Londra - Francia, Germania e Gran Bretagna hanno raggiunto un accordo per l’entrata in vigore di una tassa sulle banche nei rispettivi Paesi. Secondo il ministro delle Finanze del Regno Unito, George Osborne, la nuova tassa dovrebbe procurare al fisco britannico un gettito di 2,4 miliardi di euro l’anno una volta l’applicazione sia giunta a regime: il valore iniziale sarà fissato allo 0,07% degli attivi con un calo allo 0,04% nel 2011.
Il fallimento delle banche "Il fallimento delle banche ha imposto dei costi enormi al resto della società, ed è quindi equo" che gli istituti finanziari contribuiscano all’economia, ha spiegato Osborne, che ha definito "ingiusta e irragionevole" la richiesta che il G20 attenda prima che ciascun Paese membro applichi una imposta simile all’interno dei propri confini. La dichiarazione comune dei governi di Londra, Parigi e Berlino riprende a grandi linee quanto già proposto da Francia e Germania in una lettera inviata al premier canadese e presidente di turno del G20, Stephen Harper, nella quale si sottolineava la necessità per il settore finanziario di "contribuire in modo equo e sostanziale per pagare i costi associati all’intervento governativo di salvataggio del sistema bancario". Finora il Canada è stato tra i paesi più contrari a questa tassa, anche perché le sue banche non hanno richiesto interventi pubblici di sostegno durante la crisi finanziaria, che non hanno contribuito a creare.
Barroso: "Senza austerity niente crescita" Il risanamento dei conti pubblici è un passaggio obbligato per riportare la fiducia sui mercati e rilanciare lo sviluppo perché "senza fiducia non c’è crescita". Per il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, Ue e Usa "devono fare di più" per colmare il gap regolamentare esistente tra le due sponde dell’Atlantico e definire un'agenda comune per la crescita e l’occupazione. Per il presidente dell’esecutivo comunitario, le relazioni transatlantiche "non sono oggi all’altezza del loro potenziale" nonostante "la situazione non sia mai stata così favorevole". A Toronto, il G20 "non dovrà perdere l’occasione" per dimostrare di essere "credibile". Nonostante tutto, per Barroso, c’è una crescente convergenza tra le posizioni di Ue e Usa sulla regolamentazione dei mercati, inclusa la questione del 'prelievo' sulle banche.
Quanto alla governance economica, la realizzazione di un’Unione europea "veramente forte" sotto questo aspetto è il "sogno" del presidente della Commissione, secondo il quale l’Europa deve diventare un’unione anche economica. In questo contesto, per Barroso, l’asse franco-tedesco non deve essere visto come un 'direttorio', ma come una relazione indispensabile, "necessaria ma non sufficiente" per portare avanti il processo d’integrazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.