Roma - Porte chiuse. Non ci sarà nessuna sanatoria per le badanti, quella di questi giorni è "una polemica basata sul nulla", visto che già da ora, prima dell’entrata in vigore del ddl sicurezza, i lavoratori in nero sono puniti. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, nel corso di una conferenza stampa al Viminale. "Già oggi - ha aggiunto - se un clandestino svolge un lavoro in nero può essere espulso". "Si sta facendo - ha spiegato Maroni - un gran discutere su una norma non ancora in vigore, dimenticando che ci sono già leggi che puniscono il lavoro nero, specie se viene svolto da un clandestino".
Lega contraria Sull’ipotesi di sanatorie, il ministro è netto: "Il parlamento - ha osservato - è sovrano, ma io personalmente sono contrario a una sanatoria che non si potrebbe fare per una particolare categoria di lavoratori. Ciò è fortemente sconsigliato dal patto europeo sull’immigrazione che è un impegno sottoscritto da tutti i capi di governo dell’Europa, per cui mi sento di escludere l’ipotesi di sanatoria". Maroni ha poi definito "eccessivi" i numeri circolati in questi giorni sulle badanti irregolari, ricordando che molte sono di paesi recentemente entrati nell’Unione europea e quindi non hanno bisogno di regolarizzazione. Quanto a chi ha parlato del rischio carcere per la badante, il ministro ha sottolineato che "il reato di clandestinità introdotto con il ddl sicurezza prevede una sanzione penale che non è il carcere, ma una pena accessoria e cioè la possibilità di immediata espulsione con provvedimento del giudice di pace". Dunque, ha aggiunto, "sono state fatte polemiche sul nulla visto che già oggi, col ddl sicurezza non in vigore, un clandestino può essere identificato ed espulso e ulteriormente sanzionato se fa un lavoro in nero".
Giovanardi insiste "Fare qualcosa per colf e badanti è indispensabile, si tratta di vedere tecnicamente come. Ma il governo ci sta lavorando". Il sottosegretario alla Famiglia, Carlo Giovanardi, torna a ribadire la necessità di regolarizzare la situazione anagrafica di colf e badanti, proposta che nei giorni scorsi ha fatto scattare forti polemiche interne alla coalizioni. Da qui la proposta del ministro della difesa, Ignazio La Russa: "Regolarizziamo solo le badanti, alle colf ci pensiamo dopo".
Il governo pensa a una mediazione Salvare la badante: la missione è complessa giuridicamente, il percorso tecnico non è ancora stato individuato, le incognite sono molte, ma la missione del Governo sembra essere chiara, dopo l’uscita del sottosegretario Carlo Giovanardi, sostenuto da diversi esponenti della maggioranza. La palla è ora nel campo del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che, insieme al collega del Welfare, Maurizio Sacconi, dovrebbe mettere a punto una soluzione che risparmi colf e badanti dalla "mannaia" del reato di clandestinità introdotto dal ddl sicurezza. Gli uffici tecnici del Viminale, ad oggi, non sarebbero - secondo quanto si apprende - stati investiti dell’incarico. L’intento del ministro leghista - non poco irritato dall’uscita di Giovanardi - sarebbe quello di far decantare le polemiche e prendere il tempo necessario di riflessione. Dopo di che l’obiettivo sarebbe quello di mettere a punto un provvedimento rigoroso ed inattaccabile che eviti il rischio di sanatorie generalizzate (vietate peraltro anche dall’Europa), ma nello stesso tempo porti a regolarizzare quelle collaboratrici domestiche extracomunitarie che sono diventate ormai indispensabili per le famiglie di tantissimi italiani, di qualsiasi colore politico.
La proposta di La Russa "Per uscire da questa questione, io propongo di restringere il campo alle sole badanti che si occupano di anziani ultrasettantenni e disabili. Poi, in un secondo momento, vedremo la questione delle colf che pure lavorano nelle famiglie e contro le quali certo nessuno si metterà a fare una caccia". Il titolare della Difesa offre una soluzione al problema della regolarizzazione di colf e badanti dopo il via libera al pacchetto sicurezza. Quanto alla possibilità che i deputati del Pdl presentino emendamenti in grado di modificare provvedimenti legislativi già in Parlamento per intervenire sulle regolarizzazioni, La Russa aggiunge: "Non consiglio e non sconsiglio nulla ai singoli deputati che sono liberi, sconsiglio ai gruppi di seguire i deputati".
La boutade del Senatùr Giovanardi? "Lui ha sempre chiesto queste cose, sospetto che gli piacciono le badanti dell’est...". Il leader del Carroccio, Umberto Bossi, risponde così a chi gli chiede della proposta del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi di regolarizzare colf e badanti. "Io dico - spiega Umberto Bossi mentre pranza con il figlio in un bar vicino alla Camera dei deputati - che dobbiamo stare attenti perchè si tratta di milioni di persone e la gente non è tutta d’accordo...". Il problema, tuttavia, esiste fin dall’emanazione della Bossi-Fini, che ha introdotto il sistema della chiamata dall’estero per i lavoratori extracomunitari: in questo modo, per la regolarizzazione della badante clandestina che lavora presso una famiglia, serve che il datore di lavoro ne faccia richiesta, che la donna torni nel Paese di origine e da lì aspetti l’ok per rientrare in Italia. Un meccanismo farraginoso che da tempo aspetta di essere riformato.
La portata del problema Gli ultimi decreti flussi (che hanno fissato una quota di 65mila ingressi per colf e badanti per il 2007 e 105mila per il 2008) attendono ancora l’esaurimento dell’esame delle domande. Una soluzione andrà poi trovata per le tante richieste provenienti da datori di lavoro stranieri, dietro cui potrebbero celarsi tentativi di aggirare la legge.
Servirebbe una verifica puntuale di ogni domanda in modo da selezionare quelle che hanno i crismi della legalità e procedere quindi alla regolarizzazione. Insomma, la soluzione del problema-badanti non si annuncia semplicissima: gli esperti dei ministeri interessati dovrebbero cominciare a lavorare sul tema a breve.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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