dunque, il coinvolgimento emotivo non mancherà e le prestazioni saranno fruibili per tutti, in modo molto più democratico, grazie alla tecnologia che avanza. E questo ce lo insegna anche Alpine.

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