A Genova si trova tutto ma proprio tutto quanto è nautica da diporto. Dai broker ai porticcioli, dalle società di leasing nautico all’abbigliamento tecnico e non. Per non parlare delle migliaia di accessori (l’elettronica soprattutto) che hanno una rassegna tutta per loro chiamata Tech Trade. Ma è evidente in Liguria si viene per vedere le barche, grandi o piccole. Quelle acquistabili con poche migliaia di euro e quelle che possono ordinare solo gli sceicchi. La buona notizia è che nonostante la crisi - o forse proprio perché il momento è complicato - i cantieri non stanno tirando i remi a bordo, anzi rilanciano con modelli intelligenti. Se è vero che la fascia da nababbi non sembra soffrire particolarmente, è indubbio che i costruttori hanno ricominciato a considerare le taglie minori. Così, il Salone è sempre più lontano dal Monaco Boat Show - vetrina numero uno per i superyacht - e torna a guardare maggiormente al pubblico normale.
Le novità a motore sono tantissime ma seguono, al di là della tipologia e delle misure, la medesima tendenza: nessuno vuole avere barche brutte - anzi il design resta un fattore importante nella scelta - ma le si vogliono più funzionali e «risparmiose» di un tempo. Non è solo la crisi ma anche la crescita di una maggiore coscienza ambientale (storica nella vela, recente nel motore) che per ora è limitata o sperimentale - vedi le propulsioni alternative o l’impiego di materiali riciclabili - ma che indubbiamente diventerà un elemento fondamentale nei prossimi anni. In ogni caso, fa piacere vedere che i due maggiori gruppi italiani - alle prese con non pochi problemi - siano presenti in forze: sette le novità o i restyling di Azimut con il 72S a fare da protagonista; due per Ferretti Yachts - parliamo solo del marchio principale - entrambi fly ovvero il 560 e il 740. Aicon Yacht addirittura ha portato la sua nuova ammiraglia 82 Open che è piaciuta molto al Salone di Cannes. Ma un po’ tutti i brand del made in Italy si sono dati da fare in questi mesi difficili per tenere alto l’interesse: da qui modelli molto interessanti come il 4T Four di Fiart, il Baia 50, il Sessa 54 Fly, il Primatist G46 Pininfarina dove design, tecnologia ed equipaggiamenti si fondono in un mix prestazionale e vivibile.
Regina delle open, settore sempre vivace, potrebbe essere l’elegante Itama Fifty, ma meritano attenzione pure Alldays 37, Portofino 11 Coupé, Jaguar 80 e Santarpia 55. Più attenzione alle performance? Ecco l’Atlantis 36 Walk Around, il Fountaine 33 e il Magnum 70. Per chi ama la pesca (e non vuole navigare in modo spartano) sono da vedere il Bertram 540, il Riviera 38 Of, il Pursuit 345 e l’Intrepid 323 CC.
Capitolo vela. Qui il concetto ecologico è insito nel prodotto. Si lavora quindi su altri fronti, a partire da un’indubbia «contaminazione» con il motore in nome della grande abitabilità. Ne è un valido esempio il Moody 62 Ds che lascerà perplessi i puristi ma concretizza al meglio il concetto. Poche le proposte made in Italy, del resto la nostra cantieristica a vela conta poche firme storiche come il Cantiere del Pardo - plurivittorioso nelle regate internazionali- espone il Grand Soleil 54.1 mentre Comar rilancia con il Comet 21, a conferma del maggiore interesse verso la fascia bassa. Altri modelli tricolori da vedere sono il Solaris 72 di Se.Ri.Gi., lo Sly 61 di Sly Yacht, il debuttante Jacaroni 64, il 50 Scuderia di Adriasail, il Nautilus 43 e il K9 di Vismara Marine, considerato uno dei progetti più all’avanguardia dell’ultima stagione. Si tratta in gran parte di fast-cruiser dove l’abitabilità interna- talvolta ottima e in ogni caso buona - non pregiudica le prestazioni e permette di gareggiare. Dall’estero, ci sono parecchie new entry quasi tutte tra i 40 e i 50 piedi quali Sunbeam 42, Salona 44, Bavaria 55 Cruiser (realizzato in collaborazione con BmwDesignWorks), Xc-42, Feeling 52. Tra le piccole, un occhio va dato al First 35, piccola bomba Beneteau, al J-97 e all’Elan 310.
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