Oreo, Tuc e Toblerone a prezzi gonfiati mettono Mondelez nei guai. Il colosso statunitense ex Kraft, proprietario di grandi marchi di dolci confezionati dovrà pagare una multa da 337,5 milioni per violazione della concorrenza. Ma la sanzione è davvero così salata? Mondelez International ha chiuso il 2023 con ricavi netti in rialzo del 14,4% a oltre 36 miliardi di dollari. Dato che per il quarto trimestre 2023 si è attestato a 9,3 miliardi (+7%).
Numeri che rendono molto più “dolce” l’intervento della Commissione Ue che, tra l’altro, aveva già ridotto «per collaborazione» la sanzione del 15 per cento.
Secondo le indagini della Commissione, l’azienda avrebbe ostacolato gli scambi e la vendita dei propri prodotti tra alcuni Stati membri dell’Unione europea, in violazione dei regolamenti in vigore sulla concorrenza. In vari periodi compresi tra il 2006 e il 2020 Mondelez aveva stipulato «accordi anticompetitivi o pratiche coordinate» che per la Commissione erano «orientate a limitare il commercio transnazionale di vari prodotti di cioccolata, biscotti e caffè»; aveva inoltre «abusato della propria posizione dominante in certi mercati nazionali per quanto riguarda la vendita delle tavolette di cioccolato». In particolare, l’azienda si sarebbe rifiutata di rifornire un distributore in Germania per impedire la vendita di cioccolato in Austria, Belgio, Bulgaria e Romania, dove i prezzi erano più alti; avrebbe inoltre smesso di fornire questi prodotti nei Paesi Bassi per impedire l’esportazione in Belgio, dove Mondelez vende i propri prodotti a prezzi più elevati.
Un esempio? «I belgi - ha spiegato la vice presidente della Commissione europea con delega alla Concorrenza, Margrethe Vestager - sono grandi divoratori di tavolette di cioccolato Cote d’Or (prodotte da Mondalez). Pertanto, la multinazionale ha bloccato la fornitura in Olanda per tutelare il redditizio mercato belga, dove i cittadini vanno matti per il cioccolato prodotto dalla multinazionale, malgrado vivano nella patria dei chocolatiers. Vi assicuro - ha aggiunto Vestager in conferenza stampa - che i prezzi possono essere piuttosto diversi in Europa», con differenze comprese tra «il 10% e il 40% e a volte anche maggiori», pertanto c’è un grande potenziale per comprimerli, grazie al commercio parallelo.
Quindi, generalmente, all’interno di uno stesso mercato, come quello dell’Unione europea, i distributori tendono ad acquistare i prodotti dove i prezzi sono più bassi per poi venderli dove sono più alti, con il risultato di farli abbassare anche lì. Secondo la Commissione le “pratiche illegali” adottate da Mondelez avrebbero invece permesso all’azienda di continuare a far pagare di più i propri prodotti in certi paesi dell’Unione, a scapito dei consumatori.
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