Lucio Giordano
da Roma
La scintilla è scoccata nel 98: una settimana di vacanze su quel sassolino che non è Italia ma nemmeno Africa. Da allora, tra Claudio Baglioni e l'isola di Lampedusa è stato amore. E tre anni fa l'artista si è fatto promotore di un'iniziativa, O scia, che assomiglia più ad un Live 8 che ad un festival musicale. Per la terza edizione, dal 23 al 25 settembre, ha radunato un gruppo di amici che per tre sere sulla spiaggia della Guitgia canterà gratis di fronte a 15 mila persone, anche per sensibilizzare la gente sul tema dell'immigrazione: «Non dobbiamo abituarci all'emergenza clandestini, curare questa febbre che costringe migliaia di persone a lasciare la loro terra alla ricerca di un futuro», sottolinea Baglioni.
Tra i tanti cantanti che saranno a Lampedusa hanno confermato la loro presenza Bob Geldof, Antonello Venditti, Paola Turci, Marco Masini, Gianni Morandi, Biagio Antonacci. «Ho raccolto adesioni entusiastiche. Addirittura Fabrizio Frizzi si sta esercitando da un mese e mezzo per non sfigurare».
Idea nata per caso, quella di Baglioni, che dice di esser pronto a fare il maggiordomo per i suoi colleghi, portando loro se necessario anche l'acqua sul palco. Dice: «mi sono presentato all'amministrazione comunale con una proposta semplicissima: organizzare un evento su quest'isola magica. Il primo anno mi sono esibito in concerto acustico, il secondo ho radunato diversi amici. Adesso mi piacerebbe che questo laboratorio permanente allargasse gli orizzonti verso altre arti: cinema, teatro, danza».
L'impegno di Baglioni quale promotore e direttore organizzativo di O scia è dunque totale. Tanto da fargli mettere in secondo piano anche la sua attività artistica. Solo ad ottobre comincerà a pensare al nuovo cd.
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