La Borsa mette in conto un robusto rilancio di Bpm nell'Opa su Anima. Ieri il principale gruppo indipendente del risparmio gestito in Italia ha dato in pasto ai mercati numeri del 2024 in forte crescita, che hanno contribuito ad alzare ulteriormente l'asticella delle aspettative circa l'entità del rilancio. In Piazza Affari il titolo della sgr ieri si è spinto anche oltre 7 euro per poi chiudere a 6,94 euro (+2,8%), ossia l'11% sopra il prezzo d'Opa. Ciò significa un potenziale ritocco al rialzo di quasi 200 milioni rispetto agli 1,6 miliardi dell'offerta iniziale. Stando a quanto si apprende dagli ambienti finanziari, l'attesa per il rilancio non dovrebbe essere lunga. Il cda dell'istituto guidato da Giuseppe Castagna in agenda martedì prossimo, chiamato ad approvare i conti 2024 e l'aggiornamento dei target del piano, potrebbe infatti deliberare anche la convocazione per fine mese dell'assemblea per il rilancio su Anima.
Tornando a quanto emerso dai conti 2024 di Anima Holding, l'ultimo esercizio ha visto l'utile netto consolidato balzare a 227,8 milioni, ossia il 53% sopra i livelli del 2023. Alla fine dello scorso anno le masse gestite e amministrate dalla sgr guidata da Alessandro Melzi d'Eril hanno superato 204 miliardi grazie anche al contributo di Kairos Partners Sgr (5,8 miliardi alla data di acquisizione) e alla positiva performance delle gestioni. Le commissioni nette sono balzate del 17% a sfiorare 339 milioni (+8% a parità di perimetro). Con che ricavi segnano +44% a quota 530 milioni, il cda ha proposto un dividendo di 0,45 euro per azione (dagli 0,25 euro relativi al 2023).
Il 2025 di Anima è iniziato con un «trend positivo della raccolta», ha affermato Melzi d'Eril, che non si è invece sbottonato sull'Opa lanciata da Bpm, sottolineando come la Sgr si trovi in questa posizione «perché ha fatto molto bene negli ultimi 10-15 anni». Dalle slide della presentazione dei risultati emerge che il via libera delle Authority all'Opa di Banco Bpm è atteso entro il 26 febbraio, anche se è prevista la possibilità di un'estensione di un mese. Successivamente all'ok delle Authority, la Consob avrà cinque giorni per approvare la pubblicazione del documento d'offerta. Bpm ha già ottenuto il via libera dell'Antitrust, mentre il governo ha informato che non eserciterà il golden power; deve invece ancora arrivare il semaforo verde della Bce in merito al riconoscimento del danish compromise.
Intanto Credit Agricole, maggiore azionista di Bpm con il 15,2%, ha precisato che non ha intenzione di acquistare il terzo più grande istituto di credito italiano e tiene aperte le interlocuzioni con tutte le parti interessate. «Quello che vogliamo è essere in una posizione in cui abbiamo la capacità di difendere i nostri interessi», ha spiegato il deputy ceo Jerome Grivet. La partita sull'istituto di Piazza Meda, a sua volta sotto Ops di Unicredit, si intreccia anche con quella che Piazza Gae Aulenti sta portando avanti in Germania.
A tal riguardo il ceo Andrea Orcel, stando a quanto riferito da Bloomberg, avrebbe scritto al personale della controllata tedesca Hvb che una combinazione con Commerzbank non comporterebbe profondi cambiamenti immediati con «un impatto potenziale su Hvb solo nel medio termine, in virtù di una combinazione che sarebbe decisamente più morbida di quanto molti si aspettano».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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