"Le banche devono essere in grado di resistere agli chock". Il monito dell’Eurotower

Il capo della Vigilanza, Claudia Buch: "Maggiori sono gli accantonamenti di capitale per resistere a shock geopolitici, minore la necessità di ricorrere a fondi europei"

Claudia Buck
Claudia Buck
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"Sta alle banche decidere come e quanto vogliono impiegare il capitale: l’importante è che siano in grado di resistere agli chock". È questo il messaggio che la Vigilanza della Bce sta veicolando agli istituti di credito europei in questi mesi di transizione fra una fase economica espansiva per la maggior parte dei Paesi dell’area Euro e una nella quale si andrà probabilmente in terra incognita.
Il discorso che l’Eurotower cerca di rendere familiare a risparmiatori e investitori è semplice. «Se si vogliono supportare le famiglie e le imprese, le banche devono tenere conto di un giusto livello degli accantonamenti», si apprende da fonti di Francoforte. Il discorso non è complesso da tradurre. Come ha detto di recente il capo della Vigilanza, Claudia Buch, l’importante è avere una visione chiara. Nel 2023 le banche vigilate dalle Bce hanno distribuito il 53% degli utili sia sotto forma di dividendi sia tramite buy-back. Ora, siccome il primo obiettivo della Vigilanza, è difendere la loro capacità di conseguire profitti e, dunque, la loro resilienza, si tratta di compiere una scelta. Maggiori gli accantonamenti di capitale per resistere a shock geopolitici (tra Ucraina e Palestina il rischio è sempre dietro l’angolo), minore la necessità di ricorrere a fondi europei (o pubblici, che per Francoforte e Bruxelles rappresentano il Male assoluto in quanto sono coinvolti i soldi dei contribuenti). Come tradurre questo orientamento in pratica? Bisogna essere prudenti sia nella distribuzione dei dividendi che nei buyback perché gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo, come in una partita di Monopoly. In buona sostanza, gli istituti di credito dovranno sempre più assomigliare alle big tech come Google, Apple e compagnia bella che remunerano gli azionisti con la rivalutazione dei titoli e non con le cedole e che reinvestono gli utili nello sviluppo e nelle politiche di contrasto dei rischi cibernetici, che per le banche ormai sono uno spauracchio come quelli climatici e quelli legati alla congiuntura macroeconomica.
Ma quali messaggi sta inviando la Vigilanza Bce in questo periodo? Il primo è rivolto all’Italia affinché dia il proprio via libera al Mes quanto prima.

Tutto questo perché il Fondo di risoluzione delle crisi bancarie conta su circa 80 miliardi di euro e con il nuovo salva-Stati potrebbe contare su altri 68 miliardi che aumenterebbero la capacità di mettere in sicurezza l’Eurosistema in caso di crisi.

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