Bpm, torna la pace con i sindacati

I sindacati confederali firmano la conciliazione con Banco Bpm e tornano a sedersi per le trattative. Decisivo l’intervento del giudice che li ha rinviati al tavolo unitario da dove si erano alzati a fine giugno

Bpm, torna la pace con i sindacati
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Il giudice rimanda i sindacati confederali di Banco Bpm al tavolo unitario. È quanto precede l’accordo di conciliazione, firmato questa mattina, tra i rappresentanti di Piazza Meda e First Cisl, Fisac Cgil e Uilca. Il documento pone fine alla vertenza nata il 27 giugno che aveva poi portato le tre sigle, il 12 luglio, a denunciare l’istituto di Piazza Meda per presunto comportamento antisindacale. Con la conciliazione, in linea con quanto preteso dal Giudice del tribunale di Milano che ha gestito il ricorso, si ricompone il tavolo unitario sindacale in Banco Bpm rimettendo quindi a insieme First, Fisac e Uilca con Fabi e Unisin. Grazie alla ricomposizione del tavolo sindacale unitario, nei prossimi giorni potranno ripartire le trattative, interrotte dai confederali a giugno, su premi aziendali, inquadramenti e uscite incentivate.

In ogni caso non sarà facile archiviare facilmente questa vicenda. Nei vertici della banca si evidenzia, seppur implicitamente, il tempo perso a discapito dei dipendenti a causa delle trattative sospese, che hanno riguardato assunzioni, uscite di personale, premi e percorsi di carriera. Viene ribadito che la banca ha seguito le indicazioni del giudice per riprendere il confronto con i sindacati. E si auspica un miglioramento del clima tra le parti, azienda e rappresentanze sindacali. Anche perché non è tuttora chiaro perché si sia generata tanta polemica, a chi poteva giovare o quali interessi si nascondessero dietro il contenzioso e la strategia dei sindacati confederali.

Intanto i 20mila dipendenti di Banco Bpm restano in attesa. La fiducia nella dirigenza, e in particolare nell’amministratore delegato Giuseppe Castagna, è sempre stata alta. Ma molti sono rimasti spiazzati da una vertenza sindacale che, fin dall’inizio, è sembrata solo un pretesto per far guadagnare visibilità a chi la alimentava. Di sicuro, con la conciliazione, la banca ha segnato una punto a suo favore. E in prospettiva anche a favore dei rapporti futuri banche-sindacati a livello nazionale: è stato creato un precedente giuridico che avrà ripercussioni non solo nel settore bancario, ma in generale nei futuri rapporti tra sigle confederali e gli autonomi. L’azzardo dei confederali è andato a vuoto e non sarà agevole provare a replicarlo in futuro.

Con l’accordo conciliativo, la banca si è comunque impegnata a rimuovere dal proprio sito Internet un comunicato pubblicato a inizio vertenza, nel luglio scorso, dove si evidenziava che “First, Fisac e Uilca avevano deciso di abbandonare il tavolo proprio nel momento in cui veniva affrontato il previsto tema del fondo per le uscite incentivate.

Abbiamo ritenuto di continuare la trattativa con gli esponenti delle altre due sigle sindacali (Fabi e Unisin) rimaste responsabilmente a trattare, per correttezza nei loro confronti e di tutti i lavoratori del gruppo che, come noto, attendono dall'azienda le risposte su un tema che genera molto interesse. Riteniamo dannosa e inusuale la scelta di abbandonare il tavolo”. Così la pace è completa.

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