"Balene, dune e microchip", l'ultimo libro di Luigi Alfieri

Sette anni in giro per il mondo, condensati in 34 articoli pubblicati sulla Gazzetta di Parma dall'autore, giornalista, storico e viaggiatore

«Viaggiare è come bere un grande vino rosso. Si va in cantina a scegliere la bottiglia. Si stappa con cura. Si versa in un grosso calice, sottile e trasparente. Si osservano i colori, si annusano i profumi, si scambiano le idee con gli amici per cercare di indovinare cosa ci aspetta. Poi si assaggia, cercando di rubare al nettare ogni possibile sapore. Ogni minima sfumatura. Quando il vino abbandona la bocca ilpiacere non è ancora finito. Viene la gioia di scoprire il retrogusto. Il sorso se ne è andato ma sulle papille e nella memoria restano, indelebili, i suoi segni». Sono queste le parole che aprono, come un grandangolo puntato sul pianeta, il libro "Dune, balene e microchip - Sette anni in giro per il mondo" (Monte Università Parma Editore, pagg. 176, euro 20), l'ultima fatica letteraria di Luigi Alfieri, giornalista, storico, e grande viaggiatore. Si, perchè Alfieri è innanzitutto un viaggiatore. Non soltanto perchè il mondo lo ha girato davvero, ma perchè ad "arruolarlo" nella succitata categoria- molto meno affollata di quanto si possa credere! - è l'atteggiamento mentale, emotivo, spirituale, prima ancora che fisico e funzionale, con cui l'autore si pone nei confronti di una meta, vicina o lontana, qualunque essa sia.
Il volume, corredato da un portfolio di stupende fotografie di Alessandro Gandolfi, raccoglie i reportage di 34 mete straordinarie: "In realtà si tratta della raccolta di una trentina di articoli scelti tra i tanti che ho pubblicato sulla Gazzetta di Parma - spiega l'autore -. Ho voluto provilegiare i racconti dove la natura e l'emozione prendono il sopravvento. Quelli dove i sensi hanno lavorato di più. I luoghi meno conosciuti. Il libro non è e non vuole essere una raccolta di meri appunti di viaggio, minuziosi, con elenchi di alberghi e ristoranti, consigli vari per turisti. Sono piuttosto pezzi scritti per far sognare il lettore, per dargli un attimo di tregua dalla lotta quotidiana per la sopravvivenza. Mi piacerebbe che alla fine della lettura restasse un messaggio: i tempi della vita non sono quelli dettati dalla tecnologia, ma quelli millenari della natura, del calare e del crescere della luna e del rincorrersi delle stagioni».
Così, nel libro, come d'un fiato - ma parimenti con la necessaria calma per riflettere - attraverso i cinque continenti si va dalle balene fossili del deserto egiziano alle balene vive che sbuffano nella baia di Samanà. Dai villaggi della savana alle città del futuro dove regna il microchip. Dalle dune ai picchi andini. Dal condor al colibrì. Dalle moschee ai monasteri buddisti. Alla scoperta dei paesaggi urbani e dei capolavori della natura. Alla ricerca del senso del tempo e delle cose. Alla ricerca di sé stessi. Il racconto di sette anni di viaggi fatti coi sensi sempre accesi. Ma questi luighi, quali sono?!? i luoghi? Beh, non possiamo nè vogliamo privarvi del gusto di scoprirlo da soli...
Luigi Alfieri (Cella di Palmia PR, 1957) è un giornalista di viaggi. E' stato presidente di Neos, l'associazione che raccoglie giornalisti e fotografi del settore. Ha scritto libri di argomento storico e letterario, di gastronomia e di attualità. Ha realizzato un lungometraggio su temi legati alla tossicodipendenza, trasmesso da Rai Uno. E' capo redattore della Gazzetta di Parma ed ha collaborato per oltre un decennio con La Stampa di Torino. Ha organizzato mostre fotografiche e convegni sul viaggio, la poesia e la letteratura in generale.
Alessandro Gandolfi (Parma, 1970) dal 2001 si dedica al reportage fotogiornalistico. Negli ultimi anni i suoi lavori sono apparsi su diversi giornali e riviste, fra i quali: National Geographic Italia, Meridiani, Airone, Die Zeit, The Sunday Times Magazine, Le Monde, Marie Claire, L'Espresso, Il Venerdì, Sette, Corriere della Sera, Sportweek, Geo, Io Donna, La Repubblica delle Donne, Grazia, Elle.

Nel febbraio del 2010 al suo reportage sul sito archeologico di Hierapolis, in Turchia, è stato assegnato il Best Edit Award, il riconoscimento che la redazione del National Geographic dà al miglior servizio uscito sulle edizioni locali della rivista americana.

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