Il tonfo in Borsa e le incognite sul futuro: cosa succede in Stellantis

Azioni Stellantis in caduta libera questa mattina in Borsa dopo l’annuncio, ieri sera, delle dimissioni di Carlos Tavares da amministratore delegato del gruppo

Il tonfo in Borsa e le incognite sul futuro: cosa succede in Stellantis
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Azioni Stellantis in caduta libera questa mattina in Borsa dopo l’annuncio, ieri sera, delle dimissioni di Carlos Tavares da amministratore delegato del gruppo. Il titolo, in Piazza Affari, sta trattando a 11,50 euro, con una perdita dell’8,23% rispetto a venerdì. Ora la capitalizzazione di Stellantis ammonta a 34,79 miliardi dagli 85,95 del 25 marzo 2024 (-52 miliardi di euro, cioè -60,4%). Più indicativa del sentiment dei mercati, secondo gli analisti, sarà però l’apertura odierna del titolo a Wall Street.

Una situazione, quella in cui versa da mesi Stellantis, che rischia di diventare incontrollabile sotto vari aspetti: le azioni in rosso profondo e il malcontento degli azionisti; il recente profit warning sui conti; il business negli Stati Uniti, il mercato più redditizio, con i cali delle vendite e dei profitti a cui si sommano un elevato stock di veicoli invenduti con il risultato di chiusure di fabbriche, licenziamenti e un duro scontro con il sindacato Uaw; stop agli stabilimenti anche da questa parte dell’Atlantico, a partire da quello dei furgoni elettrici di Luton, nel Regno Unito; l’insistenza nel dare priorità all’elettrico nonostante il rallentamento della domanda; aver isolato il gruppo rispetto agli altri costruttori riuniti in Acea, l'associazione europea del settore.

Quindi, il caso Italia, dove la produzione negli impianti ex Fca è ridotta all’osso e non ci sono piani concreti per il loro rilancio. Entro il 16 dicembre Tavares avrebbe dovuto presentare al governo, con il quale i rapporti sono pessimi, una piattaforma programmatica concreta. A salvare, per ora, la tenuta del polo industriale sono la cassa integrazione e le uscite volontarie. Ma non è possibile andare avanti a colpi di sussidi. Per non parlare del progressivo impoverimento delle gamme appartenenti a marchi storici, come Fiat e Maserati (110 anni appena compiuti dal Tridente nel segno della massima incertezza sul futuro), nonché del discutibile nuovo look delle Alfa Romeo e delle Lancia “by Tavares”.

Da qui il duro scontro, anche se tardivo, avvenuto tra il Consiglio di amministrazione di Stellantis e Tavares, con al centro soprattutto la débacle negli Stati Uniti, che si è concluso con il “dimissionamento” del top manager portoghese. Resta anche da vedere come evolverà il business europeo del costruttore cinese Leapmotor sul quale Tavares ha puntato 1,5 miliardi, di Stellantis, per il 20% delle quote: le piccole elettriche, prodotte in Polonia, e il successivo Suv per il quale si sta cercando un impianto, in uno dei Paesi che si sono opposti ai dazi decisi dall’Ue, avranno successo?

Da parte sua, Tavares, il top manager automotive più pagato di sempre (oltre 36 milioni complessivi incassati nel 2023) potrebbe ottenere una liquidazione dorata (si parla di 100

milioni e non solo). Il suo futuro? Trascorrerà la sua nuova vita tra scorribande in pista, la sua passione, e il tempo libero nella mega tenuta di famiglia in Portogallo dove, tra l’altro, dice di produrre un ottimo Porto.

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