
Si intensificano le operazioni di aggregazione nel settore bancario italiano, con cinque offerte pubbliche di scambio attualmente in corso che coinvolgono oltre 102mila lavoratori, più di un bancario su tre. Secondo i dati della Fabi, nel 2019 il settore contava 22 gruppi e 280mila dipendenti, mentre le fusioni tra il 2020 e il 2022 hanno portato a una riduzione del personale di 20mila unità, attestandosi oggi a 260mila lavoratori distribuiti in 18 gruppi bancari.
Le operazioni più significative degli ultimi anni hanno visto protagonisti Intesa Sanpaolo, con l'acquisizione di Ubi (91mila lavoratori coinvolti), Bper con l'integrazione di Carige (23mila dipendenti) e Crédit Agricole con l'acquisto di Creval (16mila bancari), per un totale di 130mila lavoratori impattati. Attualmente, le fusioni in corso riguardano Unicredit-Banco Bpm, Banco Bpm-Anima, Bper-Popolare di Sondrio, Mps-Mediobanca e Ifis-Illimity.
Di questi temi, insieme a digitalizzazione e intelligenza artificiale, si discuterà il 25 marzo al convegno "Milano capitale finanziaria italiana", organizzato dalla Fabi al Centro Congressi Palazzo Castiglioni. Tra i relatori, il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, e i responsabili delle risorse umane di diversi istituti bancari coinvolti nelle aggregazioni: Roberto Cascella (Intesa Sanpaolo), Ilaria Maria Dalla Riva (Unicredit), Roberto Speziotto (Banco Bpm) e Andrea Merenda (Bper). Vanessa Di Cola, coordinatrice della FABI di Milano, aprirà i lavori presentando una ricerca su risparmi e prestiti in Lombardia.
Il nuovo accordo sulle libertà sindacali
Parallelamente, un'importante novità sul fronte delle relazioni sindacali: Fabi, insieme a First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin e Abi, ha siglato un nuovo accordo sulle libertà sindacali, valido fino al 31 dicembre 2028. "È un accordo molto positivo sul piano politico - commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni - che conferma la buona qualità delle relazioni sindacali con Abi e con i gruppi bancari". Tra le innovazioni più rilevanti, l'introduzione della figura del rappresentante sindacale territoriale (Rst), che affiancherà la rappresentanza sindacale aziendale (Rsa) con le stesse prerogative. Le organizzazioni sindacali potranno decidere se mantenere Rsa e Rst separate o far coincidere i due ruoli.
"È un passo nuovo e unico, rispetto ad altri settori, nelle relazioni sindacali ed è la risposta alla snellimento della rete fisica di filiali delle banche", aggiunge Sileoni. L'accordo prevede inoltre la digitalizzazione delle "cedole" a partire dal 1° gennaio 2026, con un confronto tecnico che sarà avviato entro i prossimi 30 giorni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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