Muoversi a Milano: le aziende che rendono "smart" la città

Qual è l'equazione politica e sociale della mobilità efficiente in città? Durante lo speciale evento del Giornale, la tavola rotonda sul tema condotta da Stefano Zurlo

Muoversi a Milano: le aziende che rendono "smart" la città
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Milano è una città in continuo movimento. È piccola e grande allo stesso tempo e a renderla tale è proprio la possibilità di usufruire di una mobilità urbana intermodale. Stefano Zurlo, inviato de il Giornale, assieme ad alcuni ospiti di primo piano affronterà il tema dei costi economici e ambientali del progresso, ma anche delle consapevolezze e del coraggio che certe trasformazioni richiedono. A dialogare sul tema sono Marco Aldeghi (Responsabile DT Milano e Lombardia Nord di Banco BPM), Luigi Arcozzi (Responsabile Mobility & People retail services and Cards di Enilive), Andrea Gibelli (Presidente di Gruppo FNM) e Lorenzo Rossi (AD di Movyon Gruppo Autostrade per l'Italia).

Inizia proprio Gibelli. "Le stazioni oggi vengo considerate dal punto di vista urbanistico dei non-luoghi nei quali si va solo per prendere il treno. Ma in realtà hanno grandi potenzialità e devono diventare, con la rigenerazione urbana, dei luoghi in cui c'è complementarietà di funzioni con zone ricreative, aree verdi e integrazioni nella logica di campus universitari. La stazione diventa così al servizio di una nuova idea di città. A Milano ci sarà un parco nuovo sopra la ferrovia che contribuirà al miglioramento della qualità dell'aria. La stazione diventa l'hub di nuove attrattive, anche culturali. Cadorna non sarà più soloil luogo dei pendolari e di chi viaggia. La Milano del futuro deve pensare alle proprie stazioni in chiave urbanistica come valore per la città".

Lorenzo Rossi parla di Movyon. "La miglior tecnologia è quella invisibile, della quale si percepiscono però gli effetti: Movyon è nelle antenne, nei dispositivi Telepass. Oggi le autostrade entrano sempre più nella città, ad esempio con la quarta corsia dinamica, in funzione del traffico. Anche in questo caso, dietro c'è una tecnologia che monitora il traffico e segnala all'istante se ci sono criticità. Questo è un esempio di mobilità che si riflette sulla città".

Luigi Arcozzi sul carsharing: "Enjoy è a Milano dal 2023, abbiamo più di mille veicoli in servizio in città. Da gennaio dovremo avere solo auto elettriche. Abbiamo bisogno di lavorare con la città di Milano per rendere la città funzionale". Marco Aldeghi viene sollecitato da Zurlo e spiega: "Banco Bpm è la banca delle famiglie, delle piccole e medie imprese, siamo una banca tradizionale che però sta investendo molto in tecnologia. Ci siamo accorti che per il 95% dei bonifici si fanno online, ma il 95% dei mutui si fanno in filiale guardandosi negli occhi. Ben venga che siamo ancora una banca che lavora sia online sia negli sportelli fisici. Vogliamo accompagnare la nostra clientela nel futuro, consapevoli che il rapporto fiduciario si costruisce in parte e ancora alla vecchia maniera".

Gibelli spiega come il Covid abbia rappresentato uno spartiacque; ancora oggi, secondo alcuni dati, non sono tornati i flussi di pendolari pre-pandemia. Più del 40% delle persone che si muovono in Lombardia lo fanno per il tempo libero, questo vuol dire che il trasporto pubblico è visto come un'opportunità per accedere alle aree storiche delle città". Arcozzi, di nuovo: "Al Comune chiediamo di lavorare insieme per rendere più facile l'esperienza di chi usa il carsharing elettrico, che è anche un modo di far provare alle persone l'auto elettrica in un momento in cui può essere positivo promuoverla. Uno dei problemi, purtroppo tutti italiani, è quello vandalismo sulle cose non proprie e quindi anche sulle auto del carsharing".

Rossi conclude: "La mobilità in autostrada e quella urbana sono diversamente complesse. Dobbiamo cercare di utilizzare quello che c'è per estrarre valore. Dobbiamo intervenire in maniera chirurgica". Aldeghi risponde a Zurlo sullo smart working: "E' un grandissimo valore, la nostra banca sta investendo.

Certo, lo smart working deve essere efficientamento del lavoro". L'ultima parola spetta a Gibelli: "Negli ultimi anni ho notato che i francesi che frequentano l'Italia ritengono il nostro Paese più sicuro della Francia".

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